Mi ritrovo ogni 31 dicembre a fare il conto alla rovescia nella speranza non so nemmeno io di cosa. A pensare ai momenti belli e a quelli brutti, a scegliere cosa portarmi dietro e a cosa lasciarmi alle spalle nell'anno appena trascorso.
Mi ostino a parlare di buoni propositi che lascio nel dimenticatoio già dal primo gennaio.
Mi ha sempre dato un enorme gioia contare da dieci a zero, ripercorrendo alla velocità della luce ogni momento passato, ogni emozione provata, ogni lacrima versata.
Quest'anno mi hai insegnato tanto. Ho imparato a non dare nulla per scontato, l'importanza di un abbraccio o di una stretta di mano conseguente ad una conoscenza, un caffè preso al volo, le feste piene di gente, "oh c'ho sete, posso bere dalla tua bottiglia?".
Ho mille pensieri per la testa, non riesco a dargli un nome.
Non posso dirti di aver passato un anno magnifico, altrimenti ti mentirei, però indimenticabile, questo si, non potrò mai dimenticare tutto il dolore provato.
Sono passata da odiare la solitudine ad essere io ad andarla a cercare.
Quest'anno sono caduta tantissime volte e purtroppo non mi sono alzata ancora del tutto, mi sento acciaccata e piena di segni indelebili.
Mi sono sentita incapace, inutile, vuota, tremendamente, quasi che anche gli occhi mi si sono spenti.
Ho capito l'importanza di conoscersi, ecco, io non sapevo e non so chi sono, ma ci sto lavorando.
Combatto ogni giorno per tenere accesi i miei sogni, contro quella vocina che rimbomba nella mia testa.
Sono sempre stata una persona con tantissima voglia di fare, oggi a stento riesco a pensare a ciò che devo fare durante il giorno, per poi arrivare alla sera che ho fatto meno della metà di ciò che mi ero prefissata.
Vivo nella speranza di non so che cosa, ho una paura fottuta del futuro.
Sento di avere la necessità di sapere chi sono, di sentire le mie necessità e coglierle al volo, di sapere che io valgo.
Duemilaventi, sei stato tremendamente lungo, pensavo non arrivasse mai la fine invece eccola qua.
Grazie, perché mi hai insegnato che una volta che tocchi il fondo puoi soltanto risalire.
Grazie perché sono riuscita a fare i conti con me stessa e, a stento, sono riuscita ad asciugarmi le lacrime da sola, a consolarmi e per cose più grandi di me chiedere aiuto.
Ho sempre pensato che chiedere aiuto fosse segno di debolezza, invece oggi sono arrivata alla consapevolezza che è simbolo di rinascita.
Accettare che esista un problema è il primo passo per risolverlo.
Duemilaventi sono sincera, non penso mi mancherai, forse un giorno ti guarderò da lontano con fierezza, o almeno lo spero, fiera e contenta di ciò che sono diventata e di ciò che ho ottenuto.
Sono sempre stata una persona piena di sogni, e tu sei stato un po' stronzetto, alcuni me li hai portati via, ma non demordo, continuo a lottare.
Ti ho odiato profondamente, e altrettanto mi hai fatto soffrire, ma comunque ti ringrazio, sono cresciuta, e un po' è anche grazie a te.
Non arrabbiarti ma spero che il 2021 abbia in serbo per me qualcosa di straordinario.
Io stringo i denti, come ho sempre fatto, non mollo.
Addio.
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resilienza
Poetryin psicologia, capacità di un individuo di affrontare un momento di difficoltà o un evento traumatico.