Rifugio

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POV ALICE

Passarono 5 giorni, e nulla cambiò, il demone non si palesava, Aiden non sembrò mostrare più segni di capacità sovra-umane, Carlisle ed Edward fecero alcune ricerche, noi altri controllavamo sempre la città, nessuna creatura soprannaturale tranne noi. Con Jasper le cose erano in stallo, da quella sera non avevamo più cercato di parlare di cosa fosse effettivamente successo quella notte; tutta la nostra attenzione era concentrata su Aiden. Si ci parlavamo ma in fondo era come se ci fosse un sottile velo a dividerci, mi mancava, la sintonia delle nostre menti era disturbata, eppure sentivo che come me soffriva, che come me cercava un contatto. Quella mattina toccava a me portare Aiden a scuola, Jasper uscii presto con Carlisle ed Edward per fare di nuovo rifornimento, era lo stress, ma la mia sete aumentava ogni giorno di più, ed era meglio essere prudenti. Aiden pronto balzò giù dalla sedia sorseggiando l'ultimo goccio di latte.
"Andiamo!" disse guardando preoccupato l'orologio del salone,
"Non faremo tardi"
"Mamma?" mi portai le mani alla gola, ero in piedi davanti al bancone della cucina, indietreggiai barcollando, una tunica nera premeva contro il mio corpo, due mani rugose mi stringevano il collo, la parete di cemento era fredda, potevo sentirlo anche sopra i vestiti. Un odore acre. Mi guardai attorno, luci al neon e auto, molte auto in quello spazio chiuso. Presi ampie boccate d'aria sfarfallando gli occhi.
"Mamma che c'è?" Aiden spaventato mi scuoteva il braccio, tentai di ricompormi, era stata una visione molto intensa, ne avevo poche ultimamente ma sempre troppo forti, non riuscivo a distinguerle dalla realtà a volte.
"Era una visione" dissi, sorrisi forzatamente ad Aiden, qualcuno stava tentando di uccidermi, quell'odore, era un demone, forse lo stesso della festa. Deglutii afferrando la borsa,
"Ma mamma, voglio sapere, stai bene?" sospirai, era dura ma non volevo spaventarlo, era solo un bambino.
"Si tesoro, non è niente" scendemmo fino alla macchina parcheggiata di fronte il condominio. Guidai assente fino al parcheggio della scuola, quella visione era stata così reale, rivedevo quelle immagini in continuazione, tentando di capire dove fosse quel posto, chi fosse quella persona, non vedevo il volto, ma l'odore era chiaro. Dovevo avvisare gli altri. Eravamo fermi da diversi minuti. Che quella visione fosse collocata agli incubi che avevo avuto in quei giorni. Incubi, molto più intensi, e spaventosi, tanti in molti mi aggredivano ma nemmeno lì distinguevo granchè, ma sapevo era un sogno, perché c'era Jasper lì con me abbattuto e che mi fissava mentre tutti cercavano di bloccarmi a terra, e poi ero in una stanza, priva di pareti, era un illusione, ma ciò che avevo visto in quel momento da cosciente era la realtà, era il futuro.
"Ho una brutta sensazione mamma, restiamo insieme oggi, ti prego" la voce incerta di Aiden interruppe il flusso dei miei pensieri.
"Aiden, guardami, non è nulla, risolverò tutto, tu devi andare a scuola, è un giorno normale questo, d'accordo, coraggio, lo so che è dura per te." Mio figlio annuì e uscì mogio dalla macchina. Frustrata misi in moto e guidai in fretta sino al parco, mandai un messaggio a tutti, dovevamo incontrarci alla luce del sole, in luogo affollato, non ci avrebbero attaccato mai con gli umani presenti. Tutti arrivarono in pochi minuti. Bella agghindata a dovere aveva persuaso Josh a lasciarla andare, quanto convincente poteva essere un vampiro nessuno lo avrebbe mai capito. Edward, Carlisle e Jasper stavano andando giusto in ufficio una volta scaricate le fiale.
"E' lui allora" disse Edward mentre a grandi passi si avvicinavano sull'erba appena tagliata. C'era odore di terriccio umido. Una serie di occhiate confuse mi fecero alzare, era seduta in terra con la schiena appoggiata ad una quercia, non m' importava di sporcare i vestiti, volevo solo concentrami.
"Non ne sono sicura... ho avuto una visione a casa, poco precisa, c'era questa figura vestita di nero che mi schiacciava contro una parete e tentava di soffocarmi, di certo non era umana e aveva l'odore dei demoni, quindi per logica potrebbe essere quello che ci ha trovati al galà." Il volto di Jasper mutò in ghiaccio.
"Dove? E Quando?" chiese Bella,
"Era un luogo chiuso, c'erano delle auto parcheggiate, luci al neon, credo un parcheggio sotterraneo, ma non ne ho mai visti come quello, almeno non dove di solito lascio la macchina." Sospirai,
"Non so quando accadrà, non ho elementi sufficienti per dirlo" mi appoggiai al tronco,
"Eri da sola?" Jasper si guardò attorno circospetto,
"Non ci attaccherebbero qui, in pieno giorno" rassicurò Edward,
"Si, di questo sono sicura, ero da sola e..." la visione, un'altra visione, o la stessa, più lunga, di nuovo quelle mani attorno al collo, io che mi dimenavo, ora scorgevo anche le piume nere delle sue ali espandersi e il fruscio. Ma non ce la facevo a resistere, era come se perdessi i sensi, poi mi vidi dall'esterno, accasciata, mi lasciava, non mi svegliavo.
"Alice?" Carlisle mi teneva sollevata, ero quasi piegata in due, metabolizzai lentamente,
"La stessa visione?" Bella mi prese la mano, si, non potevo dirgli che non, che non ce l'avrei fatta.
"Il futuro può sempre cambiare" disse Edward che aveva visto tutto nella mia mente,
"Va bene, ora sorvegliamo con più attenzione la città, dobbiamo trovarlo prima che arrivi ad Alice, non può nascondersi a lungo se è fra gli umani" << Edward non dire nulla, non voglio peggiorare la situazione>> Carlisle e Bella si allontanarono. Non parlai, non mi capacitavo, non poteva finire così, <>, Edward abbassò la testa e seguì gli altri. Jasper mi si avvicinò il più possibile, mi lasciai cadere appoggiandomi di nuovo all'albero, lui si accovacciò di fronte a me.
"Hai visto qualcos'altro non è così?" mi guardò intensamente negli occhi, dovetti interrompere il contatto visivo, non riuscivo a sostenere il suo sguardo,
"No" dissi fissando il cielo, quasi opaco, sfocato a causa dell'aria umida che preannunciava pioggia.
"Devi dirmelo" si alzò schermandomi dal sole, trattenni una lacrima. Spostai lo sguardo sul prato.
"Sai che ti dico, sono stanco di capire, a quanto pare non sono in grado" lo lasciai andare, lo avevo deluso ancora. E se non fossi riuscita ad evitare quel futuro lo avrei lasciato di nuovo.ò>

Un Bivio Tra Luci e OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora