Senza Regole

un nuovo inizio.

<< non riesco a trovare una sola ragione per ascoltarti, sinceramente. >> senza pensarci due volte mi giro e la lascio lì da sola al freddo e mi incammino verso casa. Non posso negare che la curiosità di sapere cosa ha da dirmi si è insidiata come un tarlo nella mia testa.

<< concedimi solo cinque minuti. >> mi afferra la mano e mi costringe a girarmi. I miei occhi sono glaciali. La scosto violentemente dal mio fianco. << ti prego. >> i suoi occhi sono così diversi dall'ultima volta che l'ho vista.

<< ti concedo due minuti, sarà meglio che ti bastino. >> un sorriso di vera gioia le dipinge il volto.

<< non basterebbero tutte le scuse del mondo per giustificare quello che ho detto. >>

<< sono pienamente d'accordo con te, sono davvero curiosa come hai intenzione di giustificarti? >> il mio tono è accusatorio, ma sono davvero confusa. Dopo tutto questo tempo come gli è saltato in mente di venire qui. ma soprattutto come fa a sapere che io sono qui da Edo. forse Emanuele non è morto. Forse vuole portare a termine la sua vendetta verso Cristian facendo del male a me. Sento il panico crescere, ma resto indifferente.

<< non ho voglio giustificarmi. Voglio solo raccontarti cosa mi è successo. >> con un cenno d'assenso gli permetto di continuare. << non so come spiegarti ma la mia psicologa ha solo una teoria. >> dice mentre inizia a dondolarsi sui talloni. È nervosa lo percepisco, ma resto comunque insensibile davanti alla sua difficoltà.

<< quale sarebbe questa teoria. >>

<< la dipendenza >> gli esce in un sussurro. Sono davvero turbata, non mi ha mai raccontato che avesse una dipendenza dalla droga. << ero completamente dipendente da Emanuele e da cosa potesse compiacerlo. Non riuscivo a ragionare con il mio cervello, non riuscivo a vedere cosa mi stava facendo. È solo colpa mia, gli ho permesso di manipolarmi a suo piacimento. >> resto sbigottita da questa sua confessione. È vero che da quando si erano riconciliati lei non era più la stessa, ma non pensavo che quel bastardo avesse conficcati i suoi artigli così in profondità. Ripensando a cosa mi ha fatto in quella schifosa cantina non mi meraviglia. Era un manipolatore senza rispetto per la vita altrui, era accecato dalla vendetta. << ricordi quel giorno in ospedale? >> mi chiede. Il rimorso nelle sue irridi è ben visibile.

<< come potrei dimenticare. >> piano piano sento la mia rabbia affievolirsi, e un pizzico di tenerezza e pena fa sì che io la guardi con altri occhi. Come se stessi guardando questa scena da un'altra prospettiva, completamente neutrale.

<< quel giorno ho toccato il fondo. >> una lacrima solitaria gli riga il viso non più truccato come un tempo, adesso che la guardo meglio neanche il suo corpo sembra più lo stesso. è dimagrita tantissimo e due occhiaie violacee le circondano gli occhi. Ma d'altronde neanche io sono più l'amica che ha lasciato quasi un anno fa. << quando siamo usciti dell'ospedale Emanuele iniziò a sbraitarmi contro. >> un velo di malinconia le fa perdere il contatto con la realtà. Forse persa nei ricordi di un passato che le fa ancora male. Lo riconosco perché ho quello sguardo ogni volta che penso a Cristian. << mi disse cose orribili. E mi lasciò lì, con lo sguardo sbigottito di tutti i ragazzi. Mi inginocchiai addirittura >> una risata isterica ruppe il silenzio, i suoi occhi si riempirono di lacrime. << mi inginocchiai e lo supplicai di non lasciarmi, ma niente lui non si voltò >> la sofferenza nei suoi occhi mi spiazza, ed inevitabilmente anche  nei miei occhi appaiono le lacrime. << ho passato i mesi più difficili di tutta la mia vita. I ragazzi non mi hanno lasciata da sola nemmeno per un secondo, facevano a turno accordandosi con i miei genitori. >> il suo viso è così pieno di tristezza che mi viene voglia di abbracciarla, ma infilo le mani nella giacca per impedirlo. << dopo mesi di digiuno e pianti interminabili ho deciso di andare da un psicologo. E dopo quasi un anno sto iniziando a riprendere la mia vita in mano. >>