Incubi

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POV JASPER


"Papa'?" la porta della stanza di Aiden si dischiuse piano, strabuzzandosi gli occhi usci alla luce fioca della lampada del corridoio, guardò in direzione della porta bianca a due ante che Alice aveva appena sbattuto,
"Che è successo, ho sentito gridare?" mi ricomposi, tentai di farlo, Aiden non doveva soffrire per quella situazione, era ancora innocente, era solo un bambino.
"Nulla ometto, va tutto bene, torniamo a letto?" assonnato mi guardò dubbioso,
"Papà, mi stai dicendo una bugia" disse serio, gli andai incontro e mi abbassai accarezzandogli i capelli,
"Non ti sto mentendo, non è successo nulla di grave, la mamma sta poco bene, ma domattina tornerà quella di prima, non devi preoccuparti d'accordo?" annuì pensieroso,
"Posso dormire con lei?" mi si strinse il cuore, non doveva vederla in quel modo,
"No tesoro, capisci, la mamma ha bisogno di riposare, da sola, le farà bene" Aiden mi prese la mano,
"Tu sei preoccupato?" mi chiese fissandomi con quei grandi occhioni blu,
"Si" lo dissi senza pensare, a volte era come se Aiden leggesse nel pensiero, o sentisse quello che gli altri provavano, come me,
"Voglio dire, è normale, io amo tua madre, sarò sempre preoccupato per lei, e per te" Aiden sorrise,
"E' quello che dice lei" lo condussi di nuovo a letto, gli rimboccai le coperte e sistemai il cuscino, le stelle del soffitto brillavano flebilmente, stavo per andare via ma Aiden mi chiamò,
"Papà, non devi preoccuparti, sarò io a proteggerla" non sembrava la voce di un bambino quella, era più di una convinzione. Non sapevo cosa rispondere così annui e serrai la porta. Ancora scosso per la discussione con Alice aspettai qualche ora immobile sul bracciolo del divano a pensare. Poi mi decisi, dovevo controllare che stesse bene. Appoggiai incerto la mano sul pomello di ottone, con un lieve scricchiolio la porta si aprii. Non l'aveva chiusa a chiave. Mi fermai 1 secondo sull'uscio. Uno stivale intralciava il passaggio insieme alla borsa, gettate sul tappeto, Alice aveva tentato di spogliarsi o fare qualsiasi altra cosa ma era crollata a faccia in giù sul letto, un respiro leggero ma chiaro inondava il silenzio. Le andai vicino e le sfilai l'altra scarpa, la sollevai quel tanto per metterla sotto le coperte e abbassai le tende. Non volevo svegliarla, dormiva come un sasso. Mi inginocchiai davanti a lei e rimasi ad osservarla. Era così appagante vederla in pace, ora non provava nulla. Mi avevano ferito le sue parole, e soprattutto giacchè c'era la verità, io non potevo proteggerla, non potevo proteggere la mia famiglia e questo mi faceva sentire anche peggio. Sospirai portandomi una mano alla fronte, potevamo solo continuare a fuggire. Alice ebbe come uno spasmo, allungò il braccio sinistro e afferrò con forza un lembo del lenzuolo, l'espressione rilassata del viso si contrasse, forse stava sognando, le appoggiai la mano sulla sua, qualche attimo e si rilassò.
"Perdonami se non sono abbastanza forte".


POV ALICE

Ero sveglia, intorpidita dal calore che promanava il mio corpo appoggiato al materasso ma sveglia, aprii gli occhi, fissai le pieghe del lenzuolo bianco e i sottili aloni bianchi del cuscino, non volevo alzarmi, ciò avrebbe comportato affrontare la situazione, ed era una situazione difficile, portare Aiden a scuola e sorridergli e rassicurarlo, andava tutto bene, parlare con Jasper, esatto. Sorprendentemente ricordavo quello che ci eravamo detti, quello che avevo fatto e cosa gli avevo urlato, non l'avevo dimenticato, eppure c'era un vuoto assoluto da quando ero stata in quel bar. Mi feci forza e mi sollevai dalle coperte. <> quanto aveva ragione Carlisle, era come se mi fossi lanciata dal 20esimo piano, come se un camion mi avesse investito 3 volte, ero distrutta, il mal di testa era quasi insopportabile, le tempie battevano come tamburi, avevo un sapore amarognolo in bocca e la lingua impastata. Jasper mi aveva messo sotto le coperte, ero ancora vestita. Mi spogliai in fretta e misi la vestaglia lilla. Andai nel piccolo bagno che avevamo in camera e diedi un'occhiata fugace allo specchio. Che faccia. Sciacquare il viso non funzionò granchè. Avevo una sete pazzesca. Ma che ora era? Dalla cucina sentivo mormorii, Jasper aveva svegliato Aiden allora era tardi. Si le 8. Battei rumorosamente la sveglia sul comodino, le voci si acquietarono per un istante. Aprii la porta bianca e stordita dalla luce avanzai carponi fino in cucina. Mi sentii stringere le gambe,
"Stai meglio mamma?" Aiden sorrideva, già pronto e con lo zaino in spalla,
"Si pulce, dammi 5 minuti" gli carezzai la testa,
"Lo porto io a scuola" Jasper stava rassettando il tavolo, anche lui in giacca e cravatta, allacciò l'orologio, mi lanciò un'occhiata fugace, non risposi,
"Oggi ho la verifica di scienze" disse Aiden contrariato avvicinandosi all'ingresso,
"Andrà benissimo, non temere" mi avvicinai al bancone della cucina e sfiorai la camicia di Jasper con il braccio, sapevo che era arrabbiato con me, avevo detto una cosa orribile. Indaffarato o forse voleva sembrarlo non mi badò, saettò verso il frigo e prese una fiala di sangue che mi pose davanti con due pasticche rotonde,
"Carlisle ha detto che ti aiuterà con il mal di testa" disse monocorde,
"Forza Aiden o faremo tardi, lo so che ti piacerebbe" si rivolse a lui con entusiasmo,
"Ci vediamo dopo?" tentai di dirgli, stava per chiudere la porta, mi guardò e annuì pensieroso.
Presi le pillole e bevvi altre 2 fiale di sangue, strano che avessi tutto quel bisogno di sangue, un po' funzionarono mi sentivo in condizioni più accettabili, di andare a lavoro non ne avevo la forza e la voglia. Mi buttai sul divano dopo essermi vestita e aver sistemato la casa. Ero stanca. Dopo due ore di tv, fissando la tv giacchè il pensiero ricadeva sempre sugli ultimi avvenimenti suonò il campanello. Per fortuna. Andai ad aprire, sapevo che fosse Bella, avevo appena visto la nostra discussione, mi avrebbe fatto bene. Indossava un maglione colo cipria e dei jeans aderenti. Mi abbracciò e mi squadrò per bene.
"Come ti senti?" la tirai verso il divano sollevata.
"Meglio, sono felice che tu sai qui Bells" mi sorrise, ma in quel sorriso c'era un che di angoscioso e allarmato,
"Sto bene Bella, è tutto ok" mi strinse la stoffa del braccio ammiccando,
"Vorrai sentire anche tu una spiegazione" abbassò gli occhi,
"No, io, capisco perché l hai fatto, questa situazione è molto stressante, e non puoi gestirla da sola" sospirai,
"Credimi Bella non volevo, insomma..." mi alzai di scatto portandomi una mano alle tempie,
"Ubriacarmi o quello che è" annuì,
"Io no ricordo assolutamente nulla, dopo che ho bevuto quel drink ho un vuoto fino a quando Edward..."
"Ti ha trovata... si mi ha raccontato" anche Bella era confusa e di certo si era posta molte domande,
"Forse l'alcol ha avuto un effetto amplificato su di te... ma quello che ti è successo è proprio come per gli umani, una sbronza, per questo non ricordi nulla" fece cenno di sedermi,
"Beh" cominciai massaggiando i cuscini del divano di pelle,
"Purtroppo ricordo le ultime ore di ieri" Bella aspettò che continuassi,
"Non ero davvero in me e ho discusso con Jasper, era arrabbiato, insomma si vi ho messo in allarme...voleva sapere perché l'avessi fatto e cosa avevo fatto" Bella mi pose una mano sulla gamba,
"Ma se non lo ricordi non farne un problema, Edward mi ha detto che...beh...ballavi e c'erano dei cafoni che ti guardavano ma hey, è del tutto normale, l'alcol fa fare stupidaggini e sei stata via per poche ore" questo non poteva giustificare quello che avevo detto,
"Non è questo, cioè, c'è dell'altro, ho detto... ho urlato a Jasper cose davvero meschine" provavo vergogna e dolore, non volevo farlo. Bella allora notò i segni nella parete sprofondata di qualche centimetro,
"Tu hai..."
"Non controllavo evidentemente la mia forza..." mi accasciai sullo schienale,
"Cosa gli hai detto?" sospirai,
"Gli ho detto che lui non mi avrebbe mai protetta, che non sarebbe riuscito a tenere al sicuro Aiden, perché era incapace, perché loro sono più forti e solo a me spetta il compito di fermarli e che... non ho nessuno che possa aiutarmi davvero" Bella abbassò lo sguardo,
"Non dovevo dirlo, sono una persona orribile" mi strinse forte la mano,
"Non pensarlo nemmeno, eri fuori di te, anche se c'è un fondo di verità in quello che hai detto, noi non siamo come te, ma ti stiamo aiutando Alice" la tirai a me per abbracciarla,
"lo so Bella, mi dispiace, so quanto rischiate per me, scusami"
"Non c'è niente da perdonare, vedrai Jasper capirà" sapevo che mi avrebbe perdonata ma ciò non cambiava quello che avevo detto e che avrebbe per sempre ricordato,
"E' davvero ferito, io non so" mi si era formato un nodo in gola,
"Jasper ti ama, sente il tuo sconforto per quello che hai fatto, dagli un po' di tempo, quando tornerà ci parlerai" si, dovevamo parlare. Volevo che mi ascoltasse ora che ero lucida.
"Fra poco arriverà Carlisle" dissi quando una visione interruppe il flusso dei miei pensieri,
"Per controllare che stia bene" Bella respirò a fondo,
"Beh credo che oggi salterò la mia ronda, che ne dici di un po' di shopping dopo?" spalancai gli occhi,
"Adesso? Con quel demone che ci tiene sotto scacco" Bella portò la testa indietro,
"Ascolta, non sa cosa significhi sfidare i Cullen, e poi, dobbiamo rilassarci un po'"
Ci dirigemmo al centro di Boston, col passare delle ore cominciai a sentirmi sempre meglio, non ero al pieno delle forze, ma camminare a velocità umana e girare negozi non era un compito arduo per me. Bella sembrava davvero apprezzare la città, e mostrava un sincero interesse per quello che le mostravo.
"Attenta Bella potresti diventare una patita dello shopping come me" mai sorella reggeva delicatamente due bustoni Victoria Secret's , ridacchiò,
"Ho ancora molta strada da fare" controllò l'orologio,
"Quasi 3 ore, il tempo va troppo in fretta" la guardai interrogativa,
"Carlisle" mi morsi un labbro, non lo avevamo aspettato, non aveva trovato nessuno in casa,
"Passiamo dal suo studio, sarà lì" l'immagine dello studio di Carlisle mi si palesò davanti, ce l'avevano fatta, Carlisle era riuscito ad acquisire un piccolo studio medico nelle vicinanze della zona est, dove era il nostro condominio.
"Si e poi vai a lavoro Bella, non voglio che ti licenzino, sei appena stata assunta" annuì forzatamente,
"Presto sarà il weekend e potremmo dedicare un po' più di tempo a noi stesse, forse allontanarvi un po' da qui vi farà bene" magari era una buona idea. Carlisle non fu sorpreso della nostra visita. Tolse il camice bianco che indossava per abitudine e sistemò i finti occhiali tondi, oggetto di scena sulla scrivania di mogano. L'ufficio era ampio e luminoso, delle spesse saracinesche venivano calate in presenza di umani, la porta dava ad un piccolo corridoio, solo 2 piani, entrambi di Carlisle. La finestra affacciava su di una zona residenziale piuttosto tranquilla e tinteggiata di spazi verdi, ci era passata molte volte.
"Vedo che stai meglio di quanto mi aspettassi" indagatore Carlsile mi trascinò su una sedia e mi puntò una forte luce in faccia,
"Provi un qualche malessere?" ci riflettei, in quel momento mi sentivo piuttosto bene, eccetto che per la sete, nonostante avessi bevuto due fiale sembrava persistere,
"No, stamani ero completamente intontita ma le pillole mi hanno aiutata molto, grazie" pigiò la torcia per spegnere la luce, mi tastò in fretta la gola e il polso.
"Credo che sia stata un' ubriacatura molto forte, ma hai recuperato molto più in fretta degli umani, il giorno dopo è un giorno di totale sofferenza a letto" Bella sbruffò ridacchiando,
"Si era sbronza Carlisle, ora la finiamo" lui annuì sorridendo. Una sonora vibrazione mi fece sussultare, estrassi il telefono dalla tasca.
"E' la scuola" dissi prima che chiedessero, strano, non mi avevano mai chiamata sul cellulare.
<< Alice Cullen? La madre di Aiden Hale?>> chiese una voce squillante di donna,
"Si, cos'è successo?" chiesi allarmata, non potevo vedere Aiden, smisi di respirare,
<< Si tranquillizzi, suo figlio sta bene, ma, c'è stato un piccolo screzio in cui è stato coinvolto, un suo compagno di classe si è ferito, dovrebbe venire qui se non è un problema>> la voce attese qualche secondo,
<< Signora Cullen?>> tornai a respirare,
"Si arrivo subito" riposi in fretta il telefono in borsa e afferrai la giacca,
"Cosa?" Bella mi seguì alla porta,
"C'è stato un incidente, devo andare, tutto ok, avviso io Jasper mentre vado, tu va a lavoro okay?" incerta mi baciò la guancia e tornò dentro da Carlisle.
Arrivai a scuola in fretta, mi baluginò in testa l'immagine di alcuni bambini che attorniavano due figure. Erano spaventati. Una donna magra e dai morbidi capelli ricci biondo fragola mi aspettava all'imbocco del corridoio.
"Alice?" mi fermai appena in tempo, stavo già saettando verso la 5° F.
"Salve,sono Phoebe, una delle insegnanti di quest'anno, sa non abbiamo avuto ancora occasione di fare un incontro con i genitori" le strinsi la mano cercando di rimanere calma e mostrarmi cordiale,
"Signora Cullen! Venga" un' altra insegnante apparve dalla porta della classe,
"Aiden è dentro con Randy e c'è anche la madre, e la piccola Camille" prima di entrare l'altra donna mi bloccò con il braccio,
"Le spiego in breve, suo figlio e Rendy avranno avuto un piccolo litigio, e purtroppo Rendy è scivolato torcendosi il polso, Camille ha assistito alla scena, ci sono solo loro in classe, ho mandato gli altri bambini in cortile. La madre crede che sia colpa di AIden, ma credo che si possa risolvere tutto civilmente, in fondo è stata solo una lite fra bambini. Annuì, pensierosa, Aiden era così gentile e riflessivo, non avrebbe fatto a botte senza un valido motivo. Con mia sorpresa all'interno c'era anche un'altra donna una maestra arcigna dai capelli color fango e gli occhi nascosti da spessi occhiali, quasi due fessure, era accanto ad un bambino grassoccio e rosso in viso, gli scendeva ancora qualche lacrima, la madre in talier violaceo le era accanto e gli teneva la mano, Aiden e Camille ad occhi bassi erano dall'altra parte della stanza, andai subito da Aiden per accertarmi che stesse bene.
"Signora Cullen, suo figlio sta bene, dovrebbe insegnargli le buone maniere" disse la maestra,la fulminai con lo sguardo,
"E' stato un incidente vero Cristine?" Phoebe si affrettò ad entrare,
"Il ragazzo dice che è stato lui a ferirlo, senza motivo" continuò lei, la madre taceva, irritata dalla situazione,
"Si, mi ha afferrato il polso e me l'ha rotto" in effetti il polso del ragazzo era viola e gonfio,
"Camille?" Phoebe si avvicinò e le parlò con dolcezza, Aiden muto mi lanciava occhiate di pieno sconforto,
"Va tutto bene, non preoccuparti" la bambina, graziosa e minuta avanzò un po' verso l'altra maestra,
"Non l'ha fatto apposta, si sono azzuffati, uno sull altro, deve essere caduto sulla mano Randy, ora posso...posso andare?" disse supplicante,
"Ma certo cara" Phoebe e Cristine si volsero in direzione della collega vittoriose,
"No è lui! E' un mostro!" quelle parole furono una fitta al cuore, presi la mano di Aiden automaticamente, nessuno poteva osare definire mio figlio così, serrai l'altro pugno, Phoebe sorpresa mi guardò intensamente e mi si parò davanti quasi per nascondermi alla vista delle altre,
"Randy, cosa dici? E va bene, basta così, comunque sia avvenuto devo portarti all'ospedale e l'assicurazione coprirà i danni" la madre trascinò via il figlio,
"E lei, stia più attenta a suo figlio, meglio che non si avvicini a Randy" disse irritata e sbattè la porta. L'arcigna signora la seguì seccata e la questione sembrò finire lì. Lasciai un secondo AIden con Phoebe mentre contattavo Jasper per spiegargli l'accaduto. Partì la segreteria.
"Jazz, sono a scuola, Aiden ha avuto un incidente con un altro bambino, no non preoccuparti sta bene, credo che lui abbia ferito un ragazzo, gli ha spezzato il polso, sono preoccupata credo che le sue capacità comincino a manifestarsi. Vediamoci allo studio di Carisle. Ti " il beep mi impedì di continuare. Ti amo. Pensai.

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