Capitolo 3

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Gus pov's

mi incamminai verso il locale, avevo vinto io, la mia piccola ricompensa era passare del tempo con quella ragazza mora dal nome sconosciuto che però mi piaceva tanto, aveva qualcosa di diverso dalle altre, un qualcosa che ancora non sapevo spiegare, tuttavia era unica, mi sembrava un fiore, avevo paura di raccoglierlo e ripiantarlo, non sapevo se fossi in grado di coltivarlo e crescerlo bene, farlo mio, rappresentare qualcosa per lui. La mia voglia di conoscerla era molto alta, forse quanto la mia paura. Quella di ieri era l' ultima data del tour, adesso avrei avuto un po' di tempo libero, per me, un po' di tempo da dedicarmi. Il mio flusso di pensieri si interruppe appena la vidi: era lei, bellissima come la sera precedente; indossava un vestitino di velluto nero, coperto da una felpa decisamente troppo grande per lei. Aveva appena girato la via, io arrivavo dal lato opposto così presi coraggio e mi avvicinai.

Nestesia pov's

avanzai lungo il viale, avevo le cuffiette nelle orecchie e cercavo disperatamente consiglio nella musica, nella sua musica; oltretutto il fatto che fosse partita fucked up non aiutava per niente. Una serie di paranoie fecero capolino nei miei pensieri, tuttavia non ci fu nemmeno il tempo poiché si trasformassero in pensieri negativi, infatti, due mani fredde toccarono con delicatezza i miei fianchi per poi salire leggermente cingendo la vita in un delicato abbraccio. Poi, un sussurro, vicino all'orecchio.

G: ei

Ei, un semplice ei, un brivido mi passò su tutta la schiena. sono praticamente paralizzata, mi sento impotente, come una bambola di vetro; vorrei rispondere, però non mi va ne di interrompere questo nostro contatto fisico ne di rovinare questa atmosfera, così decido di affidargli completamente la situazione e di lasciargli una sua considerazione, sta a lui il prossimo passo. dal mio canto io continuo a stare ferma, spero capisca che mi sta facendo non poco piacere essergli così vicina, posso sentire il suo respiro caldo e regolare sul mio collo, non so se voglia provocarmi o meno, forse aspetta un segno di reazione, ma non arriverà, non ora.

G: tutto apposto? Non dici nulla

palla al centro cazzo, con tutte le cose che poteva dire proprio questa, forse l'unica domanda di cui non conoscevo risposta, ma lo faceva apposta a complicarmi la vita?

N: si, solo, stiamo così, ancora per un po'

L'avevo detto. Avevo espresso tutto il mio apprezzamento per lui. Avevo messo da parte l'orgoglio e la spavalderia per aprirgli un piccolo pezzo di cuore

G: come vuoi

Voce bassa, un altro sussurro, un altro brivido, era come se avesse appena preso quel piccolo pezzetto di cuore e lo stesse cullando dolcemente, cercando di rassicurarlo e di calmarlo. Il suo battito, all'inizio era molto veloce, adesso invece era calmo, lento e regolare, quasi sincronizzato al mio. Questa cosa mi faceva piacere, ma mi stava facendo impazzire, quella pazzia che non veniva mai fuori, che non sentivo mai, ma che lui stava improvvisamente riuscendo a farmi provare; come era possibile? con un semplice abbraccio per giunta.

Mi staccai e gli diedi la mano per poi iniziare a camminare lungo la via, ci avvolgeva il silenzio, un silenzio assordante, volevo dire qualcosa, ma non ci riuscivo.

Gus pov's

L'avevo sentita rabbrividire sotto il mio tocco, la cosa non mi dispiaceva affatto.

Poi mi aveva dato la mano.

Quindi per lei valevo qualcosa

In quel momento avevo mille pensieri per la testa, tuttavia, la cosa che più mi importava era stare attaccato a quella ragazza, tanto scazzata quanto fragile. Forse aveva paura e basta, non sarebbe stata una novità, di solito è così per le ragazze che hanno sofferto molto, forse anche questo mi faceva paura, avrei dovuto trattarla ancora meglio, per farla sentire come una principessa; la mia principessa.

E se non fossi riuscito a farla sentire come una principessa, avrei almeno provato a farla sentire amata, perché era questo che volevo per lei.

Nestesia pov's

Rimuginavo su qualcosa da dire, anche solo per rompere il ghiaccio, ma non mi veniva in mente nulla, nulla di appropriato per questo contesto, in fondo stavamo solo camminando, in una via, mano nella mano, anche se non eravamo una vera e propria coppia.

G: allora, a che pensi

N: nulla

G: non ci credo

N: convinto tu

G: non è che sono convinto, è che hai una faccia troppo pensierosa

N: sarà

G: comunque non mi hai ancora detto come ti chiami

N: Nestesia

G: bel nome

N: Bella merda

G: ma no dai, a me piace

N: a te

Ci sediamo su una panchina e lui mi appoggia una mano sulla coscia, gliela sposto, non voglio fargli capire quanto lo desidero. Lui non demorde e fa passare un braccio dietro la mia testa per poi toccarmi la spalla ed avvicinarmi a lui. Siamo praticamente attaccati; sposto anche il braccio, credo ci sia rimasto un po' male. Resta la mia mano però, quella è ancora intrecciata con la sua. Ho bisogno di capire se mi vuole veramente. Però ci conosciamo da veramente troppo poco, questi pensieri non dovrei nemmeno averli. Peccato mi sia innamorata in meno di un ora. Sono una cogliona. con la C maiuscola; ora sono cazzi.

Spazio Autrice

eccomi qua, non ho un cazzo da dire, enjoy :)

𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐑𝐈𝐆𝐇𝐓𝐒𝐈𝐃𝐄 | 𝐋𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐄𝐏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora