MalEssere

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POV ALICE

Carlisle accese il fuoco nel camino, la stanza era gelida e piccole goccioline di umidità trasudavano dai vetri delle finestre. Non capivo perché Sean avesse reagito così, ma ora era importante mettere al sicuro Aiden e gli altri prima che li avessi affrontati.
"Vogliono il bambino, è chiaro questo allora" Carlisle si bloccò riflettendo, sedevo immersa nel divanetto con la testa appoggiata allo schienale, mi doleva molto. Jasper mi scrutava preoccupato.
"C'era da aspettarselo, questa volta non sono gli anziani ma i demoni a volere un neonato"dissi sottovoce e ad occhi chiusi.
"Jasper di loro cosa ti ha detto l 'angelo" Edward sedette accanto a me, mi sollevai, Sean lo aveva percepito così chiaramente, mi stava parlando e si era bloccato a metà frase, ci aveva smaterializzati a casa, sapeva che era passato poco più che un istante ma che l'angelo non c era già più. Ma se un angelo era sceso qui sulla terra, doveva essere importante. E Jasper , Ed aveva detto che aveva parlato a Jasper.
"Si" Jasper si schiarì la voce,
"Era una donna, ha detto di chiamarsi Phoebe" quel nome...
"Aveva capelli ricci e biondi, occhi grigi e una voce quasi infantile?" posai una mano sul ginocchio di Edward, sentii nella mia mente a cosa mi riferivo, Jasper annuì.
"Era a Boston, una delle maestre di Aiden...ci stavano spiando..."
"O proteggendo"aggiunse Carlisle,
"Alice, so che nessuno di loro è dalla nostra parte ...ma...loro non posso agire contro di te, non ti farebbero del male, ti hanno salvato" oggettivamente era cosi,
"Lo so..." dissi,
"Questa Phoebe mi sembrava davvero terrorizzata, io credo che gli altri anziani non volessero interferire, o per lo meno qualcuno la stava riportando indietro, lei mi ha detto che i demoni arriveranno a breve, potrebbe essere fra 1 ora come fra giorni. Mi ha detto che vogliono impadronirsi del bambino. Volevano una parte di me, del mio potere giacchè era evidente che il loro tentativo di controllarmi era fallito? Jasper lanciò un'occhiata intensa ad Edward,
"C'è dell' altro Jazz?" mi alzai,
"No Alice" disse Edward,
"Jazz, guardami, cos'altro ti ha detto?" gli presi il viso fra le mani, era combattuto, non voleva che sapessi,
" Di non fidarsi di Sean...e... che il bambino ti metterà in pericolo, che non doveva accadere, non capisco era come se fosse terrorizzata dal fatto che tu sia incinta" non doveva accadere, anche Sean l'aveva detto. Mi portai una mano in grembo.
"Perché, non capisco, il bambino mi metterà in pericolo?" il mal di testa era insopportabile, tornai a sedermi massaggiandomi le tempie.
"Alice ora la cosa importante è far allontanare da qui Aiden e gli altri, tu cosa vuoi fare?" Jasper mi guardò speranzoso, voleva che fuggissi con lui ed Aiden che trovassimo quell' isola sperduta su cui essere felici, lontano da loro, da questa guerra infinita, ma io dovevo chiudere questa storia, per lui, per Aiden, per...
"Combatterò" dissi,
"Prima che la gravidanza non mi permetta più di farlo..." mi alzai, mi colsero le vertigini,
"Alice, va bene, ora vieni a stenderti, sei così stremata" Jasper mi porse un braccio,
"Si, hai ragione, devo dormire Jazz".
Il mattino seguente un forte senso di malessere rallentava ogni mio movimento e pensiero, Jasper venne a svegliarmi poco dopo le 8, con lui c'era anche Aiden, aveva capito che qualcosa non andava e venne ad accoccolarsi accanto a me.
"Carlisle dice che dovremmo farlo partire oggi con Jacob ed Esmee per Forks, anche Bella andrà con loro" mi sollevai poggiandomi dietro la schiena un cuscino, la gola mi ardeva. Aiden si sollevò dal mio grembo e afferrò il braccio di Jasper,
"No papà io voglio restare qui" sospirai, passai la mano sulle spalle di Aiden con movimenti circolari,
"Tesoro, i cattivi stanno arrivando e non è sicuro per voi rimanere" Aiden fece uno scatto e scese dal letto,
"Non me ne vado" disse crucciato, evitando il mio sguardo, mi sorprese la sua reazione, aveva accettato con serenità il cambiamento da Boston, ma forse era proprio questo il punto, cambiare ancora dopo pochi mesi, era solo un bambino, si era ambientato qui, gli piaceva.
" Dovresti parlargli Alice, solo tu puoi convincerlo, è testardo come me ricordi?" Jasper mi sfiorò la mano,
"Si , lo capisco, ama questa casa e questo ambiente, i boschi, l aria pulita, una cittadina tranquilla" la mia voce divenne ad un tratto roca,
"Ho davvero sete, meglio che vada a caccia prima" mi alzai, ogni muscolo del corpo mi doleva,
"Non hai una bella cera" Jasper spalancò la saracinesca, la luce del sole mi investii in pieno, chiusi gli occhi per il fastidio, Jasper mi si parò davanti scrutandomi attentamente,
"Non mi sento molto bene ma sarà solo stress" mi avvicinai allo specchio, avevo uno strano pallore, e gli occhi ambrati quasi tendenti all'arancio.
"No, c'è qualcosa... andiamo da Carlisle" afferrai bruscamente Jasper,
"Non c'è tempo per questo, devo prepararmi ad affrontarli" ma perché mi stava capitando proprio adesso mentre loro stavano per attaccare,
"Hey Alice" mi accasciai sul bordo del letto, Jasper allungò una mano per frenare una lacrima,
"Dovevate andare via tutti e io li avrei uccisi, avrei finito questa storia e finalmente saremmo stati liberi" Jasper mi abbracciò,
"Non lo so cosa mi succede, il tempismo è catastrofico, non posso stare male ora" tentai di sciogliermi dall'abbraccio,
"Alice adesso andiamo da Carlisle e vediamo cosa dice, può darsi che sia qualcosa di passeggero e prima che arrivino sarà passato okay?" annui rassegnata. Carlisle mi visitò e analizzò anche il mio sangue nell'immediato.
"E' la gravidanza" sentenziò, quasi sgretolai la fiala di sangue, la terza che avevo ingerito, tra le mani, eravamo in cucina.
"Perché lo pensi?" chiese Edward preoccupato, Jasper accanto alla finestra inspirò profondamente,
"I valori sono anomali, come per una donna incinta, ma il tuo sangue ha perso vigore, il feto assorbe più di quanto tu possa dare, è strano ma con Aiden è stato diverso, questo bambino ha più esigenze ma è anche più debole, come la placenta per quelle perdite. Credo che la febbre e i dolori siano causati da un indebolimento del sistema immunitario. Posso darti delle vitamine e dovrai nutrirti sempre di più, ma non so se starai meglio per la durata della gravidanza, oramai sei nel secondo mese" Jasper ebbe un sussulto,
" Il bambino metterà in pericolo la madre" sussurrò Edward impercettibilmente, Jasper lo fulminò con lo sguardo, avevo perso un passaggio,
"Cosa?" CArlisle mi si avvicinò cingendomi per le spalle,
"Alice, l'angelo sapeva che sarebbe stata una gravidanza difficile a quanto pare, e in queste condizioni sei un bersaglio facile per i demoni, dobbiamo lasciare tutti questo posto" avanzai arrabbiata fino alla porta, volevo uscire, spalancare le ali e schiarirmi le idee ma il mio corpo non obbediva.
"No io, devo combattere" erano stupide quelle parole, lo sapevo, non ero in condizioni e non potevo farci nulla. Odiavo gli imprevisti, odiavo non sapere cosa sarebbe successo , che le cose non andassero come avevo previsto.
"Alice" Jasper era affranto quanto me, ma non me l'avrebbe lasciato fare, era stato chiaro,
"Alice hai" Carlisle mi fece cenno sul naso, mi portai le dita in viso, stavo perdendo sangue dal naso, le vertigini ricominciarono, mi sedetti a terra aggrappandomi al piano cucina prima di svenire. Jasper mi fu accanto in 1 secondo.
"Va bene, facciamola stendere" disse Carlisle, le orecchie cominciarono a fischiarmi,
"Alice, tranquilla, sono qui" non ero spaventata, ero incapace di accettare quello che mi stava accadendo e la rabbia mi teneva sveglia. Mi portarono sul divano tenendomi sollevata la testa e inondandomi con fazzoletti per il sangue. Ma la piccola emorragia si fermò presto.
"Va meglio" cercai di dissimulare, in realtà non era cambiato nulla, se la gravidanza mi stava facendo ammalare le parole dell'angelo e di Sean erano vere, non doveva accadere, ma non capivo cosa fosse diverso, perché con Aiden era andato tutto liscio.
"Sean sa qualcosa" afferrai la mano di Jasper,
"Si Alice, hai ragione, vado a cercarlo, ci deve una spiegazione e forse sa come potremmo aiutarti, ma dobbiamo muoverci se si stanno avvicinando" Edward parlò e frenò Jasper che si stava alzando,
"Resta con lei, ci penso io" svanii mentre Carlisle andò a recuperare qualche medicina.
" Il bambino, Jazz se sto male io anche lui" le vertigini erano passate, ora vedevo con lucidità Jasper seduto sul pavimento e proteso su di me, lo guardai in quegli occhi color miele, mi pose un dito sulle labbra,
"Non devi avere altre preoccupazioni, il piccolo se la caverà" mi baciò smorzando qualsiasi cosa stessi per dire.





POV SEAN

"Maze, andiamo, raggiungimi!" l'eco della mia voce graffiata risuonò per 2 volte; nel buio della notte riuscivo a scorgere a stento i riflessi scuri delle rocce che spuntavano dalla grotta. Ore, mi aveva fatto aspettare ore, se non fosse venuta sarei stato costretto a scendere lì, dopo 5 anni tornare, e non lo volevo. Il vento gelido dell'Alaska spirava sibilando tra le pareti, era quasi inverno e la neve già cadeva copiosa. Erano tutti nei paraggi, potevo avvertirlo, ero ancora come loro, connesso a loro, ma non attaccavano ancora, la domanda era per quale motivo, cosa stavano aspettando.
"Carino..." uno sciabordio frammisto alla sua voce suadente,
"Bel posticino Sean, troppo freddo per i miei standard però" Mazeekin vestiva di pelle nera, ogni sua curva era marcata dai tessuti attillati e la pelle ambrata si confondeva con buio. Spiegò le piccole ali nere e poi le rinfoderò.
"Sono ore che ti aspetto, credevo non saresti venuta" alzò gli occhi al cielo,
"Mmm...sono qui intorno, come iene affamate... è solo questione di tempo prima che riducano il tuo angelo a tanti piccoli pezzettini" ero stanco, nervoso, e lei era insopportabile ormai, l'afferrai per il collo e la schiacciai al muro,
"Dammi quello che ti ho chiesto Mazeekin!" gli occhi le si infiammarono di rosso, mi cacciò indietro,
"Non osare essere impudente con me ragazzino! Non dopo quello che hai fatto!" sfoderò un piccolo coltello seghettato, era una lama infernale, l'unico acciaio che poteva ferirci o ucciderci. Respirai. Non potevo commettere errori.
"Maze, se non mi dai le fiale, sarà tutto inutile" dissi pacato, mi fissò ancora accigliata,
"Ti ho detto tutto quello che sapevo perché per me sei ancora qualcuno ragazzino, sei fuggito dall'Inferno per restartene da solo con gli umani e dopo 5 anni mi hai contattata e non ho fatto domande... te le ho portate le maledette fiale, ma adesso dimmi, perché vuoi aiutarla?" rinfoderò il coltello,
"Per lo stesso motivo per cui tu aiuti me... non voglio che scoppi una guerra tra sopra e sotto" cominciò a camminare avanti e indietro ridacchiando, poi scattò verso di me stringendomi i fianchi,
"Non è questo il motivo... tu provi qualcosa per lei, è così? Guardami negli occhi Sean! " Maze era così selvaggia e passionale e per questo ero stato totalmente incantato da lei negli Inferi, era stato bello, ma era solo sesso per lei e io seppure provassi qualcosa, quel sentimento era morto da tempo. Era sorpresa anzi indignata che potessi desiderare un'altra. Un angelo per di più.
"No" dissi convinto,
"Bugiardo... ecco....me ne vado" e sparì. Le sillabe di quel bugiardo risuonarono ancora e ancora nella grotta. Non avevo rivelato tutto ai vampiri; ma non credevo sarebbero arrivati a tanto, non sapevo come l'avessero...contaminata...o quando. Ma ciò che era necessario era salvarle la vita ed impedire alla figlia di Balthazar di arrivare al bambino. Uscii dalla grotta e fui investito in pieno dal gelo della notte, tentai di far aderire il più possibile la giacca a vento alla mia pelle ma brividi intermittenti mi facevano sobbalzare come piccole scosse elettriche. Camminai qualche centinaio di metri e sentii una scia dolciastra, era un vampiro, uno di loro ovvio. Mi fermai in attesa che sbucasse dalla foresta. Edward con gli occhi neri e spenti avanzò teso guardandosi intorno.
"Sei da solo?" chiese quasi in un sussurro, annuì, infagottandomi ancora di più nella giacca, la neve si stava mescolando alle folate di vento.
"Sento un altro odore" probabilmente sentiva ancora Maze,
"Sono solo" avanzò afferrandomi bruscamente un braccio,
"Dove te ne sei andato, sono 3 giorni che ti cerco" non mossi un muscolo,
"Dovevo procurarmi una cosa per Alice, ora andiamo, non c'è molto tempo" mi tenne fermo,
"Sean se non mi dici ora cosa sai lo dovrai dire agli altri e ti costringeranno, anche con la forza" mi guardò intensamente.
"Dirò ad Alice quello che so, non spetta a voi sapere" stava cercando di leggermi nel pensiero, ma il mio unico pensiero era dettato dall'insopportabile percezione del freddo e dal mio desiderio di muovermi e arrivare alla villa il più in fretta possibile.
"D'accordo".




POV JASPER

Carlisle stava facendo iniezioni di liquidi e vitamine da giorni, ma Alice non sembrava dare cenni di miglioramento. Aveva la febbre sempre abbastanza alta, dolori e vertigini, riusciva a stare in movimento per poche ore poi necessitava di dormire a lungo, molto a lungo, le mancava ogni tipo di energia. Era turbata e seccata da come il suo corpo stesse reagendo, e anche il suo spirito era fiacco. Aiden voleva starle accanto quasi sempre da 3 giorni, appena tornato da scuola gli si accovacciava accanto gli portava da bere, non volevo che vedesse sua madre in quello stato ma era impossibile nasconderglielo. Sarebbero dovuti partire il giorno precedente, avevamo ritardato la partenza in attesa che Alice si riprendesse ma non succedeva.
"Papà, si è svegliata" Aiden mi fece cenno di raggiungerli al divano del soggiorno, Alice schiuse gli occhi, appena mise a fuoco il viso di Aiden sorrise,
"Pulce, che ci fai ancora sveglio, e mezzanotte" Aiden strofinò il naso contro il suo,
"Volevo darti la buonanotte" Alice si sollevò mettendosi a sedere, scostai Aiden per farle spazio,
"Alice? Cosa vedi" si era bloccata corrugando la fronte,
"Ha una cura, credo... starò meglio" Carlisle e Bella si avvicinarono,
"Cosa? Chi ?" qualche istante dopo dei passi conosciuti si avvicinarono al cancello,
"Edward! E il demone!" Bella si affacciò esclamando, mi alzai anch'io, Edward e Sean entrarono scrollandosi la neve di dosso, tirai Edward a me e parlai ad alta voce, non mi importava che mi sentisse,
"Non mi fido, l'angelo ha detto chiaramente che..."
"Può far riprendere Alice" mi interruppe Edward, Sean mi ignorò avanzando verso Carlisle e porgendogli 2 fiale contenenti un liquido bianco.
"Tu hai la medicina per la mamma? La farà stare bene vero?" Aiden fece qualche passò titubante fissando con gli occhioni blu la sagoma in nero di fronte a lui, speranzoso. Sean si tolse il cappotto e si piegò alla sua altezza,
"Si Aiden, la tua mamma guarirà" Aiden sorrise e lui gli allungò una mano sulla spalla, mi avvicinai seccato,
"Aiden, va a letto adesso" obbedii scoccando prima un bacio sulla guancia ad Alice.
"Cosa c'è nelle fiale?" chiese Carlisle esaminandole,
"Non ne ho idea, ma mi sono state date dalla stessa persona che mi ha avvisato dei demoni, mi fido se dice che potrà farla stare meglio" Carlisle dubbioso mi scrutò interrogativo,
"Lei non prende nulla se non ci dici cosa le sta succedendo!" Alice si alzò incerta e mi afferrò una mano,
"Jazz, ti prego, funzionerà, l ho visto...non mi accadrà nulla se Carlisle me la inietta ora, prima che..." gemette, l'aiutai a sedersi, mi implorò con lo sguardo,
"Posso solo dirvi che in qualche modo i demoni l'hanno indebolita, quando o attraverso cosa non chiedetemelo ma sta male perché loro la vogliono debole per prendere il bambino" Carlisle prese una siringa e le iniettò il liquido nel braccio sinistro.
"Vedremo.." disse Carlisle titubante,
"Grazie Sean... dopo parliamo in privato...devi dirmi..." cominciava a perdere conoscenza,
"Non preoccupatevi farà effetto" disse lui, Alice avvinghiò la mano nella mia e si addormentò.



POV ALICE

Un vociare confuso cominciò a stimolare i miei sensi, ero ancora sul divano, sentivo le piume del cuscino soffice contro le guance, aprii gli occhi lentamente per farli abituare alla luce del giorno.
"Riesci a sentirmi, sei sveglia ?" la voce di Jasper divenne più distinta, Sean gli faceva da eco,
"Si" erano entrambi protesi verso di me,Carlisle si fece largo tra i due, aiutò a sollevarmi, e mi pose una mano sulla fronte,
"Non ha più febbre..." mi sentivo bene, come se non mi fosse mai accaduto nulla, quei dolori e la stanchezza, era tutto passato,
"Come ti senti?" chiese Jasper,
"Credo bene, si sto bene" Carlisle confuso guardò Sean,
"E' rimasta qualche goccia di quel liquido, voglio capire cos'è" andò via,
"Alice abbiamo confermato ad Aiden la partenza, non l'ha presa molto bene" perfettamente vigile mi alzai e mi sgranchii le gambe,
"Quando partono?" Sean si allontanò silenzioso,
"Adesso" sbarrai gli occhi,
"Jazz ma?" Edward ci raggiunse in soggiorno,
"Alice meglio adesso, abbiamo aspettato anche troppo, potrebbero venire da un momento all'altro" stava accadendo tutto troppo in fretta, ma che Aiden dovesse andare a Forks con gli altri era già stato deciso da tempo, raccimolai il senso della ragione e annuì.
"Ti aspetta di fuori, con Bella e gli altri"disse Jasper, dovevano andare via anche loro, Edward devo parlare con Jasper,
"Io e Carlisle andiamo avanti" Jasper mi si avvicinò abbracciandomi,
"Per fortuna ha funzionato" gli sorrisi mesta,
"Jazz, dovete andare anche voi, Carlisle ed Edward faranno quello che fai tu" corrugò la fronte,poi scosse la testa,
"Jazz, ho recuperato le forze grazie a...qualsiasi cosa fosse quella fiala, posso batterli, ma non posso proteggere anche voi allo stesso tempo e non voglio che qualcuno si faccia male o peggio" deglutii, Jasper mi prese il viso tra le mano, uno sguardo perso ma combattivo mi trafiggeva,
"Non ti lascio Alice, non dobbiamo separarci" abbassai lo sguardo, era l'ultima carta che potevo giocare per farlo allontanare dallo scontro.
"Aiden ha bisogno di uno di noi, devi proteggere lui" Jasper esitò per un istante ma poi mi sorrise placido,
"Aiden sarà al sicuro, loro vogliono te" mi pose una mano sul grembo, appoggiai la mia sulla sua, sospirai preoccupata,
"E scordati che Edward e Carlisle ti permettano di combattere da sola, non dovrai preoccuparti di noi, tu sprigiona tutta la tua forza e noi saremo il piano B" mi abbracciò nuovamente più a lungo.
Uscimmo fuori, Bella Jacob Reneesme ed Esmee erano tutti in piedi poco distanti dalla mercedes di Edward, Bella mi venne incontro e mi strinse forte a sè,
"Fa attenzione, ti voglio bene Alice" ricambiai l'abbraccio, c'era qualcosa di greve nell'aria, come se un evento terribile stesse per accadere. Salutai tutti, Esmee sussurrò qualcosa a Carlisle baciandolo teneramente. Poi vidi finalmente Aiden, nascosto dietro tutti gli altri, a testa bassa, con il suo enorme zainetto sulle spalle. Mi si strinse il cuore. Sentivo quanto soffrisse ad andarsene. Gli altri ci lasciarono spazio, anche Jasper. Mi accovacciai alla sua altezza. Cercava di ignorarmi.
"Aiden, tesoro?" gli sollevai il mento, i suoi occhioni blu saettavano da tutte le parti per evitare di incrociare il mio sguardo. Mi faceva male che fosse arrabbiato con me. Tuttavia in quei mesi non gli avevo dedicato troppe attenzioni, presa dall' allenamento, dalla storia dei demoni, da Sean. Mi sentivo in colpa. E ora per lui ero una madre severa e ingiusta che oltre a passare poco tempo con lui voleva mandarlo via.
"Lo so che vuoi restare, lo so bene ma credimi non è sicuro qui" nessuna reazione,
" Molti di quegli esseri malvagi vogliono farci del male, verranno qui, ma tu non devi preoccuparti con la zia Bella a Forks non ti accadrà nulla. Noi ci rivedremo presto e poi potremo tornare qui o dovunque tu voglia" cominciò a sfregare il bottone della sua camicetta.
"Voglio solo proteggerti piccolo mio" si tolse sospirando lo zaino pesante dalle spalle, poi alzò lo sguardo su di me, per la prima volta vidi in quegli occhi sempre curiosi e sereni una profonda consapevolezza.
"Io posso proteggere te mamma" mi sollevai di scatto cercando di non dare a vedere le lacrime che forzavano per uscire. Mi sistemai i vestiti dissimulando.
"Aiden non spetta a te proteggermi" lo dissi con durezza, faceva male ogni parola. Lui corrugò la fronte e abbassò lo sguardo ferito. Si voltò e cominciò a correre in direzione della macchina.
"Aspetta!" dissi con voce strozzata e tremante, non volevo lasciarlo così, non se stavo rischiando la vita, non se sarebbe andata male, non poteva ricordarmi così. Lui si bloccò senza voltarsi, scattai nella sua direzione, lo voltai e lo abbracciai forte, stringendo i folti capelli neri tra le dita e aspirando il suo profumo di cannella. Ricambiò. Tratteneva i singhiozzi lo sapevo. Poi si scostò rapidamente e senza guardarmi entrò nell'auto già in moto, Bella al volante mi lanciò un' occhiata triste. Ecco erano andati.
"Devo parlare con Sean, dov'è finito?" chiesi rientrando in casa, Jasper ed Edward stavano parlando di ricognizioni, Carlisle mi venne accanto e mi pose una mano sulla spalla,
"E' nella foresta, non vuole dirci in alcun modo cosa ti stava succedendo, ma ad essere sinceri non credo lo sappia nemmeno" annui, non seguitemi Edward, mio fratello annui e guardò Jasper, uscii dal retro sicuro che Jasper non mi avrebbe dato retta e che fra un po' sarebbe venuto a cercarmi. Schiusi le ali e nell'aria intercettai subito l'odore di Sean,aspirai l'aria fresca del mattino, mi sentivo in forze e volare mi dava come sempre maggiore sicurezza. In una piccola radura circondata da grano secco trovai Sean, la brina aveva formato una patina bianca su tutta la vegetazione, si stava lisciando le piume delle ali in attesa, guardava dritto l'orizzonte.
"Sono felice che tu stia bene" disse senza voltarsi, atterrai delicatamente,
"Non posso dirti quello che non so" aggiunse subito dopo, soppesai le mie domande, era ovvio volevo sapere che cosa mi avesse fatto stare male, se avevano fatto qualcosa al bambino in qualche modo, cos'era quel fluido bianco eppure qualcos'altro mi traeva in dubbio.
"Perchè hai reagito in quel modo?" si voltò interrogativo,
"Che vuoi dire?" era stato come sconvolto, furioso per il fatto che aspettassi un altro bambino per quei minuti prima di andarsene.
"Quando hai capito che ero incinta, eri...molto turbato, cosa sai Sean?" tornò a voltarsi irritato,
"Non so nulla di più Alice, non so cosa ti hanno fatto o cosa hanno fatto al tuo bambino per farti stare male, so solo che lo vogliono e che non devono averlo o scoppierà la guerra" mi avvicinai e gli sfiorai il braccio, non volevo minacciarlo o accusarlo, volevo solo capire. Cercai di modulare la voce con pacatezza.
"Intendi fra angeli e demoni? Perché devo essere sempre io a pagarne le conseguenze?" la mia voce si affievolì con quel pensiero, Sean si voltò a guardarmi e rimase in silenzio abbassando lo sguardo,
"Non succederà, farò il possibile" tornò a guardarmi,
"Ascolta Alice io mi fido molto di Maze, la detesto così tanto che a volte vorrei staccarle la testa ma ...non ho mai conosciuto nessuno di più leale, lei mi ha detto che ti stavano cercando 5 anni fa, nonostante l'avessi abbandonata insieme ai miei compagni agli inferi, lei mi ha detto che volevano corromperti di nuovo ma non potevo immaginare che c'entrasse un altro bambino , per questo ero così sconvolto, se l'avessi saputo avrei potuto avvisarti" fece una pausa, evitarlo, come se fosse possibile, il destino muoveva i fili.
" E' possibile che lei sappia altro ma se non me lo dice lo fa per....tenermi fuori dai guai. E' grazie al suo antidoto che stai bene. La sola cosa certa è che vogliono arrivare al tuo bambino perché sanno che tu sei troppo potente per essere soggiogata e usata come arma, e non so cosa credono di ottenere da un neonato che deve ancora venire al mondo ma non la otterranno" strinse i denti e tornò a fissare il cielo. Sean non voleva lottare contro gli angeli, ero convinta che forse il suo desiderio represso era quello di tornare in paradiso, ricordavo come fosse estasiato e malinconico quando andammo alla Città di Luce. Lui era davvero un caduto e voleva solo tornare.
"Non so come ringraziarti per quello che fai..." gli presi la mano stringendola tra le mie, aveva una pelle così calda e liscia. Quel contatto lo sorprese, sentii il suo cuore accelerare. Compresi l'effetto che gli facevo e lasciai la presa.
"Alice, voglio che tu sappia una cosa però..." passi veloci si avvicinavano, era Jasper, avrei riconosciuto la sua andatura furtiva e leggera e il profumo di viola ovunque. Sean deglutii e fece qualche passo indietro, Jasper avanzò tra le sterpaglie di grano sino al centro della radura. Era contrariato, si lo sentivo, non voleva che stessi da sola con Sean dopo quello che l'angelo aveva detto.
"Tutto bene?" mi sussurrò tirandomi a sé e squadrando Sean,
"Si Jazz, tranquillo...torniamo indietro" mi incamminai in direzione della casa ma non mi seguii, mi voltai indietro,
"Ti raggiungo, voglio parlare anch'io con lui" saettai di nuovo nella sua direzione,
"Jazz vuole solo aiutare" gli dissi pacata,
"Devo solo fargli qualche domanda, non preoccuparti" .



POV SEAN

Il vampiro biondo cominciò a fissarmi senza parlare per qualche minuto, Alice era andata via non entusiasta all'idea. Mi stava esaminando, misi le mani in tasca e feci qualche passo guardando il circondario.
"Allora amico cosa vuoi chiedermi" dissi neutro, quel vampiro incuteva un certo timore, capivo perché gli umani non si sentissero a loro agio con alcuni di loro, era poco espansivo e così stoico, almeno in mia presenza, mentre con gli altri della sua famiglia dissimulava quell' atteggiamento, provava affetto per loro, e con lei, quando li vedevo insieme, solo lei riusciva a farlo ridere, il calore si effondeva subito tra loro, mi faceva rabbia, si, mi faceva rabbia vederla con lui..
"Non riesco a fidarmi di te Sean, anche se tu l'hai portata in paradiso e sei tornato con lei per Aiden, anche se adesso ci stai aiutando" lo guardai accigliato, c' era un tono sorpreso nelle sue parole.
"Non so cosa dirti" dissi confuso,
"Prova a spiegarmi il perché, perché dopo tutto questo non mi fido?" respirai profondamente,
"Se non ti fidi è un tuo problema" non capivo dove volesse arrivare, Jasper mantenendo sempre la stessa compostezza incrociò le braccia,
"Su questo hai ragione, è un problema, e lo è perché quell' angelo mi ha detto di non avere a che fare con te, e quindi dovrei tenerti lontano da Alice" contrassi involontariamente un pugno, il vampiro se ne accorse subito, dovevo restare calmo, essere cacciato era l'ultima cosa che volevo, Alice doveva sapere cosa io, insomma dovevo finire il discorso che due volte avevano interrotto.
"Per esperienza non dovresti dare ascolto alle parole degli anziani" dissi il più garbatamente possibile. Non parlò. Quei silenzi intermittenti mi mettevano agitazione.
"Vedi è difficile credere a qualcuno se costantemente si intromette e distrugge la tua vita" in quelle parole percepii forte rabbia nonostante il tono della sua voce restasse calmo e freddo.
"Che cosa le hanno fatto i tuoi amici per farla stare male?" ancora, perché non accettavano il fatto che fossi ignaro tanto quanto loro.
"Non lo so, l ho detto anche a lei, non so nulla, se l'avessi saputo l'avrei avvisata o li avrei fermati evitando di chiamare MAzekiin dagli Inferi, una seccatura per me " dissi quasi esasperato, Jasper riflette',
"D'accordo" non capivo se mi credesse,
"Angeli e demoni, volete solo distruggervi l'un l'altro, noi siamo solo pedine, non vi importa nulla di noi" continuò,
"Questo è falso, io non sono come loro, non generalizzare, io non combatto per nessuno, non aspiro al potere o alla gloria, mi importa solo di ..." mi fermai bruscamente,
"Ti importa di Alice" disse guardandomi negli occhi, non potevo essere codardo, sostenni il suo sguardo enigmatico.
"Si, e continuo ad aiutarvi perché vivo qui sulla terra e non voglio una guerra, e non ti chiedo di fidarti di me ma solo di lasciare che aiuti lei a combatterli" Jasper si passò una mano tra i capelli biondi, aveva molte cicatrici sulle braccia ma il viso era perfetto, di certo da umano aveva degli occhi smeraldo o magari azzurri, come tutti i vampiri era avvenente ma non capivo perché fosse così innamorata di lui.
" Credo, anzi sappiamo benissimo entrambi che l'unico motivo per cui lo stai facendo è perché provi qualcosa per lei" mi spiazzò, come poteva sapere che provassi qualcosa per lei,neppure io sapevo bene cosa, nascondevo al meglio quello sentivo o almeno credevo.
"Non è così" dissi automaticamente, ma neppure i fusti di grano essiccato mi avrebbero creduto, Jasper sorrise, ma era un sorriso di mera irritazione,
"Ascolta, "amico", io ho la capacità di avvertire cosa provano gli altri, sento le emozioni che provi quando sei vicino a lei, o quando pensi a lei, anche adesso" disse quasi sofferente. Deglutii.
"In ogni caso non posso certo cambiare quello che provi, o a che cosa miri davvero, ma ti avviso demone" gli occhi gli fiammeggiarono, mi afferrò per un braccio e lo strinse, restai bloccato da quel furore così controllato,
" Lei è la mia ragione di vita, prova a farle del male o a ferirla in altro modo ,che tu stia facendo il doppio gioco o no, e io ti uccido" mi lasciò andare bruscamente. Abbassai lo sguardo e indietreggiai.
"Sei stato chiaro" dissi nervoso e spalancai le ali.

Un Bivio Tra Luci e OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora