capitolo 5

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-Noemi mi ha chiamata preoccupata che stessi per fare qualche pazzia!-Paris, nonostante la mia veneranda età, ha preso la mano di urlarmi contro e rimproverarmi quando le capita. 
-Beh, di certo non mi sarei suicidata..-sbuffai mentre la osservavo disperarsi. Sospirò e mi lanciò uno sguardo fulminante per avvertirmi di tenere la bocca chiusa o avrei rischiato. Feci come i suoi occhi mi domandarono e me ne stetti buona buona in silenzio, fin quando non sbucò fuori la domanda 'dove eri?'. Risposi che me ne ero andata a fare un giro per prendere un po' d'aria, perché chiusa dentro quel posto sarei soffocata un giorno o l'altro, ma non se la bevve completamente. Insistette finché non le dissi che dovevo vedere una persona e dopodiché le chiesi di andarsene e di lasciarmi vivere la mia vita, o quel che ne resta. 
Ero talmente stanca che mi sarei addormentata anche in piedi mentre infilavo a raffica nel microonde qualsiasi surgelato mi capitasse sotto mano tanto per sfamarmi. Ero rientrata verso le sette e mezza di sera, morivo di fame e sonno. 
Mi infilai nel letto e sospirai. Per la prima volta durante quella settimana, ero soddisfatta della giornata trascorsa. 
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Non so perché mi ostini ancora oggi ad impostare la sveglia nonostante non debba più andare a scuola o al lavoro. Ora mai è una mia fissa e non posso farne a meno; se non programmo il mio risveglio mi sento disorganizzata per tutta la giornata. 
Non mi è mai piaciuto il Sabato, era il giorno in cui mamma mi portava in chiesa per poi accompagnarmi a passare il giorno da nonna. Io amavo mia nonna, ma lo sappiamo tutti che delle signore anziane dopo un po' di tempo si può anche fare piacevolmente a meno. 
La mattina è il mio momento preferito della giornata; la luce e la freschezza della tarda mattinata mi ha sempre fatto sorridere, ma quella mattina in particolare, non me la sentivo di dipingermi un sorriso in faccia. Ebbi solo la forza di bermi del latte caldo e controllare le novità di Cosmopolitan grazie alla serie di riviste che mi procuro almeno una volta alla settimana. Ho una vera e propria ossessione per il gossip e la moda, ma non mi sono mai comportata nel modo in cui di solito le amanti di questi argomenti fanno. 
Non vado a comprare l'ultimo vestito indossato da Julia Roberts e non copio il trucco di Angelina Jolie solo perché lo dice 'VOGUE'. Però amo seguire le novità delle star e restare aggiornata, è più forte di me e non posso farne a meno. 
Durante il pomeriggio venne Noemi a trovarmi, con il suo solito comportamento troppo iperprotettivo e appiccicoso. Non ho il cancro, non sono incinta, non ho la leucemia, gente, riguardatevi un secondo o rischierete di soffocarmi con le vostre preoccupazioni.
Stette da me anche per cena e fui felice di ospitarla; non mi piace mangiare da sola, mi fa sentire abbandonata, ed è una delle sensazioni più brutte che esista e che un essere vivente possa provare. Fatto sta che mi fece piacere chiacchierare con lei dopo che le chiesi di non  parlare delle mie condizioni di salute. Lei mi diede retta e non nominò l'ospedale o la questione '365 giorni' nemmeno per una volta.
In quei giorni Paris si stava informando il più possibile in rete e chiamando vari medici ed ospedali, cercando qualcuno che fosse in gradi di proporci un rimedio alla mia situazione, ma fin a quel momento eravamo fermi ad un punto morto.
La Domenica era già ben diversa, perché la mai sveglia suonava automaticamente un'ora dopo e l'amavo per questo. Decisi che quel pomeriggio sarei andata da sola al Cinema in centro per guardarmi un film di una bellissima storia d'amore. Non l'avevo mai visto, ma dicono in molti che sia bello, così, dato che in quei tempi non avevo nulla da fare, indossai cappotto, berretto, presi l'auto e partii. 
La storia parlava di due fratelli, maschi. Entrambi ancora vergine e stanchi di esserlo; in più con i loro amici avevano la reputazione degli sfigati e venivano presi in giro. Per farsi rispettare avevano organizzato un appuntamento con due ragazze e avevano detto alla combricola di ragazzini che se le sarebbero portate a letto e abbandonate. Uno dei due non riesce, non va a letto con la ragazza, ma se ne innamora follemente. Il fratello invece ha 'successo' e non viene più preso per i fondelli dai ragazzi, ma inizia a sua volta a scherzare il fratello. 
La fine è semplice: il fratello innamorato si fidanza con la ragazza e fa pace con l'altro che chiede perdono. 
Detto così è un casino, ma il film non mi era affatto dispiaciuto. La storia d'amore fra i due ragazzini era davvero adorabile, ma mi fece solo rattristire più del solito. Io avevo avuto un'unica storia ed era con un ragazzo di nome Charles, all'età di sedici anni. Ci avevo fatto sesso due volte sole, prima che lui potesse scaricarmi per via di un trasferimento, dice lui. Non ci ebbi ai creduto.
Dopo quell'accaduto rimasi completamente da sola per tempo, senza mai uno schifo di ragazzo che mi piacesse e che fosse interessato a parlarmi prima di una sudicia frase sconcia per rimorchiare. La mia mente mi ricordò che ora c'era Harry nei paraggi, ma non credo che sarebbe mai potuto accadere qualcosa perché, insomma, non posso innamorarmi di un tipo come Harry. O meglio, lui non può innamorarsi di un tipo come me.
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365 giorni per dirti ti amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora