Il Limbo

9 1 0
                                    


POV SEAN

Phoebe era tesa, aspettava qualcosa, impaziente ciondolava avanti e indietro nel cortile della villetta di pietra di Denali. Mi stava innervosendo giacchè non voleva dirmi cosa diavolo stessimo aspettando.
"Senti io me ne vado se non mi dici..." mi lanciò un'occhiata furente,
"Sta zitto, devo concentrarmi..." alzai gli occhi al cielo, passarono altri 10 minuti.
"Sean sto aspettando che Alice mi chiami" si degnò di parlare finalmente,
"Spero che lui l'abbia fatta ragionare, per favore, deve essere così" ancora tentava ancora di distoglierla dalla nostra vendetta. Non capivo quella donna se voleva davvero aiutarla doveva permetterglielo. Lui... si riferiva al vampiro? Ma se non le rivolgeva la parola...
"Ecco...andiamo Sean, prendimi la mano" la guardai confusa,
"Io? Non ti aiuterò nel tuo vano tentativo di farle cambiare idea" incrociai le braccia irritato,
"O cielo non so se cambierà idea e certo non voglio il tuo aiuto ma se vorrà andare nel limbo le servirai tu" mi prese di forza, io non potevo smaterializzarmi con le ali in quelle condizioni o avrei rotto anche l'altra. Comparimmo in un boschetto umido molto più caldo dell'Alaska.

Eravamo a 30 metri da loro. Da lei e dal vampiro... no... erano insieme e lui le poggiava un braccio sul fianco guardando accigliato nella nostra direzione. Il mio umore era drasticamente peggiorato adesso. Saettarono verso di noi. Phoebe era in brodo di giuggiole per la riuscita del suo piano. Niente Limbo allora. La abbracciò e scoccò un'occhiata maliziosa a Jasper. Io me ne stavo qualche passo indietro ad osservare un picchio scalfire la superficie di un tronco. Ma Alice si avvicinò lo stesso,
"Sean, devo parlare a entrambi" cercai di mantenere un atteggiamento tranquillo nonostante fremessi di rabbia giacchè lui era tornato da lei. E Jasper lo percepiva chiaramente, si irrigidì.
"Phoebe devi mostrarmi qual è l'accesso" disse lei tranquilla,
"Cosa?" la faccia di Phoebe si contrasse in un'espressione buffa, cercava di esse arcigna ma con quei lineamenti perfetti e delicati e gli occhi rotondi e dolci proprio non ci riusciva. Un pizzico di soddisfazione stornò per un attimo le mie emozioni.
"Per il limbo Phoebe, ora torniamo a Forks, devo parlare gli altri e con mio figlio e poi partirò" Phoebe fissò lei poi Jasper poi di nuovo lei.
"Ma io credevo che tu..."Jasper alzò le spalle poi guardò Alice come se avesse visto la luce per la prima volta, la guardava sempre in un quel modo, e adesso potevo capirlo anche io.
" Nessuno può farle cambiare idea... credimi..." lei ricambiò lo sguardo dolcemente.
" E Va bene... ma ti ho avvertita...io non conosco l'ubicazione dei portali ma Sean si e ce ne deve essere uno in America" tutti spostarono l'attenzione su di me, tossichiai,
"Si, in Arizona... so dov'è tu e Pheobe potete smaterializzarci lì, penserò io intensamente al luogo, dovrebbe funzionare lo stesso" dissi ad Alice.
"Bene, ora torniamo da Aiden" afferrò la mano di Jasper e Phoebe fece lo stesso con me contrariata più che mai.







POV JASPER

Aiden era accoccolato tra due cuscini e leggeva un fumetto sugli x men, appena avvertì la nostra presenza sorpreso scattò a sedere a gambe incrociate. Alice mi stava davanti, richiusi la porta, nella penombra della stanza una luce azzurognola rendeva le nostre sagome ancora più pallide. La sorpresa di Aiden mutò in ansia immediatamente,
"Che succede?" disse impaziente, vederci insieme e non era il solito weekend di visita di Alice ma un martedì pomeriggio doveva significare che qualcosa stava per accadere, Aiden era molto attento e aveva affrontato situazioni scomode da quando era nato. Ma questa volta almeno avevamo una buona notizia, essere di nuovo insieme.
"Tesoro non allarmarti, va tutto bene..." mi avvicinai ad Alice per vedere Aiden in viso e le presi la mano, eravamo davanti al suo letto, lui scrutò pensieroso me e poi le nostre dita intrecciate e poi un sorriso bianco e caloroso si allargò sul suo volto. Scostò via le coperta e si alzò sul materasso per abbracciarci, da sopra i suoi capelli neri e arruffati Alice mi guardò stringendolo con tutto il calore possibile.
"Mamma?"
"Si piccolo mio?" Aden titubante soppesò i suoi pensieri,
" Forks è una città molto bella e tranquilla, qui ho fatto amicizia in pochissimo tempo e poi c'è Renesmee e i nonni e ...." Alice sorrise ponendogli un dito sulle labbra sottili,
"Aiden possiamo fare tutto quello che vuoi e se ti piace vivere qui sarà solo un bene per noi restare vicini alla famiglia, nessuno proverà più a farci del male te lo prometto" Aiden raggiante entusiasta come non lo vedevo da settimane fece un cenno di vittoria e si buttò nel letto all'indietro, afferrò il fumetto e continuò assorto la sua lettura, Alice stava per ricominciare a parlare ma si trattenne,
"Aiden dobbiamo dirti una cosa" iniziai incoraggiandola, dirgli che Alice sarebbe dovuta stare via ancora per un po' era difficile dopo la speranza che gli avevamo dato che tutto sarebbe stato normale d'ora in poi.
"Ma possiamo parlarne domani, continua a leggere pulce" mi trascinò fuori e chiuse la porta, si appoggiò al muro irrequieta,
"Alice dovremmo dirglielo" dissi pacato,
"Jazz, io non credo sia una buona idea, ne ha già passate tante, due trasferimenti, l'attacco nel parcheggio, la nostra separazione, ha solo 7 anni non può continuare così" lei aveva ragione, dirgli che sua madre sarebbe andata in una dimensione da cui era difficile far ritorno non era la promessa di tranquillità che gli avevamo fatto e che gli serviva.
" Hai ragione..." avrei voluto chiederle un'ultima volta di non andare di farlo per Aiden, ma non era giusto, anche se lo desideravo così tanto che non facesse nulla.
"Domani tornerò e andrà tutto bene Jazz, io posso farcela" la sovrastai contro il muro e la baciai con passione, a stento riuscii a staccarmi,
" Tu puoi fare qualsiasi cosa lo so"dissi ammirato e spaventato e arrabbiato per quello che sarebbe potuto accadere.






POV SEAN

Non capisco perché debbano venire anche i vampiri. Pensai aspettandoli nel cortile, le foglie rosso sangue degli aceri rilucevano dei bagliori bassi del tramonto. L'aria era fredda, e piena di pollini.
"I vampiri potrebbero aiutare quando Alice uscirà con Eleonor e i suoi cani da guardia" disse Edward che era uscito prima degli altri. Lo guardai accigliato, non era gradevole che qualcuno frugasse nella tua mente. Chiaramente con l ala spezzata non avevo molta forza quindi Edward aveva ragione ma io e il vampiro biondo nello stesso spazio vitale, non era una buona idea dati i trascorsi. Edward sorrise nervoso. Alice Phoebe e Jasper uscirono a ruota raggiungendoci.
"Okay, Sean Edward prendetemi la mano, Alice tu qui a destra e Jasper si lì" formammo un cerchio abbastanza ampio e lontano dagli alberi per evitare di scaraventare qualcosa in aria,
"Chiudete gli occhi e restate calmi" facile a dirsi ma Alice mi stringeva la mano e quel contatto fece aumentare i miei battiti.
"Sean pensa intensamente al portale,io ed Alice faremo il resto,questa è una smateliarizzazione condivisa quindi non interrompete il contatto fisico o solo dio sa dove finiremo" tutti si irrigidirono. Arizona 44 nord 58 sud, Arizona 44 nord 58 sud, Arizona 44 nord 58 sud. Ripetei mentalmente finchè non capii che ci stavamo muovendo. Atterrammo bruscamente sul suolo polveroso del deserto. Phoebe ebbe l'eleganza di cadere perfettamente eretta mentre noi altri ruzzolammo a terra. CI scrollammo la polvere rossastra di dosso.
"Dove siamo?" disse Alice riparandosi gli occhi dal sole basso e rovente,
"Arizona" risposi e la mia voce seppur bassa risuonò nello spazio vuoto, Edward sfrecciò avanti e indietro per esplorare il territorio, confuso mi afferrò per un braccio,
"Siamo in pieno deserto, non ci sono edifici o esseri umani per chilometri, dov'è il portale?" scettico , lui come tutti dopo quello che avevo fatto.
"Non pensavo questo" disse subito preoccupato, si dopo quello che ho fatto ad Alice ma non dimentichiamo che l ho ... e che ha perso un bambino per colpa mia.... Dallo stringermi il braccio con irruenza Edward passò a darmi una pacca sulla schiena.
"Non tormentarti, è passato, ora dobbiamo concentrarci" sussurrò impercettibilmente in modo che potessi udirlo soltanto io.
"Beh?" Phoebe aveva gli occhi puntati su di me impaziente, Alice e Jasper che stavano sussurrando anche loro l'uno rivolta all'altro fecero ugualmente attenzione.
"Da questa parte, pochi metri e lo troveremo" Balthazar mi aveva spesso affidato il noioso compito di sorvegliare quello stupido arco di pietra nel bel mezzo del nulla per punirmi. Era un lavoro infinito e terribilmente frustrante. La guardia durava intere settimane e non c'era nulla da fare, solo fissare la pietra e sperare che qualche sciocco intendesse varcarla, ma in 100 anni nessuno ci aveva mai provato. Camminammo si e no per 10 minuti poi feci cenno agli altri di fermarsi. Il paesaggio era il medesimo e alla vista non c'era nulla se non rocce e sabbia e montagne, oramai il sole era sparito all'orizzonte, il cielo era limpido e stellato e la luna semi piena quindi c'era abbastanza luce naturale per vedere. Mi accovacciai sulla sabbia e disegnai la runa per rendere visibile anche a loro il portale. Il sottile velo di protezione si ripiegò nell'aria come se fosse l'increspatura di uno stagno e la porta apparve. Antichi simboli magici ed effigi erano istoriati sulla superficie dell' arco, alto 3 metri, dall'altra parte continuava il deserto. Jasper con gesto protettivo fece indietreggiare Alice, insieme al portale era apparso anche un demone semi addormentato sulla sua lancia, le ali ingrigite accasciate dietro di lui. Si destò all'improvviso e ci fissò lucido. L'occhio di vetro fisso e vuoto l'altro di un verde accesso scrutò uno ad uno gli estranei, poi si soffermò su di me.
"Sean, brutto bastardo allora le voci sono vere!" si fece una risata e venne ad abbracciarmi energicamente, mi scostati e feci cenno agli altri di avvicinarsi,
"Ma guarda un po' due vampiri, un angelo...e... tu cosa sei?" Jasper non gradì molto il tono che il vecchio Morthy aveva utilizzato ringhiò minacciosamente, Alice gli scoccò un' occhiata placida e si avvicinò al demone, spalancò le ali azzurre e luminose e lo guardò decisa.
"Beh... non ho parole, in 2000 anni non ho mai visto nessuno come te, mezzo angelo e mezzo vampiro, incredibile" indietreggiò e mi fissò stranito,
"Quali voci circolano su di me negli inferi?" tornò al suo ghigno divertito,
" Di te che sei passato dall'altra parte, eh ?" si lisciò la barba riccioluta e nera come la pece.
"Io non mi schiero, sono un caduto, come lei" ed indicò ancora Phoebe visibilmente colpita dalla monumentalità del portale e dalla magia che promanava.
" Dobbiamo passare" disse Edward impaziente ad un tratto, Morthy rise divertito,
" Questo non è proprio ammissibile" poi i suoi occhi o meglio il suo occhio ancora vitale divenne furente, spalancò le ali e si piazzò a pochi centimetri dal portale, con la lancia puntata su di noi, Alice mi lanciò un occhiata,
"Andiamo Morthy in nome della vecchia amicizia, quante volte ho montato la guardia con te!" scosse il capo,
"Dovresti saperlo Sean, il mio compito di guardiano è questo e in 1000 anni non ho mai permesso a nessuno di varcare questa soglia" prima che potessi ribattere un cumulo di rocce sovrastò il cielo e Morthy non fece in tempo a sollevare la testa che gli ricaddero addosso, Alice abbassò il braccio e ritirò le ali,
"Non abbiamo tempo, forza cerchiamo di capire come entrare"
"Ma l'hai ucciso?" Morthy era stato una sorta di mentore per me, non era una fine molto degna quella,
"No è solo svenuto" disse Edward tirando fuori Morthy dal cumulo di rocce, Alice era prettamente concentrata a leggere le iscrizioni, Jasper aiutò Edward a nascondere il corpo tra i roveri. Mi avvicinai ad Alice e le bloccai una mano che frenetica cercava una leva, come un bozzo da pigiare.
"Alice non devi fare nulla, gli anziani ti hanno dato il permesso di varcarlo, devi sono passare" sospirò, e mi sorrise ma distolsi lo sguardo corrucciato. Phoebe ed Edward si avvicinarono e la abbracciarono,
"Se si fa troppo pericoloso torna subito indietro, il varco non resterà aperto a lungo, chiaro? O rimarrai intrappolata" disse Phoebe parlando con voce tremante, Alice annuì. Avanzò fino a sfiorare col viso la roccia, indietreggiammo e Jasper le prese la mano, lei si voltò, si guardarono intensamente,
"Torna da me" gli sentii sussurrare. Alice fece un passo in avanti e la sua sagoma attraversò la superfice fluida del portale, era nel Limbo adesso.




POV ALICE

Concentrati Alice. Dovevo trovare Eleonor e portarla fuori, potevo farcela. Nelle vene mi scorreva adrenalina ed ero pronta ad affrontarla, desideravo che soffrisse e pagasse per quello che ci aveva fatto. Pensai solo a questo ad occhi chiusi mentre attraversavo l'arco di pietra, era come immergersi nell'acqua quando per qualche secondo aria e acqua coesistono e avverti quel passaggio di stato, quel confine tra i due mondi. Ed eccomi lì, ma non mi sentivo galleggiare o fluttuare leggera, anzi ovunque fossi non avevo mai percepito una gravità così pesante. Le scarpe mi scricchiolavano sul terreno polveroso, non rosso come quello del deserto ma di un grigio spento. Non era notte lì, e neppur giorno ma una luce plumbea filtrava dall'alto dalla densa nebbia che rendeva impossibile vedere l'orizzonte. Non c'erano alberi o qualsiasi altra forma di vita, solo rocce, di tutte le forme e misure a contornare la piana polverosa. Aguzzai la vista, forse dall'alto avrei avuto una panoramica migliore, a fatica schiusi le ali che illuminarono lo spazio a pochi metri da me e mi sollevai di qualche metro. Ma più in alto andavo più i contorni sfumati di quel luogo svanivano. No volare mi avrebbe disorientata ancora di più. Cominciai a correre per esaminare ogni angolo. Phoebe e Sean avevano detto che nel Limbo si aggiravano anime perdute, anime che non avevano fede in nulla, che non riuscivano ad andare avanti o lì perché punite. Ma io non incrociavo nessuno, passando e ripassando nei medesimi punti o almeno mi sembrava. Le rocce aguzze vicino a quella grotta le avevo già superate e poi era così strano c'erano delle montagne molto lontane ne vedevo le cime nella nebbia ma per quanto corressi non riuscivo a raggiungerle. A seguito dell'ennesimo giro a vuoto mi fermai e sedetti accanto a quello che doveva essere uno stagno ma pietrificato. Non avevo istruzioni. Ne un piano per trovare il demone. Eppure credevo che una traccia, il suo odore l'avrei percepito, ma ero sola, completamente sola. Fissai la luce più calda che proveniva dal portale aperto. No no potevo arrendermi di già. Quanto tempo fosse passato non aveva importanza, dovevo trovarla. Camminai a velocità umana calciando i ciottoli rotondi dei sentieri, mi sentivo sempre più apatica, quel posto riusciva a fiaccare davvero lo spirito. Poi ebbi un' illuminazione. Ricordai il racconto di Phoebe e dell'umano che amava, lei aveva detto che gli anziani gli avevano fatto qualcos , che non riusciva a ricordarsi di lei pur avendola davanti , di non riuscire neppure a vederla mentre erano nello stesso posto in Paradiso! Forse nel Limbo accadeva lo stesso, le anime vagavano sperdute e non potevano trovarsi l'un l'altra ma era la punizione non implicava certo che fossero sole davvero. Mi stava accadendo lo stesso, mi sentivo sperduta anche io.
"Devo concentrarmi sulla realtà, io non appartengo a questo posto, sono viva..." e pensai a quanto avevo di più caro al mondo, Aiden e Jasper, la mia famiglia e gli amici, Jacob Sean e i lupi, Charlie e gli umani, me stessa, viva e ciò che ero in grado di fare. Un sibilo di vento nell'aria immobile mi deconcentrò, mi voltai di scatto, la nebbia c'era ancora ma sembrava meno fitta, mi scostai in fretta. Due donne in abiti lerci mi scivolarono addosso, sagome semi-trasparenti come fantasmi, anime... Non si resero conto della mia presenza o di essere insieme e neppure gli altri spiriti che sentivo adesso chiaramente intorno a me e sopra di me. Aveva funzionato. Aspirai a fondo l 'aria. Non c'erano odori in particolare e questo fu un bene giacché riuscì facilmente ad intercettare la scia di bruciato di Eleonor. Scattai seguendo la traccia. Riuscii finalmente ad avvicinarmi ai piedi di quelle montagne che oscuravano di per sé la poca luce. Un uomo con un cilindro bucherellato era seduto a terra a gambe incrociate, lo sguardo vuoto.
"Sta bene?" ma non mi vedeva né mi sentiva come tutti. Che triste destino. Rabbrividi. Se anche mia madre era lì stava soffrendo molto. Lo sciabordare del vento divenne più impetuoso e mi parve di udire quasi un tuono. L'odore di Eleonor finiva lì, doveva essere lì per forza. Mi accucciai all'ombra e attesi. Passò qualche minuto e qualcosa mi afferrò la caviglia trascinandomi a terra.
"Tu!" il viso di ELeonor, olivastro e tirato in un'espressione di rabbia mi fissava dall'alto. Mi misi in piedi, trattenendomi con tutte le mie forze per non ucciderla in quello stesso istante. I capelli ondulati e biondi le ricadevano ben oltre le spalle. Estrasse due scuri infernali molto piccole ma ben affilate dalla cinta di pelle. Indossava un top nero e dei pantaloni rosso fuoco anneriti dalla fuliggine.
"E' tempo di pagare per quello che hai fatto" contrassi i pugni e spalancai le ali, ardenti per la mia rabbia, lei sempre tesa strinse le lame, di sicuro non sarebbe venuta con me senza combattere. Poi alzò un coltello sollevando l'altro braccio disegnò una striscia sul polso, premette ma non usciva sangue né c'era alcun segno. Butto a terra le lame contrariata e mi sorrise beffarda.
"Che significa?" dissi in un ringhio sonoro,
"Qui non possiamo ferirci o ucciderci l'un l'altra, non siamo nel mondo dei vivi e neppure in quello dei morti" ero confusa,
"Capisci angelo, per questo mondo anche io e te siamo fantasmi e non possiamo nuocere a nessuno, nemmeno a noi stesse" detto questo mi saltò addosso, schivai l'assalto e la inchiodai a terra stingendole il collo. Premetti più forte che potevo ma dopo pochi secondi cominciò a tremarmi la mano, era come se stringessi burro,
"Vis...to" la sollevai e la sbattei contro una roccia colpendola in faccia con un pugno, mugolò ridacchiando,
"E va bene Alice, se proprio vuoi sfogarti un po'" sputò a terra senza il minimo graffio sulla guancia e passò all'attacco, ci colpimmo a vicenda svariate volte, ruzzolammo a terra, sgretolammo cumuli di rocce, i tonfi dei nostri corpi echeggiavano nello spazio, faceva male ma nessuna ferita, come se non fosse mai successo nulla. Esauste entrambe smettemmo prendendo fiato.
"Non serva che ti uccida qui, tu verrai con me fuori di qui" respirando affannosamente piegata in due mi rivolse uno sguardo enigmatico,
"La tua caparbietà continua a sorprendermi" sollevai la mano, l'avrei stordita o bloccata in qualche modo, con i miei poteri avrei potuto trascinarla via,
"Ah ah" battè le mani, non riuscivo a fare nulla, né a smuoverla, né a controllare gli elementi, era quel mondo a impedirmelo.
" Cosa ti aspettavi, tu giochi secondo le loro regole" frustrata la afferrai per un braccio e la trascinai,
"Non ci pensare" ora basta, la mia furia stava per implodere, l'afferrai e la lanciai lontano in direzione della porta,
"Ti trascinerò a calci se servirà" dolorante si rimise in piedi,
"Ascolta Alice"
" Sta zitta, non voglio parlare con te, non voglio sentire il suono della tua voce" il suo volto preoccupato tornò al solito furore,
"Ragazza , sciocca ragazza, non ti rendi conto di quello che sei destinata a fare! Noi noi volevamo solo darti una spinta ma tu non vuoi proprio capirlo... se solo avessi preso quel bambino che ti cresceva dentro l'avrei fatto io, l'avrei fatto io a quest ora MA TU HAI ROVINATO TUTTO, tu mi hai portato via mio padre e adesso l'unica possibilità di compiacere il mio signore" una vena pulsava prepotente sul suo collo, la sua voce era tonante e quasi estatica. Ero così scioccata che pensai solo a soffocare quelle parole e un briciolo di potere sembrò palesarsi perché in un rantolo smise di parlare e si piegò sulle ginocchia non capace di respirare mi concentrai con tutta me stessa, era difficile ma forse ci stavo riuscendo lo stesso.
"Non osare dare la colpa a me, non osare parlare del bambino... voi mi avete usata come un incubatrice, sempre per acquisire POTERE, ma a cosa diamine può servire a te o al tuo signore se siete da soli e non amati da nessuno...che senso può avere" gli occhi neri del demone mi fissavano ancora furenti. L'avrei uccisa se un boato, un ruggito dal cielo non avesse totalmente dissolto la mia concentrazione. Le anime intorno a noi pur non vedendo nulla si agitarono e ognuna da sola correva a perdifiato scappando. Eleonor si rimise in piedi ora rilassata.
" Non mi sono nascosta qui da te Alice Cullen, io volevo che venissi a cercarmi così oggi mia cara tu morirai!" un vuoto allo stomaco e una bruttissima sensazione mi paralizzarono, il sibilio del vento si fece più penetrante, qualcosa si stava muovendo sopra di noi, nel cielo,
"Giochi secondo le loro regole, beh nessuno può proteggerti qui... sei tu ad essere sola" strinse una collana con una pietra rugosa e diventò della stessa consistenza semi trasparente delle altre anime.
"Il guardiano si occuperà di te..." dettò ciò sparì correndo insieme alle altre anime. Confusa allargai le ali il più possibile per cercare di vedere chi stesse arrivando. Una sagoma serpentina e scura si profilò sulle nuvole e poi calò giù a velocità impressionante, mi alzai in volo per evitare che mi finisse addosso, la creatura con uno scattò si lanciò al mio inseguimento. Non vedevo nulla, mi fermai e decisi di affrontarla. Mi voltai per vederla. Un...un drago... nero con due zampe anteriori e il corpo da serpente, sembrava cosparso di petrolio che colava e aveva due occhi enormi, bianchi, vuoti come quel luogo. Il guardiano ruggì impetuosamente e si scagliò contro di me.




POV JASPER

Era passata qualche ora, non riuscivo proprio a rilassarmi. E il mio nervosismo stava mandando Phoebe ancora più in paranoia, potevo sentirlo. Edward era teso ma ben concentrato e il demone sembrava pietrificato da ore nella stessa posizione, seduto su un traliccio di tronco separato da noi a fissare il terreno.
"Deve tornare il varco si sta già esaurendo" le lanciai uno sguardo di ghiaccio.
"State calmi, le serve tempo ma ce la farà" feci un respiro profondo, Edward aveva ragione era inutile allarmarsi prima del tempo, regalai un po' di serenità anche a Phoebe. Il telefono di Edward squillò, era Bella.
" Cosa? Quando... oh Bella, e lei come sta...ok...si...no no vengo a vedere" le emozioni di Edward erano contrastanti, paura controllo, calma e tensione.
"Niente di cui preoccuparsi, Renesmee' si è ferita per colpa di un giovane lupo del branco che ha perso il controllo mentre Jacob era un attimo via...sta bene Jasper ma voglio andare a controllare" annuì, certo era sua figlia,
"Phoebe puoi materializzarci lì, ci vorranno pochi minuti e poi ritorniamo" l'angelo titubante mi scrutò,
"Si andate, se tornasse vi chiamerò e verrete subito" io e Sean avremmo potuto soggiogare qualche demone con l'aiuto di Alice ma più numerosi eravamo meglio era. Ciò che mi preoccupava di più era restare da solo con Sean anche se per poco tempo. Sospirai, se rimaneva lì nel suo angolo finchè non fossero tornati nulla sarebbe andato storto. E invece... invece il demone appena Phoebe sparì con Edward si alzò dal suo tronco e avanzò verso di me corrucciato. Era molto arrabbiato, ferito e impaziente. Incrociai le braccia, non volevo fargli del male anche se quell'impulso era forte. Aveva preso Alice con la violenza e ed era stato con lei, il solo pensiero mi rivoltava lo stomaco.
" Non credevo che l'avresti perdonata" disse all'improvviso con grande controllo, nel momento in cui mi aveva rivolto la parola la sua rabbia sembrava svanita, restava lo sconforto e l impazienza. Ero interdetto.
" Non ti riguarda demone" dissi stringendo un pugno,
"Voglio...voglio solo parlare" alzò le mani indietreggiando,
" Non c'è nulla di cui parlare, non ti riguarda" dissi freddo,
"Si che mi riguarda, tu sai cosa provo per lei" gli si incrinò la voce, seppur desiderassi staccargli la testa in quell'istante una parte di me provava compassione ed empatia. Ricacciai quel pensiero.
"Io l'ho perdonata perché per quanto avesse sbagliato l'ha fatto per salvarci e il suo senso di colpa l'aveva logorata, e non potevo continuare a ferirla....perché la amo, non posso vivere...senza di lei" dissi pacato, anche la mia rabbia era svanita e mi sentivo come privo di energia. Sean guardò intensamente il terreno.
" Si tu la ami davvero molto" disse ammirato,
"Mi dispiace avervi messo in questa situazione" gli costò molto, davvero molto dirlo, era orgoglioso e introverso ma era sincero. Si voltò.
"Credevo che...anzi speravo... che se tu l'avessi lasciata io avrei potuto avere una possibilità... ma lei non mi ama, prova qualcosa credo...si, sente un legame con me...ma non è lo stesso che con te... non lo sarà mai..." tornò a guardarmi, si aspettava che reagissi che provassi a colpirlo forse, era teso e in attesa.
"Non ti colpirò se è questo che vuoi...lo sento il tuo di senso di colpa per quello che le hai fatto"dissi calmo,
" Lei non mi perdonerà mai... e questa cosa mi distrugge" gli occhi si coprirono di un velo di lacrime, strinse il pugno e tornò al suo tronco calciando e rompendo a metà una roccia.
"Non lasciare che questa cosa ti tormenti, va avanti, Alice ti ha già perdonato, l'ho ha detto a me, non ti giudica, hanno usato anche te " non credevo alle mie parole ma in fondo dovevo dirglielo, poteva meritare il mio odio ma non credere di essere odiato da Alice. Lui annuì poco convinto.
" Grazie, amico..."
"Non sono tuo amico..." ma Sean sorrise bieco,
" Strano ma vero, siamo legati anche io e te perché siamo legati a lei" scossi la testa,
"Non ti uccido solo per lei, perché la ferirebbe" dissi serio ma lui rise, ero stupito e sconcertato da quello strano ragazzo.
" E' incredibile, faresti qualsiasi cosa per lei" disse fissando l'orizzonte trasognato,
" Esatto, ma non provocarmi" dissi ora divertito dai suoi sbalzi d'umore,
" Per carità nessuno mi aveva mai spezzato un'ala" mi grattai la testa,
"Si, mi dispiace per la tua ala ...ho perso il controllo" fece spallucce,
"Tranquillo...credo di essermelo meritato".





POV ALICE

Mi avrebbe uccisa, di sicuro, allora doveva finire in quel modo. Senza i miei poteri e senza il minimo senso dell'orientamento e senza l'aiuto di nessuno non potevo batterlo e fuggire all'infinito non era una buona soluzione. Io avrei potuto continuare ancora per molto e anche quell'essere non dava segni di cedimento. Mi sentivo frustrata perché forse il mio cieco desiderio di vendetta era sbagliato e mi aveva trascinato in quella situazione, e per cosa? Magari Eleonor sarebbe rimasta lì per sempre ad aspettarmi senza accorgersi di quanto tempo passasse, non era già quella una giusta punizione? Mi sentii stupida, avrei dovuto dar retta a Phoebe e Jasper e mia madre. I sibilii del drago mi turavano le orecchie, tutte le anime continuavano a scappare terrorizzate ma quel mostro inseguiva solo me. Virai appena in tempo intercettando la sua coda che aveva scagliato a mò di frusta. Mi decisi a colpirlo, almeno dovevo provarci, dovevo farlo per le persone che amavo e a cui avevo promesso il mio ritorno. Con tutta la forza possibile mi lanciai sul suo dorso sorprendendolo in picchiata ma fu come attraversare uno specchio d'acqua e mi ritrovai a 30 metri sotto di lui. Dovevo battere un essere incorporeo che non potevo ferire.
" E va bene, coraggio vieni a prendermi!" gridai disperata, cercai di concentrarmi su Aiden e Jasper per cercare conforto, era finita ormai. Il vento mi fischiava nelle orecchie, avvertivo il drago scagliarsi a tutta velocità su di me, il suo enorme muso sempre più vicino...
"Fermo!!! "una voce tonante eruppe lì a mezz'aria e tutto sembrò come congelarsi, aprii gli occhi sbalordita, una delle anime grigie era protesa davanti a me a pochi centimetri dalla creatura e aveva una mano sollevata per bloccarlo, anche tutti gli altri spiriti interruppero la loro folle corsa e la fissarono, riuscivano a vederla,
" Lei no" riprese la voce più pacatamente, le palpebre nere del drago sfarfallarono un paio di volte poi alzò il collo serpentino e sbuffò volando in alto finché non scomparve alla vista. Solo il mio frenetico battere le ali rompeva il silenzio che era calato. Ero priva di forze ormai, planai in bassò e caddi bruscamente sul terreno ritraendo le ali. Ero ancora viva. L'anima fluttuò giù leggera era scalza e indossava una tonaca bianca, mi sollevai da terra. Il sollievo si tramutò in completo stupore, era lei.
"Alice, stai bene?" senza pensarci mi tuffai ad abbracciarla ma fu come stringere il fumo tra le mani, indietreggiai. Era frustrante davvero, era lì con me ma non potevo toccarla.
"Sei tu..." lei annuì sorridendo,
"Mamma, cos...cos'era quella cosa?" le chiesi tremante,
"E' il guardiano...vieni facciamo due passi così posso spiegare" camminammo lungo il sentiero di pietra che conduceva alle montagne.

Un Bivio Tra Luci e OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora