Gelosia e Rancore

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Provai la smaterializzazione molte e molte volte in 2 settimane e Phoebe mi aveva portato anche giù negli inferi in quel labirinto che avevo visitato se non due volte e che era impossibile da attraversare da soli. Cambiava. Era frustrante quando Phoebe me l' aveva detto, i livelli e le costruzioni, i luoghi mutavano ad ogni accesso, era così che funzionava per annientare i visitatori non graditi, per confondere le anime dei dannati. L'angelo mi confidò che forse non saremmo mai riusciti a trovare Eleonor e i suoi se loro non l'avessero voluto. Con Balthazar era stata sempre una trappola, lui voleva che arrivassi a lui, che uccidessi il fratello tutto finalizzato a trasformare me. Ma ora nessuno voleva essere trovato a quanto pareva e i primi tentativi furono vani. Lei mi disse che mi avrebbe aiutata anche se ci fosse voluto 1 secolo. Era una buona amica e anche Bella cominciava ad aprirsi con lei. Le avevo raccontato la sua storia, era colpita e affascinata da questa realtà e mi costò fatica eluderla dal seguirci. Era tornata stabilmente a Forks per fortuna. Con Aiden le cose procedevano bene, i weekend li passavo sempre con lui, e i suoi poteri da vampiro erano ormai evidenti, per quanto riguardava la sua abilità di protezione ne aveva terrore a volte e non bastavano le mie parole a consolarlo, gli era capitato un'altra volta con un bidello che aveva tentato di abusare di una giovane insegnante, era stato al posto sbagliato al momento sbagliato o forse l'esatto opposto giacché aveva aiutato la ragazza. Il bidello aveva riportato gravi ustioni al braccio, ma non ricordava cos'era successo, e la ragazza non parlava. Per fortuna.
"Aiden so che ti fa paura tesoro ma è una parte di te...imparerai ad accettarlo" gli dissi un giorno mentre passeggiavamo in centro, indossava un cappotto beige e i guanti,
"Mamma non voglio" mi chinai su di lui prendendolo per le spalle e guardandolo negli occhi,
"Tu sei il bambino più dolce e buono che possa esistere non farai mai del male a degli innocenti, questo lo so di certo" sospirò e mi abbracciò. Ero preoccupata, gli umani l'avrebbero capito che qualcosa non andava se non si fosse controllato. Ne avevo discusso con Carlisle ed Edward e anche Jasper era presente, ma nessuno sapeva cosa fare, non potevamo chiudere Aiden a casa e ritirarlo da scuola. Jasper ne parlò spesso con lui, cercava un modo per aiutarlo ed era frustrato. Non mi rivolgeva oramai più la parola, e ogni volta che lo scorgevo o ne sentivo l'odore una voce dentro di me gridava di fare qualcosa, di parlargli di cercare un contatto. Ma ero ferma, paralizzata dalla paura. Quel pomeriggio io e Phoebe ritornammo laggiù, l'aria era molto più calda e odorosa di zolfo, procedevamo attraverso una serie di corridoi di pietra lavica.
"Questo posto puzza sempre di più non trovi?" ero sovrappensiero, non le badai,
"Alice?" mi bloccai, stava arrivando qualcosa, l'odore di bruciato era sempre più vicino,
"Phoebe preparati" spalancai le ali che emisero lampi di luce sulla nera roccia, piccoli puntini grigiastri e una figura snella e sinuosa si palesò, era un demone, le balzai addosso bloccandola sul pavimento,
"Accidenti, angelo, hai gli artigli a quanto pare" non reagiva, sembrava divertita anzi,
"Chi sei?" Phoebe si protese per guardala meglio, era sola,
"Levati di dosso e ne discutiamo" premetti ancora di più il ginocchio sul suo stomaco, emise un rantolo soffocato,
"Okay ma così non riesco a ...parlare" allentai la pressione,
"Sono Maze e vi ho portato quello che state cercando" quel nome, non mi era nuovo, mi alzai di scatto,
"Alice cosa fai, tienila ferma, potrebbe attaccarci con i suoi" feci indietreggiare Phoebe mettendomi tra loro,
"Aspetta, io so chi sei" era la donna del bar...ed era la stessa... lui me ne aveva parlato, l'informatrice, una sua amica,
"Forse, beh Alice puoi avere la tua vendetta adesso" batté le mani ridendo, era di carnagione scura e aveva curve mozzafiato, dei capelli castani ondulati lunghi e occhi color cioccolato, vestiva di pelle e portava una katana e diverse scuri attaccate alla cintola, dei tacchi vertiginosi, qualcos'altro si smaterializzò in quei cubicoli. Due ali nere semi distrutte e un corpo avvolto su sè stesso in catene, riconobbi il viso smunto ma liscio e avvenente, i capelli seppur insozzati dal fango e i suoi occhi, era Sean. Non sapevo come reagire e la totale confusione mi rese la testa pesante e il tempo rallentò, era lì davanti , lui che aveva osato abusare di me e mi aveva mentito. Alla fine la rabbia ebbe la meglio. Lo sollevai con una mano e lo piantonai contro il muro, la parete cedette di qualche centimetro.
"Cavoli, ora mi diverto" Maze soddisfatta applaudì lentamente, sentivo la tensione di Phoebe a distanza, non sapeva se fermarmi o lasciar perdere. Sean era confuso, e ora anche sofferente perché gli stringevo la trachea più forte che potevo. Vagava con lo sguardo ma poi si focalizzò su di me e mi riconobbe, fu quasi un sollievo per lui, questo mi fece ribollire ancora di più il sangue e gli mostrai i canini.
"Alice sei sicura di volerlo uccidere?" Phoebe mi pose delicatamente una mano sulla spalla, io sentivo solo che dovevo farlo, per me e per Jasper.
"Per quanto possa farmi piacere che questo traditore bruci tra le fiamme degli inferi...devi sapere la verità..." Maze sospirò languida,
"Lui non ti ha stuprata o almeno non consapevolmente, hanno drogato anche lui... io avevo drogato solo te, non sapevo perché, ne sapevo di lui..." cosa? Lasciai andare Sean. Questo non mi aiutava, anzi mi sentivo ancora peggio, perché se era vero allora Sean non mi aveva mentito ed era finito così perché mi aveva aiutata e avevano usato anche lui per i loro scopi. Mi tornò la nausea.
"Non ti credo, come faccio a crederti" fece spallucce,
"Fa come vuoi, perché dovrei mentire per salvargli la vita, questo verme mi ha abbandonata, tutti i suoi fratelli perché doveva seguire te, cosa avrai di così speciale... ha tradito me...che gli ho dato tutto...uccidilo pure se vuoi non ti fermerò" Sean massaggiandosi la gola acquistò più lucidità,
"Alice..." forzatamente lo guardai in faccia,
"Non posso farlo...perché? Perché diamine l'hai portato da me?" una traccia di sconforto apparve sul suo volto divertito,
"L'hanno rinchiuso qui a marcire per ordine di Lucifero...e a lui va bene, ma non posso vederlo così, quando ho capito che stavate venendo qui regolarmente sono andata a prenderlo, fatelo uscire di qui...non voglio rivederlo più" lei lo amava? o lo aveva amato.
"Sai bene cosa si prova adesso ad amare qualcuno che non ti vuole Alice" non c'era scherno stavolta nella sua voce ma dolore. Annuì stringendo un pugno. Phoebe aiutò Sean a rialzarsi.
"Dove mi portate?" gli presi il viso tra le mani scuotendolo,
"Sean , hey, cerca di riprenderti, dobbiamo uscire..." dissi seria.
Una volta fuori sentii come un peso, un peso che mi teneva inchiodata al terreno, il fatto che Sean fosse drogato come me non giustificava la cosa, ma era diverso, perché lui non ricordava nulla e dovevo credergli giacché mi era successa la stessa cosa. Ci eravamo smaterializzati nuovamente in Alaska nella fredda foresta ricoperta di neve.
"Io vado alla casa... ti aspetto lì" disse Phoebe visibilmente turbata per quanto era accaduto, anche a lei i piani perversi dei demoni davano il volta-stomaco. Sean richiuse le ali lacerate nonostante il dolore e aspirò a pieni polmoni l'aria fredda, prese una manciata di neve fresca e si pulì il viso. Non sapevo cosa dirgli o cosa fare. Ora era libero poteva andarsene.
"Grazie Alice" disse lui in un sussurro guardandosi attorno, si riprese... non risposi,
"Maze mi ha detto che dai la caccia ad Eleonor, hai scoperto qualcosa?" la rabbia mi ribolli di nuovo nelle vene,
" Cosa...Sean perché mai dovrei dirtelo? Cosa vuoi da me?" confuso socchiuse leggermente la bocca,
"Sei arrabbiata lo capisco, ma ora sai che io non ne sapevo nulla come te... mi credi?" annuì forzatamente,
"Questo non cambia quello che è successo" si portò una mano alla testa, la sua calma scomparve,
"Alice ne sono consapevole, credi che non mi senta un verme che non stia da schifo per quello che ti ho fatto? Anche se ero un vegetale in quel momento anche se non capivo nulla, mi sento una merda per quello che è successo..." la sua voce tremava, un silenzio cupo e greve per diversi minuti. Immobili sotto le sferzate del vento ci guardavamo senza parlare, poi Sean aprii le ali e cercò di volare via ma riuscì solo a raggiungere la cima di una montagna li vicino e a ripararsi sotto una mezza spelonca. Era sincero e soffriva era chiaro, avrei dovuto lasciarlo solo, andarmene e basta, ma anche lui aveva un conto in sospeso con i demoni ed era coinvolto con me, certo che lo era. Lo raggiunsi, si era seduto massaggiandosi le ali ferite. Sedetti accanto a lui e titubante sfiorai le piume, non si ritrasse al contatto, mi concentrai, un alone bianco si effuse dalle mie mani e le ferite guarirono.
"Perché eri in catene?" ritrasse le ali e sorrise sardonico,
"Volevo punirmi per quello che avevo fatto così sono tornato da Lucifero e lui mi ha dato quello che volevo" fissai il paesaggio languido sotto di noi,
" Io non ti ho chiesto come ti senti..." abbassai lo sguardo e portai la mano alla seconda cicatrice sul mio ventre,
"L'ho perso" dissi flebilmente,
"Eleonor pagherà, ti giuro che morirà nel modo più lento e doloroso possibile" lo disse con un tono che avrebbe spaventato chiunque.
"Non volevo coinvolgerti in tutto...questo" mi portai le mani al viso, ero distrutta e impaziente di tutto,
"Alice non mi hai coinvolto tu, sono stati quei bastardi a usarmi come...un burattino... ci hanno trattato come topi da laboratorio" strinse la roccia che si scheggiò stridendo,
" Ma se non mi avessi mai conosciuta" sospirò,
"Io lo sentivo che c'era qualcosa che non andava... dall'inizio..." sapeva che mi riferivo alla gravidanza,
"Si... anche io dovevo capirlo, ho fatto dei sogni, ma ora ho compreso che si trattava di ricordi annebbiati" anche lui aveva fatto sogni simili ai miei allora.
"Vedi io credevo che fossero solo sogni, insomma i miei desideri repressi, non c'era nulla di sbagliato, credevo..." per lui erano belli, due persone che facevano sesso, ma per me erano incubi, per mesi il mio subconscio aveva cercato di avvisarmi ma io ero cieca.
"Volevo ucciderti non sai per quante settimane ho pensato di venire a prenderti" dissi spontaneamente, Sean mi guardò negli occhi rilassato adesso,
" Beh, il fatto che tu stai utilizzando il tempo passato mi consola" si mise a gambe incrociate,
"Perché sei fuggito e non sei rimasto a spiegare?" mi fissò sorpreso,
"Il tuo vampiro mi stava spaccando la faccia, ho avuto quelle ferite per 1 settimana prima che iniziassero a guarire, se non mi fossi smaterializzato mi avrebbe ucciso" disse, non so se fosse terrore il suo o un leggero senso di ammirazione per Jasper. Sean notò che quell'immagine aveva fatto crollare la tranquillità che si era creata.
"Lui sa che sei con me?" mi passai una mano tra i capelli chiudendo gli occhi non potevo lasciarmi andare,
"No, Jasper è furioso con me, gli ho detto quello che è successo sull'isola" scacciai subito una lacrima ribelle che mi sfiorava la guancia, Sean sospirò,
"Capisco" tamburellò con le dita sulle sue ginocchia,
" Ma devo essere sincero il fatto che ti stia lontano mi fa sentire bene° sorrise spintonandomi leggermente, lo fulminai con lo sguardo, voleva distrarmi facendomi arrabbiare, capiva quanto stessi male, sapeva che io amavo Jasper,
" Ho incasinato tutto" fece spallucce,
"Non importa, è la tua vita puoi fare tutti i casini che vuoi" poggiò la sua mano sulla mia,
"Sean..." poi mi carezzò la guancia,
"Non capisci io... non posso stare con te..." abbassò la mano,
"L'ho capito Alice... ma io non posso farci nulla, non riesco a starti lontano".






POV JASPER

Aiden era di nuovo in ritardo, ultimamente lo faceva di proposito, tutto pur di trascorrere meno tempo a scuola, e non perché odiasse studiare o perché non avesse amicizie, ma aveva il terrore di fare del male agli umani. In mia presenza restava calmo, e cercavo di farlo sentire meglio col mio potere eppure non potevo aiutarlo a capire come controllarsi, forse Alice avrebbe potuto se solo ci avesse provato di più, aveva anche saltato l'ultimo weekend, tutto per la sua caccia ai demoni. Io ero d'accordo, era giusto che volesse vendetta, dopo quello che le avevano fatto, una rabbia dolorosa mi rimontava dentro solo a pensarci. E quanto, quanto avrei voluto ucciderli io, ma ero fermo. Bloccato da mesi ormai, una barriera di ghiaccio divideva me ed Alice e quella barriera l'avevo creata io, ne ero consapevole ma non riuscivo a scioglierla, per quanto ci provassi.
"Ecco" Aiden mogio scese le scale col suo zaino più grosso di lui e la divisa ben stirata,
"Finalmente" gli arruffai i capelli, salimmo in auto, la scuola elementare di Forks era molto più piccola di quella di Boston o Denali, ma a lui piaceva, non si era mai lamentato degli spostamenti e dei cambiamenti ma era ovvio che dovesse avere stabilità, un bambino non poteva tollerare tutto questo ancora a lungo.
"Oggi Scott porta il suo modellino di shuttle per il progetto di scienze" gli sorrisi,
"Non batterà mai quello che stiamo preparando per la prossima settimana" Aiden ridacchiò,
"E come si chiama quella bambina con le trecce bionde, Kate, o Katrine?" mi diede un pugno con molta forza sulla gamba,
"Smettila papà, non mi piace" alzai le mani in segno di resa, lo stuzzicavo da giorni da quando quella ragazzina gli aveva baciato la guancia all'incontro con gli altri genitori.
"Però è carina..." fece una linguaccia,
"No le ragazze sono strane... non ne voglio sapere" ne avremmo parlato fra qualche anno, alla sua prima cotta, innamorarsi di qualcuno era devastante ma straordinario, il viso di Alice mi offuscò i pensieri.
"Papà? Mi stavi ascoltando" Aiden richiamò la mia attenzione, eravamo arrivati, accostai l'auto al marciapiede antistante la scuola.
"Per quanto ancora la mamma non starà con noi?" una greve tristezza era sospesa fra me e lui,
"Non lo so piccolo..." mi guardò accigliato,
"Le vuoi bene giusto?" gli occhi gli si illuminarono,
"Ma certo, io non potrei mai smettere di volerle bene" Aiden scese piano dall'auto pensieroso,
"Non capisco perché deve stare via allora..." chiuse lo sportello e mi voltò le spalle,
"E' complicato Aiden" dissi abbassando il finestrino, fece qualche passo e si voltò,
"No, non lo è" disse e mi fece spallucce.





POV ALICE

"Quindi ali ammaccate si unisce a noi?" guardai Phoebe di sottecchi,
"Non è carino riccioli d'oro" alzai gli occhi al cielo,
"Smettetela, questa collaborazione è solo a fini pratici, vogliamo tutti la stessa cosa. Giustizia. Sean la vuole anche per sé e non se ne andrà mai , neanche se lo costringessi" divertito Sean si buttò sul divano dell'immenso soggiorno,
"Ahh mi era mancata la comodità degli umani" Phoebe era ancora tesa,
"Dove sono i vampiri, e Bella?" la presi da parte,
"Sono via per qualche mese e Bella è tornata a Forks, tranquilla, sta venendo Edward, dovrò informarlo e domani facciamo la prima sortita con Sean, deve guarire al 100 %, una buona dormita su un materasso lo aiuterà" lei annui,
"Va bene, ma non mi piaci e non ti azzardare a provocarmi demone" seria uscii in giardino,
"Accidenti angeli e demoni si odiano più dei vampiri e licantropi?" Sean sedette dritto,
"Mmm...credo che il livello d'odio sia lo stesso..." Edward, stava già arrivando, sospirai stanca, mi erano passate davanti le immagini del suo discorso.
"Che c'è?" feci cenno a Sean di alzarsi,
"Mio fratello sta arrivando, dovrò spiegargli tutto, puoi usare una delle camere da letto per riposare..." si alzò e annuì svanendo in corridoio.



POV EDWARD

"Alice non ho un buon presentimento" di nuovo , questa situazione si stava ripetendo troppe volte, e con Sean non finiva mai bene.
"Ho capito e ho letto i suoi pensieri, si dice il vero, è stato drogato ma ... non riesco a fidarmi completamente, era sempre invischiato nei loro affari, sapeva che stavano tramando qualcosa contro di te ma non ci ha detto tutto, e le mezze verità sono peggiori delle menzogne" Alice si appoggiò alla ringhiera afflitta,
"Lo so Edward, sto male e continuo a stare male, a volte lo guardo, mi fa paura e vorrei solo che sparisse perché è successa una cosa assurda, ho ancora quegli incubi... però lo sai quanto me che è consapevole di quello che ha fatto e si logora da quel giorno ...come me per...comunque sia non vuole andarsene e io non ho il diritto di negargli la caccia....è coinvolto quanto me e forse potrebbe essere decisivo per trovarli" era sua la scelta, oggettivamente non era un problema che li cercassero insieme, ma pensavo a lei e a Jasper e questo avrebbe reso più difficile le cose.
"A Jasper non piacerà affatto" un lampo di rabbia e dolore colorò le sue iridi di azzurro,
"Non mi parla da mesi, io ci sto provando Edward... ma chiedergli scusa 1000 volte non funzionerà, lui mi odia" non era vero, lui l'amava ma era un idiota nel gestire le proprie emozioni. Ironia del suo potere.
"No Alice, lui ti ama e ti perdonerà" Alice scosse il capo,
"Ed, diglielo pure se vuoi ma ho deciso, Sean ci è necessario" Andai da Jasper il giorno stesso, la reazione che ebbe superò le mie attese, credevo che avrebbe dato di matto ma dopo una sfuriata di 5 minuti si acquietò mestamente.
" Non posso impedirle nulla, ma se solo lui prova a sfiorarla o se solo ci pensa tu mi aiuterai a staccargli la testa chiaro?" annuì,
"Jasper devi parlarle ..." scattò via, non avevo affrontato l'argomento perché volevo fargli spazio ma ora che c'era Sean di mezzo le cose avrebbero preso una brutta piega,
"Con lui di mezzo le cose sono sempre andate male, pericoli mortali, veleno, ipnosi...e se non le stai vicino Jasper, se non ha te chi potrà salvarla questa volta" Jasper continuò a camminare impettito.
"E' lei che ci salva sempre tutti, l 'hai scordato?" mi bloccai,
"Si ma perché ha te... perché combatte per te e vive per te... e per Aiden...ma vi sta perdendo entrambi"





POV ALICE

Passammo altri 5 giorni a vagare per gli inferi con Sean al nostro fianco. Lui faceva il possibile ma di trovare Eleonor non se ne parlava, era invisibile, oppure non lasciava tracce, ma tutti lasciano tracce e non è possibile nascondersi del tutto, l'avevo capito a mie spese. Avevamo affrontato qualche gruppo bellicoso ma alla fine nessuno tentava di ostacolarci, nemmeno a Lucifero importava che invadessimo il suo territorio. Era strano. Tutto questo era cominciato per avere me, o un' arma contro il paradiso ed adesso laggiù sembrava non importare più a nessuno. Forse Edward aveva ragione, la vendetta non avrebbe cancellato il passato, forse loro volevano lasciarmi in pace ...ma... ma se quel demone avesse tentato di nuovo, non potevo avere la certezza che voleva restare nascosta o scappare da me. E se stesse macchinando qualcosa, non dormivo quasi mai, non riuscivo a starmene tranquilla. Phoebe lo percepiva bene, e per fortuna c'era lei tra me e Sean, giacche' anche lui non era prettamente stabile e continuava a provare delle emozioni forti per me. Alla fine dell'ennesima caccia inutile eravamo nella veranda della villa Denali, la primavera si stava manifestando ormai, il freddo gelido della notte era piu' sopportabile. Io e Phoebe eravamo sedute sulla panchina di pietra antistante il parco di aceri.
"Te l'ho detto che ci sarebbe voluto tempo" disse calma,
"Lo so Phoebe, io sono impaziente pero', sono passati mesi... e non abbiamo neanche una traccia o un indizio" sospirò guardando il cielo,
"Ho capito" Sean si smaterializzò davanti a noi facendoci sobbalzare,
" Sean!" Phoebe mi lanciò unì occhiataccia, in quelle settimane non riusciva a simpatizzare per nulla con lui,
" Non fare quella faccia contrariata, ho capito cosa ci sfugge" attenta appoggiai una mano sul ginocchio dell'angelo,
"Sarebbe?" disse lei irritata,
"Non riusciamo a trovarli all'inferno neanche avendo gli accessi ad ogni sezione grazie a me e non riuscivo a spiegarmelo..." eccitato Sean si muoveva freneticamente avanti e indietro,
"Perché forse tu sei un incapace...Alice che ho detto? Mi sembra ovvio quale sia il problema qui" lo canzonò, lui la ignorò e mi guardò intensamente,
"Stiamo cercando nel posto sbagliato" ero confusa,
"Ma se non sono negli inferi e neppure sulla Terra, insomma se fossero in questo mondo lo avvertiresti tu...." Annuì,
"Sono in un'altra dimensione Alice...io credo, anzi mi sembra l'unica ipotesi plausibile, che siano nel Limbo" ci stavo riflettendo, Phoebe scattò in piedi, nervosa anzi impanicata, non l'avevo mai vista così,
"Hey cosa ti prende?" respirò a fondo,
"No no levatelo dalla testa demone, lei non ci va ne' io mettero' piede in quel posto" non capivo, io ci ero stata nel limbo, gli anziani avevano portato Aiden lì quando aveva appena 2 anni per tenerlo al sicuro, era un luogo inaccessibile ma privo di pericoli,
"Fa come vuoi Phoebe ma sai bene che io non posso entrare lì , serve il consenso degli anziani quindi solo voi due potete cercarli lì" mi alzai anche io,
"Cioe' il loro permesso, dovrei andare a chiedergli il favore di lasciarmi entrare? Ma come , mi detestano, stavo per distruggere il paradiso..." Phoebe esasperata mi afferrò bruscamente il braccio e mi allontanò da Sean di qualche metro,
"Phoebe perché sei così agitata? Hai paura degli anziani? Ma se è l'unico modo per tro..." mi prese il viso tra le mani,
"Alice tu non capisci, quel posto non è il limbo che Michele ti ha mostrato, quel posto non esiste più, era stato creato a bella posta per tuo figlio ma il vero Limbo, il limbo delle anime mortali è un luogo infido, vuoto, angosciante, tutte le anime intrappolate e sospese tra i due mondi, tra inferno e paradiso vagano disperate in quel labirinto, è impossibile entrarci e ritrovare la via d'uscita. E' impossibile non impazzire. Se entri lì non ricorderai più nulla, chi sei, la tua vita, i tuoi cari..." quelle parole mi spiazzarono, non volevo mollare però, non così vicina alla fine di questa storia.
"Capisco... non devi venire con me, andrò da sola" lei scosse il capo,
"Forse non ti è chiaro a cosa vai incontro" mi allontanai da lei e andai verso Sean,
"Phoebe non ho scelta... devo chiudere questa storia, qui mi sento un guscio vuoto... devo chiudere questa storia per far sentire sicura la mia famiglia e per liberarmi da questo odio e da questa umiliazione che mi tiene sveglia la notte...non posso lasciar perdere" Sean di fianco a me si irrigidì, Phoebe si portò la mano nei riccioli biondi scuotendoli e borbottò,
"Non ho mai conosciuto nessuno più caparbio di te... d'accordo se vuoi fare questa follia non ti fermerò ma lascia che ti accompagni dagli anziani e devi promettermi che lo dirai alla tua famiglia, cos' hai intenzione di fare, chiaro?" annuì incerta, forse Jasper avrebbe tentato di fermarmi, forse ero io a sperarlo? Che male faceva il solo pensare a lui, pensare di non poterlo vedere e abbracciare e sentire il suo profumo e la sua voce....pensare che forse entrando li avrei scordato ogni cosa, ma come, lui era parte della mia anima, l'unica sicurezza che avevo era lui, il dolore e la gioia che avevo provato per lui non sarebbe mai scomparso.
"Okay...quindi torneremo nelle Città d'Argento...quando?" Phoebe riflettè,
"Dopodomani, è il giorno migliore il venerdì, il consiglio si riunisce..." Sean stava per congedarsi ma lo trattenni,
"Alice quando li avrai trovati portali da me....li torturerò lentamente finchè imploreranno di morire e lascerò che tu lo faccia"era arrabbiato, forse più di me,
"Va bene, però devi farmi un favore Sean... dopodomani quando andrò in paradiso devi andare a Forks e restare nei paraggi, per Aiden e ...la mia famiglia, se loro volessero fermarmi trattenendomi, devi proteggerli...non posso sapere cosa accadrà lassù" titubante annuì, sapeva che fosse la cosa giusta anche se significava proteggere Jasper o comunque essere nella stessa città. Era così complicato.


L'aria era densa, appesantita dalle nuvole cariche di pioggia, il cielo plumbeo e scuro, le ali bianche di Phoebe gettavano luce in quelle tenebre, le mie erano quasi grigie in quel pallore, spente, non ero entusiasta di tornare li. Non ero entusiasta di nulla da settimane. Senza di lui mancava qualcosa, qualcosa dentro di me. Il vento freddo del pomeriggio tardo era quasi una frusta sul viso, ad occhi socchiusi Phoebe disse che eravamo alla quota giusta. Con un movimento sinuoso delle mani aprii il varco tra le due dimensioni. Entrammo. Essere risucchiati era quasi meno spiacevole della materializzazione. Riuscii a mantenere l'equilibrio questa volta, anche se la nausea non potei evitarla. Eravamo all'imbocco della strada lastricata di marmo bianco, proprio come con Sean. Mi guardai intorno, la nebbia bianca cominciava a diradarsi a mano a mano che procedevamo, qualche anima tranquilla ci passava di lato, le nostre ali parlavano chiaro, eravamo angeli, era quello il nostro posto. Phoebe visibilmente tesa aveva indossato un vestito di seta verde, dei sandali alla greca e alcuni pendenti d'oro. Mi obbligò a mettere un vestito azzurro che avevo preso a Boston, a maniche lunghe e svasate di raso,
"Ci siamo quasi" le torri della città facevano capolino in lontananza,
"Sei sicura che non ti puniranno o peggio Phoebe?" ero preoccupata che potessero imprigionarla o ucciderla per aver lasciato il Paradiso, per l'aiuto che mi stava dando, già troppi si erano sacrificati per la mia causa.
"Alice sta tranquilla, il libero arbitrio è un cardine fondamentale del sistema, io ho fatto una scelta, non possono costringermi a fare nulla" respirai a fondo e sondai i possibili approcci, quello docile non era vagliabile, dovevo essere decisa e fredda, dovevo avere l'accesso al Limbo. Risate cristalline e svolazzi di ali divennero sempre più rumorosi, la città era così quieta ma allo stesso tempo ricca di vita. Restai a fissare gli edifici altissimi e tutti gli angeli e le anime che vi si intrattenevano. C'erano alberghi e ristoranti, negozi, tutto quello che era sulla terra ma semplicemente nessuno vi dormiva o mangiava o comprava abiti, era tutto assurdo ma bellissimo.
"Prendiamo la scorciatoia per la foresta, Sean me l'aveva mostrata, così arriveremo in poche ore al tempio" Phoebe scosse la testa, mi prese la mano e ci smaterializzammo nella sala ovale del tempio, la sala circondata da colonne adornate di oro massiccio e senza soffitto, il tempio alla greca perfettamente simmetrico che si affacciava al cortile,
"Potevamo smaterializzarci da subito" sussurrai stranita,
"Scusa, volevo vedere la città prima" annuì, doveva mancarle quel posto, era stata la sua casa per centinaia di anni. Due angeli con lunghe picche di bronzo e armature ben lucide atterrarono a pochi metri da noi con fare minaccioso, erano alti e ben prestanti, scuri di pelle e nervosi.
"Non vi muovete, Michele sta arrivando" distesi le ali per incutere timore, la tensione aveva preso il controllo, sentivo il calore e la luce che emanavano, l'Anziano apparve dopo pochi minuti accompagnato da altri due angeli.
"Quello è suo fratello Ezechiele e lei è Selene, sta attenta lei è telepatica" scrutai bene tutti e tre che avanzavano lenti, troppo, come se volessero spazientirci, le ampie ali bianche e dorate erano enormi, 2 volte le mie, quasi ipnotiche.
"Alice Cullen, è un piacere rivederti" disse Michele con affabilità, mi sorrise bonario, il suo viso era così rilassato, la barba rossiccia e gli occhi piccoli e grigi rilucevano. Il fratello era bruno e minuto, i suoi occhi irrequieti vagavano su tutta la mia figura. Selene invece fissava Phoebe e poi il pavimento quasi che non volesse leggerci nel pensiero ma non poteva fare altrimenti. Forse erano amiche.
"Non posso dire lo stesso" dissi spontaneamente ma priva di rabbia, Michele sospirò continuando a mantenere il sorriso.
"Mi stupisce che siate insieme, Phoebe" l'angelo raccolse coraggio, mi si affiancò e mi prese una mano,
"Sono qui per lei, Michele sai bene perché sono andata via" i muscoli del collo le si contrassero, Ezechiele alzò gli occhi al cielo,
"Sta zitta Phoebe, tu non devi metterci più piede qui!" era aggressivo, le puntò un dito contro avvicinandosi, le due guardie si lanciarono un'occhiata fugace ma poi Michele lo tirò sempre calmo da parte e gli sussurrò qualcosa che non distinsi, Phoebe ritrasse le ali, anche loro lo fecero ma io non ci riuscivo, un cumulo di emozioni mi impediva di farlo.
"Ezechiele ci tiene molto a Phoebe Alice, non dargli peso, ma dimmi perché sei qui" ora dovevo fare la mia richiesta, senza giri di parole o infiocchettare la cosa.
"Ho bisogno che mi permettiate di varcare il Limbo per rintracciare i demoni che mi stanno dando la caccia e porre fine a questa faccenda" Selene tirò Michele per la tonaca bianca, i suoi occhi sottili e grandi, orientali e la sua pelle olivastra si scolorirono,
"Tu vuoi andare lì... per ucciderli?" ostentava sempre quella pace, avrei voluto scattare e sbatterlo al suolo perché era rimasto a guardare e poi mi aveva rapita quando la mia famiglia aveva più bisogno di me,
"Esatto, voglio giustizia" scosse il capo,
"E' vendetta" feci spallucce,
"Andare lì potrebbe implicare la perdita di tutto quello a cui sei legata a questo mondo lo sai?" annuì,
"E' un rischio che devo correre" Ezechiele dubbioso si avvicinò così tanto sfiorandomi le ali con le dita, lo fissai infastidita, i miei occhi azzurri illuminavano i suoi neri come la notte,
"Sei disposta a perdere te stessa in quel dimenticatoio pur di proteggere la tua famiglia...ammirevole" respirai a fondo e ritrassi le ali, dovevo controllarmi,
"Non posso accogliere la tua richiesta" sentenziò Michele, strinsi un pugno,
"Come fai a sapere del resto che sono lì?" chiese Selene,
"E' l'unico posto dove non ho cercato, ne sono certa, è lì che si nascondono...voi" il pavimento cominciò a vibrare,
" Michele, se continua a venire qui lo distruggerà questo posto prima o poi" Ezechiele afferrò una delle lance delle guardie e me la puntò contro,
"Ora basta, lasciateci, aspettate fuori, voglio parlare con lei da solo" disse con voce tonante, senza un fiato tutti uscirono, mi ero voltata, a volte non riuscivo a contenere tutta l'energia che era dentro di me, chiusi gli occhi, li tenni serrati anche quando Michele mi pose entrambe le mani sulle spalle e una sensazione di calma e conforto mi scivolò addosso.
"Tranquilla Alice nessuno ti farà del male qui..." lasciò la presa e mi voltai, mi sorrideva ancora,
"Accetta la mia richiesta, me lo dovete , dopo tutto quello che ho passato" sospirò,
"Proprio per tutto quello che hai passato Alice, proprio per questo, torna a casa, Eleonor non ti attaccherà più, sa che ti proteggiamo noi" la loro non era protezione.
"Proteggermi? Voi mi state annientando a poco a poco! Non ce la faccio più, le vostre intromissioni volte a tutelarmi mi fanno solo del male e nuocciono alla mia famiglia, a mio figlio..." Michele era confuso,
"Dov'era la vostra protezione quando mi hanno rapita e stuprata con l'inganno, dov'era quando quella pazza ha cercato di uccidere Edward Carlisle e Jasper, voi mi avete teletrasportata in quella lurida isola in mezzo all'oceano, questo lo definite proteggermi? Mi avete messo in una teca di vetro solo perché temevate che lei avesse il potere, non vi importa della mia vita o delle persone a cui tengo..." lui sembrò intristito da quelle parole e si passò una mano sul volto,
"Sono una specie di trofeo o non saprei, sono un esperimento che volete tenere sotto controllo, o avete così tanta paura che possa distruggervi?" non me ne ero resa conto ma stavo piangendo, cercai di ricompormi, Michele mi abbracciò, ero basita ma non opposi resistenza le sensazioni che promanava erano così piacevoli che esausta ne fui vinta.
"Alice presto capirai perché sei così importante, tu sei speciale, sei la nostra salvezza e la nostra distruzione, capisci? Non abbiamo paura di te ma di quello che è dentro di te, ma non vogliamo frenarti o annientarti. Vogliamo aiutare ma non ci è possibile interferire sempre e nessuno può vedere cosa pensano o fanno i demoni, mi dispiace non averti protetta a Boston" gli strinsi la tonaca,
"Ho fatto una cosa orribile sull'Isola ed è anche colpa vostra" si scostò,
"SI è vero... ascolta va bene... ti farò avere l'unanimità del consiglio per il Limbo ma se deciderai di entrarci non potremo portarti via questa volta, sarai da sola" sorpresa che avesse mutato parere mi asciugai gli occhi e mi ricomposi.
"Va bene" sono già sola, pensai. Mi voltai per uscire dal tempio.

Uscita dal tempio raggiunsi in fretta Phoebe, una calca di angeli curiosa circondava l'intera zona,
"Allora?" annuì impaziente di andarmene da quel posto, aprimmo le ali e ci alzammo in volo, non potei non notare l'occhiata enigmatica e inquietante che mi lanciò l'anziano Ezechiele, tutti loro mi nascondevano dell'altro ma forse non l'avrei e non l'avrei voluto scoprire mai. Planammo in direzione di Forks, avevo l'impellente bisogno di vedere Aiden, avrebbero potuto tenermi lì, lontana dai demoni ma non sapevo per quale grazia avevano accettato di collaborare.
"Alice, aspetta senti" distratta dai miei pensieri capii solo allora cosa intendesse, tonfi sordi e odore di sangue provenivano dal basso, che Sean fosse stato attaccato dagli aguzzini di Eleonor? In picchiata scesi il più veloce possibile. Sean era caduto all'indietro con fiotti di sangue che gli sgorgavano dalle narici ma si era subito rialzato e come un ariete si era buttato di testa contro il petto dell'altro...ma l'altro era Jasper. Mi fermai a mezz'aria incredula, Phoebe poco sopra di me, stavano lottando!? Non avevo intenzione che finisse così. Anche Jasper aveva delle ferite alle braccia, notai che Sean impugnava due falcette seghettate in entrambe le mani, erano alla pari ma Jasper riuscì a sopraffarlo da dietro ad un certo punto, teneva strette le ali, poi fece una torsione brusca e lo scroscio che esse produssero rompendosi mi fecero accapponare la pelle...

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