Si stavano baciando.
Erano sdraiati sul letto di Eddie, le coperte un groviglio di stoffa tra le gambe, la stanza immersa nella penombra.
Dalle tapparelle non totalmente abbassate proveniva un fascio di luce lunare che si rifrangeva sui loro volti.
Quante volte Eddie aveva immaginato un momento del genere?
Quante volte, sentendo il respiro di Norman accarezzargli il viso durante un pomeriggio di studio, aveva desiderato voltarsi e annullare il poco spazio che separava le loro labbra?
Quante volte aveva dovuto inchiodare le dita alla sedia per non infilarle tra i capelli che gli finivano sugli occhi?
E adesso che poteva - che il corpo di Norman era premuto contro il suo, e la sua bocca lo accoglieva con calore, cos'altro c'era a bloccarlo?
Era forse il pensiero di Richie, di quel che gli aveva detto?
"Se non eri interessato a me, potevi anche dirlo subito".
Già.
Perché non l'aveva fatto?
Anche il pomeriggio prima, mentre erano sul balconcino della biblioteca ad attendere che la rabbia di Norman sbollisse - perché Eddie non aveva chiarito la situazione con Richie? Perché non gli aveva chiesto di farsi da parte?
Ti piace, sussurrò una voce malevola nella sua testa.
Eddie diede un morso al labbro inferiore di Norman, facendolo gemere.
Perché era lì tra le sue braccia, allora?
Si sentiva confuso al punto da starci male, il peso dell'altro ragazzo sdraiato sul suo petto divenne quasi insopportabile aggiunto al senso di colpa che gli opprimeva il cuore.
Avvolse una gamba attorno al ginocchio di Norman e lo ribaltò sulla schiena. Il ragazzo atterrò sul materasso con un ansito, le ginocchia di Eddie strette attorno ai fianchi.
Aprirono gli occhi entrambi, scrutandosi nella parziale oscurità, e il ragazzino riuscì chiaramente a vedere l'effetto che i suoi baci e la sua vicinanza avevano sul compagno di stanza: le pupille completamente dilatate, il nero che inghiottiva il verde, e tutt'intorno una scintillante patina di lacrime di desiderio.
Anche i suoi occhi erano così, in quel momento? O Norman poteva vedere quanto fosse dilaniato dal di dentro?
Lo voglio, si disse.
Ma voglio anche quel ragazzo dai ricci scuri e Richie Tozier, che sembra somigliargli così tanto. Dio, perché gli somiglia così tanto?
Com'erano gli occhi di Richie quando baciava qualcuno? Quando il nero dell'iride veniva divorato dal nero ancor più nero della pupilla?
Norman premette improvvisamente una mano sul suo viso, allontanando la sua bocca. Eddie non riuscì neppure ad essere stupito dal gesto, e non fu stupito nemmeno quando il ragazzo chiese:-C'è qualcosa che non va?-
Non poteva tenere due piedi in una scarpa. Non poteva avere tutti e tre quei ragazzi - e se le cose stavano cosí, era meglio non averne nessuno.
-Possiamo fermarci?- Mormorò, sollevandosi.
La mano di Norman ricadde.
-Certo che possiamo.- Rispose lui, con dolcezza inaudita.
Eddie rotolò di lato e si sdraiò sul materasso, accanto a Norman.
Questi lo osservò in silenzio ancora per qualche minuto, gli occhi verdi avevano perso ogni ardore, tornando ad essere pieni della solita preoccupazione.
-Stai bene?- Domandò ancora, sfiorandogli le tempie con le dita.
Il ragazzino annuí.-Sono solo stanco.-
Era una scusa plausibile. La mattinata era stata frenetica, carica di lezioni e nuovi argomenti da assimilare, il pomeriggio passato sui libri.
Non fosse stato per l'indecisione che gli scuoteva ogni membrana, si sarebbe probabilmente addormentato nel giro di pochi minuti.
-Raccontami una storia.- Bisbigliò, lo sguardo rivolto al soffitto.-Qualcosa sui tuoi fiori.-
Norman si fece piú vicino, posò la testa sul suo petto, all'altezza del cuore, e Eddie gli avvolse un braccio attorno alle spalle - non poteva fare altro che stringerlo a sé, che acconsentire a quell'ultima ricerca di calore.
Norman iniziò a parlare mentre il ragazzino gli districava piano i capelli.
-Eco era un'Oreade, una ninfa delle montagne presso i Greci. Aveva il dono della chiacchiera, stordiva tutti con parole e pettegolezzi.-
Eddie fece una smorfia. Per qualche motivo, quell'introduzione gli ricordò la lingua frivola di Liz.
-Secondo Ovidio, Giove volle sfruttare quella sua attitudine per distrarre Giunone, mentre lui si crogiolava tra le amanti. Scoperto l'inganno, la dea le tolse l'uso della parola, condannandola a ripetere solo le ultime pronunciate dagli altri. Intanto, per i monti abitati da Eco, vagava un cacciatore. Il suo nome era Narciso, un giovane di bellezza straordinaria, ma anche di straordinaria crudeltà.- Eddie si accigliò e smise di muovere le dita tra i suoi capelli, in attesa.
Norman aveva l'infelice abitudine di tacere sul piú bello, solo per vedere che faccia avrebbe fatto.
-Non sapeva amare.- Proseguí, a voce ancor piú bassa, e il ragazzino si sentí trafiggere il petto.-Quando Eco lo vide aggirarsi tra i boschi, cadde anche lei vittima del suo fascino, come tante prima di lei, ma il giovane la rifiutò duramente, incapace di tenere a chiunque se non a se stesso.
- Quando nacque, fu detto a sua madre che avrebbe vissuto a lungo solo se non si fosse mai conosciuto. Purtroppo, nel fiore degli anni, si conobbe: vide il proprio riflesso in una pozza d'acqua e, assuefatto da tanta bellezza, si innamorò. Realizzando che il giovane riflesso altri non era che lui, si consumò dal dolore, trascorrendo notti e giorni a desiderarsi senza potersi sfiorare mai. Alla fine, al posto del suo corpo assetato e affamato, rimase un fiore, giallo e profumatissimo.- Un'altra pausa. Per qualche motivo Eddie sentiva che avrebbe aggiunto qualcosa di ancor piú triste.
-Per disperazione, Eco si ridusse a sola voce, dissipandosi tra la vegetazione della montagna.-
Eddie si morse una guancia, le mani che strofinavano delicatamente lo scalpo di Norman, gli occhi stanchi che ormai non distinguevano piú dove finisse la parete e iniziasse il soffitto.
Si chiese se anche lui non fosse un po' come Narciso, privato dal destino della capacità di dare amore a chi piú l'avrebbe meritato.
E si chiese se Norman non fosse la sua Eco, e se sapere che non era in grado di ricambiarlo l'avrebbe distrutto.

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Hiatus ~ Reddie
RomanceEddie Kaspbrak non vive piú a Derry dall'estate del terrore. Adesso ha diciannove anni, frequenta il college, ha dei nuovi (quasi) amici, e i ricordi della sua prima adolescenza sono ormai sfocati. Tornerà ad essere tutto dolorosamente familiare qua...