Acqua

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Mi osservò per parecchi secondi, come se volesse colmare quella distanza dimensionale che ci aveva separate scrutando con attenzione ogni mia fattezza. Il viso turbato, gli occhi luminosi, le labbra contratte, i capelli scompigliati. Poi continuò a parlare.
"Protegge il Limbo, non è una creatura malvagia, fa solo quello per cui è nato, come Cerbero protegge una delle entrate degli Inferi... lo chiamiamo il Moth... nessuno può uscire o entrare in questo posto e lui se ne assicura, non è molto cordiale soprattutto con gli intrusi. Vedi Alice molte anime cercano da millenni una via di fuga, ma è impossibile per chi è morto attraversare i portali invece per chi vive ancora..." si soffermò a guardarmi di nuovo come per assicurarsi che fossi davvero lì e che fossi ancora viva.
"Ti dava la caccia perché sei l'unico essere vivente qui dentro" scossi la testa,
"Anche Eleonor è qui e forse anche i suoi servitori" lei sorpresa si grattò il mento, era incredibile quanto sembrasse reale, anche se la sua figura era semi trasparente e grigia, i tratti del viso le rughe sulle mani, i suoi capelli lunghi e neri.
"Probabilmente ha utilizzato qualche incantesimo di occultamento" riflettè,
" Vuole uccidermi adesso, beh non che prima non vi avesse provato ma mi ha attirata qui perché il... Moth ...mi uccidesse... " mi poggiò una mano sulla spalla ma avvertii solo una brezza fredda,
"Per questo hai cercato di avvisarmi... e io non ti ho dato retta, scusami mamma" mi fermai un attimo, avevo bisogno di sedermi, era strano, ma la mia energia veniva come prosciugata con passare del tempo.
"Tesoro lo sapevo, il Limbo sta consumando la tua energia vitale, devi uscire di qui, adesso o resterai intrappolata" mi sollevai cercando di mantenermi lucida, c'erano molte altre domande che dovevo farle, non potevo andarmene ora.
"Come, come hai fermato il drago? " mi sorrise stanca,
"Beh sarò anche morta ma sono un angelo assai potente e lui deve obbedire alle creature superiori" disse fiera,
"A tal proposito, perché sei qui? Non dovresti essere in paradiso con gli altri, non capisco tu sei un angelo appunto!" distolse subito lo sguardo dai miei occhi colmi di lacrime e soppesò cosa dire.
"Non funziona sempre così, è una punizione questa per me, non so se resterò qui per sempre o se Lui un giorno mi farà tornare" non capivo, punizione? Forse per colpa mia, perché mi aveva nascosto agli anziani?
"No non può essere, non perché hai cercato di aiutarmi, sei morta per cercare di proteggermi!" ero arrabbiata e profondamente angosciata, era colpa mia.
"Tesoro, non è per quello che ho fatto per te...tu non...non è a causa tua" era reticente eppure sentivo che voleva dirmi qualcosa. Con un tonfo qualcosa si palesò tra la nebbia e noi a pochi metri, poi altre figure incappucciate ci attorniarono, demoni...Eleonor....
" Tuo padre...lui è all'inferno" disse lei,
"Si io l'ho visto, è stato punito per quello che ci ha fatto..." Forse era per aver avuto un figlio da un mortale, ma c'erano migliaia di nephilim al mondo. Lei si guardò attorno impaziente poi i demoni ci saltarono addosso, riuscii con facilità a scansarli, non potevano ferirmi.
"Prendi..." mia madre mi tirò giù e mi diede una boccetta di vetro con un liquido nero all'interno,
"Cos'è?" Eleonor era a pochi metri e mi fissò accigliata,
"Esci dal portale e versala sulla pietra dell'arco, lo chiuderà per sempre e loro resteranno qui bloccati, io li distraggo...va!" mi scostò bruscamente e si lanciò a tutta forza su Eleonor passandole attraverso ma facendola barcollare all'indietro, a fatica aprii le ali. Non potevo lasciarla sola in quel posto e con loro. Fissai la boccetta, la luce fioca del portale in lontananza...
"Alice vattene! Ti prego!" spiccai il volo non voltandomi ma fissando l'unica luce calda di quel posto e mi lanciai a tutta velocità nell'apertura che si stava rimpicciolendo sempre più.

Uscire fu come respirare finalmente dopo essere stati in apnea fin quasi a collassare, appena varcai il portale ritrovai le forze. Stringevo nel pugno la piccola boccetta per paura di perderla o che si rompesse. Un bagliore accecante e fui a contatto con la sabbia calda dell'Arizona. Non pensai ma vuotai automaticamente il liquido viscoso sull'arco di pietra senza neppure guardarmi attorno. Da subito le pietre tremolarono e si sgretolarono rilasciando una piccola ondata di energia che mi fece barcollare all'indietro, mi sentii afferrare da dietro. Tesa mi voltai, era Jasper,
"Oh Jazz!" gli fiondai le braccia al collo e lo strinsi forte, cercò di infondermi tutta la calma e il calore possibile. Respirai a fondo il suo profumo, per gran parte del tempo avevo temuto che non l'avrei più rivisto. Dopo 1 minuto buono mi scostai, Jasper mi ispezionò controllando che stessi bene.
"Ti fa male?" mi sfiorò la fronte e mi ritrassi al contatto, faceva male, osservai la sua mano coperta di una sottile striscia di sangue. Sean avanzò verso di noi. Gli altri però non c'erano. Mi resi conto di aver male ovunque. Era chiaro non c'erano effetti in quel mondo ma tutti i colpi e i pugni che avevo dato e ricevuto ora si palesavano.
"Si..no...sto bene" oltre alla ferita alla testa avevo un livore sulla spalla e sul braccio sinistro.
"Cosa è successo al portale?" chiese Sean raccogliendo i frammenti di pietra dal terreno.
"Distrutto... lei me l'ha fatto fare, così Eleonor e i suoi resteranno bloccati" dissi appoggiata a Jasper, Edward e Phoebe si smaterializzarono, i loro volti preoccupatissimi quando mi videro piena di lividi,
"Cosa è successo?" Phoebe mi tirò a sé controllandomi ma Edward carpì dai nostri pensieri quello che era appena successo. Spiegai a Phoebe e agli altri cosa mi aveva detto mia madre, del guardiano del Limbo, del piano di Eleonor per attirarmi lì.
"Alice, l'avevo detto, era troppo pericoloso, guarda come ti hanno ridotta" corrugai la fronte,
"Quindi un angelo è nel limbo, questo è davvero strano" osservò Sean che si teneva a distanza,
"Non spetta a te giudicare come gli anziani smistano le anime, ricevono ordini precisi dall'alto" disse irritata. Edward e Jasper si lanciarono un'occhiata. Ma anche io diffidavo da sempre, non di Phoebe ma delle regole degli angeli e delle loro decisioni.
" No Sean ha ragione Phoebe, se hanno deciso di tenerla bloccata lì ci deve essere una ragione e lei stava tentando di dirmela ma in verità non ha detto nulla che già sapessi..." sconsolata le rivolsi uno sguardo intenso, lei sapeva qualcosa, poi guardai Edward che scosse la testa. Non riusciva a leggere i pensieri di Phoebe, in realtà non ci avevo mai badato ma forse gli angeli avevano uno scudo mentale come quello di Bella.
" Non sei tu la causa" disse lei secca, le stesse parole di mia madre poi afferrò Sean ed Edward,
"Torniamo a Forks... hai bisogno di riposare Alice....è finita oramai, goditi la pace..." mi sorrise sincera. Sparirono. Sospirai. Jasper mi prese la mano preoccupato ma immensamente felice che fossi sana e salva e che fosse tutto finito.
Gli sorrisi e ci smaterializzamo.

Mi costò le mie ultime energie anche perché ci ritrovammo in camera nostra. Avrei desiderato dormire 100 anni. Mi buttai a capofitto sul letto e gemetti ridacchiando giacchè i lividi facevano male e inoltre mi sanguinava ancora la fronte, Jasper andò in bagno e tornò in un istante con un asciugamano bagnato e mi pulì la ferita.
"Accidenti ho macchiato il cuscino" lui sorrise,
" Ho perso il conto di quante volte hai tamponato o curato le mie ferite" dissi prendendogli l'altra mano mentre seduto accanto a me mi appoggiava il panno sulla fronte, mi strinse le dita,
" Solo perché sarei un medico irresistibile" gli colpi il petto con un pugno.
"Ecco ha smesso di sanguinare" posò l'asciugamano nel cestino e mi accarezzò la guancia,
"Il mio sangue che effetto ti fa...non me lo sono mai chiesta..." osservai sorpresa, anche lui era sorpreso di quella mia domanda e sorrise guardandomi intensamente,
"Il tuo sangue è diverso da quello umano, si ha un profumo davvero buono ma è come se ci fosse una forza che lo rende intoccabile, capisci come se non potessi neppure pensare di berlo e succede lo stesso agli altri, l' ho chiesto ad Edward e a Carlisle, credo che nessun vampiro possa o almeno che non debba uccidere o mordere un angelo" si aveva senso. Mi passai una mano sul viso, ero esausta e dovevo avere un aspetto tremendo.
"Sei bellissima" disse Jasper leggendomi nel pensiero,
"Come se fossi precipitata dal 30esimo piano di un grattacielo" mi accucciai sul cuscino, anche Jasper si distese sollevandosi su un braccio e mi baciò la fronte,
"Ti lascio dormire"
"Aspetta" volevo raccontargli tutto nei minimi dettagli, tutto quello che avevo provato stando lì.
" Si vedi era come essere dentro uno stagno di palude, tutto era confuso e non riuscivo ad orientarmi, non c'era molta luce ne aria ne alcun suono... e le anime sono completamente sole, a migliaia ma non si accorgono di essere con le altre, e vagano senza sosta e senza meta, è un destino davvero orribile, forse peggiore dell'inferno..." rabbrividì, Jasper disteso di fronte a me mi sfiorò un braccio,
" Mi dispiace che tua madre sia lì" annuì, e io non potevo tirarla fuori,
"Qualsiasi cosa abbia fatto, non lo merita" una lacrima scivolò sul cuscino bianco, Jasper si avvicinò e mi strinse a sè, il calore, la pressione del suo corpo contro il mio mi davano una gioia immensa.
"Non mi sembra vero poterti toccare ancora ... " e gli spiegai cosa avevo pensato quando il drago stava per uccidermi e lo avrebbe fatto se non ci fosse stata lei.
" Tu sei qui adesso e io sono qui con te... importa solo questo" naso contro naso ci sfiorammo, si stare insieme era il dono più prezioso.


Il mattino seguente mi alzai presto ma piena di energia. Rassettai le lenzuola, Jasper era di sotto e parlava animatamente con gli altri, Edward e Carlisle volevano saperne di più sulla dimensione che avevo visitato erano avidi di curiosità. Andai nel bagno e mi feci una rapida doccia fredda. I muscoli erano ancora indolenziti ma i lividi sul braccio erano già guariti e anche il taglio sulla fronte era quasi del tutto sparito, solo una sottile striscia rossa si intravedeva, cercai di coprirla con i capelli. I miei occhi erano di un tenue azzurro, mi concentrai e ritornarono al solito ambra-dorato. Non c'era più motivo di stare all'erta ormai. Indossai un vestito rosso mogano e dei leggins neri e scesi di sotto. Volevo parlare con Sean, vedermi uscire da sola senza Eleonor e distruggere l'unica via d'accesso per raggiungerla l'aveva lasciato interdetto. Era arrabbiato, anzi furioso con lei e gli altri demoni per quello che avevano fatto e il suo desiderio di vendetta era ancora lì. Dovevo aiutarlo a lasciar perdere, anche io avevo desiderato ucciderla così tante volte, ma sarebbe rimasta lì bloccata per sempre e quella non era vendetta, era giustizia.
"Mamma!" Aiden sbucò davanti alle scale raggiante, era domenica e non c'era scuola, ancora in pigiama saltellava davanti a me, mi afferrò le gambe vi si avvinghiò bloccandomi.
" Accidenti che presa!" gli feci il solletico, mi lasciò andare, la sua forza era quasi pari a quella di Reneesme, ed era molto veloce, ora avrebbe dovuto fare uno sforzo in più per mantenere il controllo con gli umani, per mano lo portai dagli altri in soggiorno, lui corse incontro a Jasper che lo sollevò e lo tenne per il bacino come un sacco mentre lui ridacchiava. Era da tanto che non provavo quel benessere nel vederli insieme felici.
"Alice, Jasper ci stava raccontando..." ma Edward diede un colpo appena in tempo a Carlsle, Aiden non doveva sapere nulla, era andato tutto liscio e gli avevamo risparmiato un bel po' dell'angoscia dell'attesa. Jasper sempre issandolo sulle sue spalle lo portò in cucina per la colazione.
"Scusami, credevo lo sapesse" sussurrò Carlisle, aspettò che la porta della cucina fosse ben chiusa e continuò,
"Del Moth, di quel drago, è incredibile... e non riuscivi a ferirlo giusto, di cosa era fatto?" a Carlisle affascinava tantissimo la nuova realtà che ci era stata rivelata e ne era grato, era grato a me perché dopo 500 anni riusciva ancora a sorprendersi,
"Io non saprei, non aveva scaglie o squame, era come se fosse ricoperto di petrolio o comunque di un liquido viscoso, ma la cosa strana era che toccandolo non sentivi nulla, pelle o altro, era incorporeo , ma la sua coda spinata l ho sentita eccome..." mi sorrise bieco,
"Vorrei fare delle ricerche, magari ci sono creature mitologiche che esistono tuttora e Phoebe potrebbe confermare qualche mia teoria, di sicuro è lei a saperne di più" Pheobe! Dov'era finita? Forse con Sean... ma io avevo dato per scontato che lui fosse rimasto, magari era già andato via.
"Phoebe è tornata a Boston per confermare la sua permanenza alla scuola elementare, dice di essersi trovata così bene lì, vorrebbe iniziare una nuova vita con gli umani ora che le acque si sono calmate, tornerà a trovarci presto ha detto" mi disse Edward, annuì leggermente interdetta. Non aveva aspettato questa mattina, di sicuro non voleva che la pressassi per via di mia madre. Carlisle si defilò entusiasta per il suo progetto della domenica nel suo ufficio.
"Lui è nel bosco, sento i suoi pensieri, non è lontano, ti sta aspettando" mi arruffò i capelli e raggiunse Jasper in cucina.





POV SEAN

Era finita allora. Ma non doveva andare così. Calciai una grossa pietra che sprofondò nella corteccia di un abete li vicino. Volevo vederla soffrire e scongiurare pietà per la sua vita ma Alice aveva deciso per tutti e due. L'unico motivo per cui non me ne ero ancora andato era lei, certo che era lei, dovevo salutarla e vederla per un'ultima volta. Il fruscio delle foglie mi destò dai miei pensieri, il profumo della sua scia era piacevolissimo, rose ed erba appena tagliata. Rallentò e avanzò a velocità umana.
"Sean" pronunciò il mio nome titubante, stava cercando di identificare le mie emozioni, non potei fare a meno di sorridere, ma poi ricordai perché fossi arrabbiato fino a pochi minuti prima.
"Alice" dissi freddo,
"Credevo fossi andato via" disse,
"Non è facile smaterializzarsi con un'ala spezzata..." dissi irritato, lei tacque,
"Ma certo, tu non vedi l'ora che me vada, ormai sono di troppo..." mi guardò, gli occhi dilatati e un lampo azzurro li fece cambiare colore,
"Non è vero, non voglio che tu te ne vada" sembrava sincera, ma restare per me non aveva senso,
"Andrò in qualche bettola per umani finché potrò tornare a volare o smaterializzarmi, credo che entro 1 mese guarirò" si avvicinò,
"Puoi restare qui, in città, Carlisle ti potrebbe trovare un lavoro nel frattempo e Forks è tranquilla, nessuno farà domande" non era una cattiva idea, almeno potevo contare sui vampiri se qualche demone si fosse fatto vivo, ma restare e vedere lei era una tortura.
"Perché hai distrutto il portale?" chiesi all'improvviso cambiando argomento, lei distolse lo sguardo confusa,
"Che vuoi dire? Se non l'avessi fatto lei..." non continuò,
"Lei sarebbe uscita con te e noi l'avremmo sistemata" mi rivolse uno sguardo confuso,
"No Sean non capisci, lei non voleva uscire, mi avrebbe bloccata lì finché il varco non si fosse chiuso, il suo piano era che il guardiano mi uccidesse te l ho detto, e mia madre non poteva tenerlo a bada per sempre" lei aveva ragione, ma era frustrante.
"So bene che volevi ucciderla...ma credimi è stato meglio così" non lo accettavo.
"No Alice, lei doveva pagare per come ci ha ridotti, per quello che ti ha fatto! Dovevo entrarci io lì dentro!" sbottai furioso avanzando minaccioso verso di lei, si concentrò e senza alzare un muscolo mi ritrovai inchiodato all'albero già danneggiato di prima, mantenne il contatto visivo, erano incredibili i suoi poteri telepatici, ed erano le sue emozioni a farli scaturire, adesso era arrabbiata anche lei.
" Non potevi, è andata in questo modo..." distolse lo sguardo e ricaddi a terra,
"So come ti senti, credimi anche io volevo vendetta ma... non saremmo stati migliori di lei se l'avessimo torturata..." mi sollevai stizzito,
" Migliori...io non lo sono già, non sono migliore di lei , sono un demone, sono malvagio e uccidere è ciò che mi riesce meglio..." ma mi pentii subito di averlo detto, Alice tornò a guardarmi, ma questa volta sembrava affranta, scattò verso di me e mi afferrò bruscamente un braccio, ma c'era calore nei suoi occhi azzurri e determinazione,
"Tu non sei malvagio Sean, io lo sento, la tua anima è solo tormentata" mi scostai anche se avrei voluto abbracciarla e stringerla a me come sull'isola, tutto mi era sembrato possibile laggiù. Sospirai.
"Spero che tu abbia ragione..." sussurrai,
" Phoebe è partita" dissi giacchè il silenzio era diventato troppo strano,
"Si Edward me l' ha detto, credo che sappia qualcosa che non vuole dirci Sean, e credo che col tempo si fiderà abbastanza per dircelo" le scoccai un occhiata divertita,
"Quando la smetterà di darmi dell'idiota" un gruppo di cervi galoppò a pochi metri da noi, Alice distolse per qualche secondo l'attenzione da me, ma poi decise che la caccia poteva aspettare.
"Allora tu e il biondo siete di nuovo insieme..." constatai, mi infastidiva ovviamente, molto, eppure Jasper era molto simile a me e non era affatto male, non potevo crederci lo pensavo sul serio.
"Si... io " al pensiero di lui non potè fare a meno di illuminarsi, non sapeva cosa dire,
"Sta tranquilla, un po' me lo aspettavo" dissi rassegnato,
"Forse chiederti di restare è da egoista, ho sbagliato a dirtelo..." scossi la testa,
"Beh, finchè la mia ala non guarisce...e poi non so dove altro andare e non ho denaro da umani...se l'offerta è ancora valida" Alice sorrise con calore,
"Bene, si bene allora, lo dico a Carlisle" fece dietro front e saettò in direzione della casa.

Un Bivio Tra Luci e OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora