capitolo 18

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-Vuoi veramente provocarmi in questo modo?-si riferì al fatto che, non essendoci freddo, avevo indossato un abito bianco con disegni colorati e con un richiamo all'oriente, ma palesemente corto.

Un paio di sandali color crema mettevano in mostra le mie unghie ben curate e pitturate di nero solamente il giorno prima. 

-Smettila, non è nemmeno attillato..-tornai a passarmi un'ennesima pennellata di mascara alle ciglia dell'occhio destro, sbattendo poi la palpebra ripetutamente. 

-Non avevo mai visto le tue gambe fuori di casa-sghignazzò sedendosi sul letto, in attesa che terminassi di prepararmi per la cena. Per la prima sera avrei voluto strafare con l'eleganza, per questo tinsi le mie labbra di rosso con un forte e opaco rossetto rubato a Paris. 

-Ed è una cosa positiva o..-rimisi a posto il rossetto ed afferrai la mia borsa, sfregando le labbra per evitare di rendere il colore troppo forte.

-Positiva perché sei con me, negativa per tutti gli occhi che ci cadranno sopra-sospirò prendendomi per mano e trascinandomi fuori dalla stanza prima che ripensassi di nuovo di cambiare qualcosa riguardo il mio abbigliamento. 
Percorremmo tutto il corridoio per poi entrare di nuovo nell'ascensore, ed una volta nel salone venni investita da un'incredibile tranquillità e serenità che mi fece veramente credere per una frazione di secondo di essere veramente all'inizio di quattro giorni paradisiaci.


-Avresti potuto evitare di mangiare così tante vongole-
Ero appena uscita dalla doccia e mi stavo mettendo il pigiama, insieme ad una crema per il viso, mentre Harry stava seduto sul terrazzo a respirare aria fresca per via del tremendo dolore allo stomaco che gli aveva procurato tutto quel pesce. Lo sentii sbuffare di fronte al mio rimprovero, nonostante fosse lontano da me.
Dopo aver finito di darmi una sistemata, ci sedemmo entrambi su una poltrona insieme, con l'intento di guardare un film alla tv. Mi ero accomodata fra le sue gambe e lui mi stringeva facendomi da coperta, mentre entrambi discutevamo sul fatto del guardare un film romantico, d'azione o di paura. Vinse lui, con una storia drammatica di due fratelli che si perdono di vista ed hanno molti problemi, ma che alla fine si ritrovano. Banale, ma nel perfetto stile malinconico di Harry.

Era ancora presto, essendo che l'orologio segnava solamente le undici e nessuno dei due aveva sonno. Non appena iniziarono a scorrere i titoli di coda sentii le sue labbra sfiorarmi delicatamente la pelle del collo in un bacio umido.

-Mi fai il solletico..-sussurrai inarcando la schiena e sorridendo a malapena, mentre lui continuava a lasciare impronte delle sue labbra su di me. Voltai lo sguardo permettendogli di lasciarmi un bacio vero e proprio. Sghignazzò alzandosi dalla poltrona e continuando a sostenermi fra le sue braccia. Risi notando, per ben la seconda volta, di trovarmi in braccio a lui e sospesa in aria mentre potei chiaramente notare che fosse diretto vero il letto. Non appena mi lasciò cadere sul materasso, tese le sue braccia di fianco al mio volto, sostenendosi e permettendo al mio corpo, al di sotto del suo, di non essere schiacciato.

Le nostre labbra non si separavano nemmeno per un nano secondo e la maglia larga e leggera che ebbi appena infilato, scivolò via molto facilmente dopo solamente due minuti. Così come gli indumenti di Harry.
Fui travolta da un caldo infernale non appena potei notare la sua mano all'altezza della mia intimità, e continuai e cercare i suoi baci mentre gli permettevo di compiere la nostra solita routine di tutte le volte. Mi sconcertò il fatto che il solito programma non fu rispettato dato il fatto e si sdraiò sul letto, mettendo me a cavalcioni su di lui. 

-Ci sentiranno-risi tracciando una lunga linea immaginaria lungo tutto il suo petto. 

-Non m'importa-sussurrò fermando la mia mano e baciandole le nocche. A dire il vero ero nervosa del fatto che mi facesse avere la situazione in mano; non lo aveva mai fatto.
Non feci nemmeno in tempo di accorgermene che anche la biancheria intima di entrambi era stata casualmente lanciata sul pavimento color beige. Era bello poter vedere il suo volto passare dall'essere rilassato mentre gli accarezzavo i capelli, a sudato e al limite della sopportazione mentre la mia attenzione passava al suo membro.

Ci sfregavamo l'un con l'altro accompagnati da movimenti frenetici che provocarono gemiti di piacere ad entrambi. Riuscii a farlo venire per la prima volta toccando solamente il suo membro con la mia mano, quando di solito saremmo dovuti arrivare a di più per raggiungere l'estremo piacere, diciamo. 

Ridemmo entrambi non appena ci fummo resi conto dei cigolii che il materasso provocava ad ogni nostra azioni più frenetica, così mi stesi al suo fianco arrendendomi di fronte all'evidente rumore che causavamo. Nessuno dei due sembrava però averne abbastanza, per questo afferrò entrambi i miei seni lasciandomi baci dal collo, fin quando non salì verso le mie labbra che bramavano il sapore delle sue. Era un costante bisogno, quello di avere lo sfioro della sua bocca sulla mia. 

Scesi all'altezza del suo torace e ci lasciai una serie di baci, soffermandomi poi sull'ultimo mettendo in gioco anche la lingua e posandoci sopra le labbra immobili per una serie infinita di secondi. Non appena terminai una sua mano accarezzò i miei capelli, come è solito fare la maggior parte del nostro tempo insieme. Ci furono attimi di silenzio e privi di alcun gemito da parte nostra, fin quando non lo sentii definitivamente dentro di me, dopo avermi convinto a sedermi sul suo bacino.

I nostri momenti frenetici erano accompagnati da sudore e carezze inesistenti, da quanto erano leggere. Si legge nei libri e si vede spesso nei film che chiamare il proprio partner durante l'atto sessuale garantisce la passione nella coppia, ma lui non era solito richiamarmi in momenti del genere e mi aveva anche dato una spiegazione; 'quando ho di fronte il tuo corpo e ho la possibilità di farti mia, sono talmente entusiasta da dimenticare persino i nostri nomi'. Insomma se la cava sempre.
Quando arrivai a sentire persino vero e proprio dolore mi stesi al suo fianco, godendomi il suono nei nostri respiri affannati che s'intrecciavano. Mi avvolse un braccio intorno alle spalle e premette le sue labbra sulla mia fronte.
-Vorrei che fosse per sempre-confessò una volta che il mio capo era nell'incavo del suo collo.
-Che cosa?-
-Noi due-
Mi strinsi il più possibile e a lui sfregando la testa sul suo petto, alla ricerca della posizione perfetta. Chiusi gli occhi permettendogli di riposarsi, finalmente. Mi addormentai con la consapevolezza che il giorno dopo sarebbe stato ancora meglio, al suo fianco.

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