tantissime domande e notti troppo brevi.

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Mi sono sempre chiesta perché le belle idee affiorassero sempre nella notte fonda, immersa nei tuoi pensieri, quando è troppo buio per poter appuntarti qualcosa su quell' agenda che ti eri prefissata di usare, ma che invece si ritrova su una libreria impolverata. Il tuo telefono invece è troppo lontano per iniziare a buttare giù qualcosa, sai per certo che se dovessi iniziare a spingere le dita su quei tasti, quel "buttare giù qualcosa" diventerà un "oh cazzo tra due ore ho la sveglia".
Mi sono sempre chiesta perché il silenzio a volte è così spaventoso, perché ho la costante necessità di parlare o di infilarmi due cuffiette nelle orecchie per non ascoltare il silenzio che incombe intorno a me. Forse perché il silenzio a volte dice tutto.
Sarà per questo che d'estate il cinguettio degli uccellini che iniziano a cantare alle 5:00 del mattino mi riempie il cuore di gioia, non dormo finché non accade questo, o finché tra le fessure delle mie persiane non vedo uno spiraglio di luce, segno che il buio se n'è andato, che è sorto il sole.
Ed io che mi ostino a dare la colpa all' afa dell'estate per le mie numerosissime notti passate in bianco.
Ora però non posso incolpare il caldo, è il 30 dicembre, iniziato ormai da 3 ore e 20, e io ancora non prendo sonno. Mi sono girata e rigirata, ho sognato forte.
Vorrei chiudere gli occhi e dormire, ma sono troppo impegnata, la mia testa non si ferma, non mi dà tregua, viaggia, va via, scappa, va a tempo con la musica che sto ascoltando, che,  nonostante sia una melodia calma e rilassante, la mia mente ha spiccato il volo, non penso abbia tutta questa voglia di tornare.
Ma in fondo va benissimo così.

"Cazzo, tra pochissimo ho la sveglia".

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