Capitolo 14

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Nestesia pov's

Le lezioni passano in fretta, ed in men che non si dica mi ritrovo fuori da scuola, con anche un sei in fisica, inutile dire che mi sento einstein.

Eccolo lì, di nuovo.

Il mio amato peep mi è appena venuto a prendere, la sua macchina è parcheggiata nell'area di sosta adiacente alla scuola, lui è appoggiato sulla portiera mentre guarda svogliatamente il cellulare.

B: uhh guarda chi c'è

N: zitta tu

B: il tuo romeo ti è venuto a prendere, che carino

N: carino? minchia un opera d'arte, lo dice anche lui

B: in che senso?

N: nel senso che le prime volte che siamo usciti lo fissavo tipo tantissimo quindi si é dato dell'opera d'arte

B: ah capito

N: vuoi conoscerlo?

B: ancora presto, faccio la figura della rompicoglioni

N: quale sei

B: UFFA PARLI TU

N: SI PARLO IO

B: Vabbè senti, io devo girare a destra, vuoi essere scortata fino al tuo ragazzo o vai da sola?

N: ho un attimo di ansia per le occhiate, non è che verresti con me, solo oggi...

B: che palle, va bene

Detto questo ci dirigiamo verso Peep conversando del più e del meno, sotto lo sguardo, a dire poco indiscreto, di Chantal Jones e del suo gruppetto.
Beatrix mi abbandona subito dopo essere entrata nel parcheggio, mi saluta con un cenno della mano e mi sussurra nell'orecchio:

B: falli morire

Annuisco e raggiungo il mio "Romeo", come lo ha chiamato prima bea.
Gli lascio un bacio sulla guancia ed entro in macchina, noto che segue ogni mio minimo movimento e mi squadra da cima a fondo, non so se sia una cosa positiva, ma ho imparato a pensare poco quando sono con lui, quei pensieri rovinerebbero il mio tempo a disposizione.

N: non mi aspettavo di trovarti qui

G: Facci l'abitudine piccola

Al suono di quel soprannome mi mordo il labbro inferiore, mi da una sensazione di tranquillità.

N: mh vedremo

Mette in moto ed iniziamo ad andare nemmeno io so dove.

N: non dovresti portarmi a casa

G: ti va di mangiare qualcosa? magari in un fast food, sono le due, è già tardi, a casa arriveresti alle 3 minimo

N: va bene va bene, hai ragione

Al primo mcdonald che incontra per strada si ferma.

G: preferisco il drive, è un problema mangiare in macchina per te? nel caso puoi andare nei sedili dietro e tirare su quelli davanti

N: tranquillo, no problem

G: ok

Entra nella corsia del drive ed ordina due menu, insisto un po' per pagare, alla fine fa lui, però non si accorge della banconota che gli lascio nel portaoggetti.
Appena ci danno il cibo parcheggia l'auto nel parcheggio e lascia andare il riscaldamento. Prendo in mano il cibo ed inizio a mangiare, anche lui fa lo stesso, solo che, mentre fissa il panino, è come se qualcosa gli impedisse di mangiarlo o non ne avesse voglia.
Alla fine fa un morso ed inizia a mangiare, continuo peró a pensare che quasi si sforzi.
Non ha mai accennato di problemi alimentari e al concerto mi sembrava abbastanza in carne, poi vai a capire, non ero in prima fila, ed era pieno di luci psichedeliche e fumo.
Gli accarezzo lentamente il braccio, in un qualche modo, sono riuscita a capire che gli fa piacere ricevere queste piccole "attenzioni".

Appena finisco faccio un po' di ordine buttando tutto in un sacchetto, lo lascio in un angolo dell'auto e mi accoccolo di fianco a Gus.
Probabilmente lui prende la palla al balzo e ne approfitta per iniziare a baciarmi, ricambio per un po', dopo mi stacco e mi accoccolo praticamente sopra di lui che continua ad accarezzarmi i capelli e a lasciare dei piccoli baci su di essi.
Stiamo lì per un po', in quell'atmosfera che sembra magica, che nessuno dei due vuole rompere.
Tira fuori il telefono dalla tasca, lo sblocca e me lo mostra, sono le tre e mezzo del pomeriggio ormai, dovrei essere a casa da una ventina di minuti circa.
Decido di prendere il mio telefono e chiamare mia mamma, vorrei fregarmene, però ho paura di finire in punizione, non poter vedere più Gus e Beatrix oltre il periodo scolastico non è esattamente quello che mi serve al momento.
Uno squillo, al secondo già ottengo una risposta

M: ei ciao amore

N: ciao mamma

M: tutto apposto? arrivata a casa?

N: si, tutto apposto, volevo avvisarti che mi sono fermata a mangiare fuori e tardo un attimo, arriverò per le quattro e mezza cieca

M: per domani hai compiti?

N: pochi, dovrei avere un paio di esercizi veloci

M: fisica?

N: sei

M: ok, allora puoi stare, la prossima volta chiama prima però

N: si scusa mi sono dimenticata

M: tranquilla, avviso io tuo padre, buon divertimento.

Chiudo la chiamata e guardo Gus, che è impegnato a osservare ogni centimetro del mio corpo.

N: chi è qui l'opera d'arte ora

G: entrambi, direi

Mi tira una manica della felpa e mi fa riavvicinare a lui, fa passare un braccio dietro al mio collo e poi appoggia la sua testa sulla mia.

Sorrido.

G: quindi? che dice?

N: non mi dire che non hai origliato perché non ci credo nemmeno un sordomuto

G: colpevole

N: -

G: ti riporto a casa?

N: beh si, magari così puoi stare un po' mentre faccio i compiti

G: perché con me di fianco speri di fare i compiti

N: tutto è possibile

Gli tiro uno sbuffetto sotto al mento mentre mi sposto sui sedili davanti, lui mi imita.
Mette in moto, inserisco la destinazione sul navigatore e nel giro di un mezz'ora siamo a casa, andiamo in camera mia ed inizio a svolgere gli esercizi sotto il suo sguardo.

Quello sguardo che mi tenta.

Quel maledetto sguardo che mi farebbe mandare tutto a puttane.

Quel maledetto, ma bellissimo, sguardo.

Spazio Autrice:

Ruby - Twenty one pilots

ALL'INIZIO NON E' PROPRIO FANTASTICA PERO' VERSO LA FINE TYLER URLA ED IO TIPO DHFWFAJKFHNFNRBNBO

𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐑𝐈𝐆𝐇𝐓𝐒𝐈𝐃𝐄 | 𝐋𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐄𝐏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora