-chapter 7.

76 13 5
                                    

A quel punto uscì, accompagnato solo dai rumori sinistri del bosco, che però su di lui non avevano alcun effetto; difatti continuava a camminare indisturbato direzione Jacksonville.

Una volta arrivato sulla strada principale, delineata, come ricordava, da un marciapiede malandato, fu questione di pochi minuti prima di trovare la casa di Lucy;  -quella dannata ragazza mi ha stravolto- Pensò Hoodie, sorridendo lievemente. 

Era sera inoltrata quando il ragazzo si introdusse all'interno dell'abitazione in modo scaltro, senza far rumore e senza destare alcun minimo sospetto, e fu allora che la sentì parlare...

———

"Si, sono a casa da sola, perché?" -Domandò Lucy al telefono parlando con Janie, la sua migliore amica-"Oh no no, non voglio che tu venga qua, tra meno di due ore dovrebbero tornare i miei genitori, poi ti annoiresti..A casa mia non c'è molto da fare". - -Diceva mentre finiva di mangiare il suo leggero pasto-:"Ne sono sicura, nessun problema". Contemporaneamente udì un forte rumore al piano di sopra, come se qualcosa di molto pesante fosse caduto a terra: ma com'era possibile, se era l'unica presente in casa? . "Janie ti richiamo più tardi, ora devo andare..."Disse Lucy riattaccando. Velocemente, prese dal primo  cassetto del mobile un lungo coltello che tenne saldo man mano che saliva le scale; aveva paura, le braccia le tremavano così come le gambe, ed il cuore batteva all'impazzata come non mai. 

Aprì dapprima la porta della camera dei genitori, notando  però che era tutto normale; successivamente quella del bagno ed infine quella della sua camera dove notò due cose che le fecero gelare il sangue: la prima era che una statuina del suo cartone preferito situata su una delle mensole piuttosto alte era caduta a terra  distrutta, la seconda era che aquattato sulla sedia della scrivania c'era lo stesso identico ragazzo pazzo incontrato la mattina stessa alla fermata dello scuolabus. 

"Oh mio dio..." Sussurrò la ragazza con le lacrime agli occhi. Dalla troppa paura lasciò cadere, senza nemmeno rendersene conto, l'unica arma che aveva portato con sé, l'unica a disposizione, cominciando a fuggire; con un movimento fulmineo però, Hoodie si scagliò su Lucy fermandola, lei si dimenava violentemente ma ogni colpo era vano contro una forza così potente e salda. "Fermati, non voglio farti del male!" Gridò Hoodie tentando di rassicurarla. 

Ma lei non ne voleva proprio sapere. "Ferma ho detto!".
Solo allora Lucy si fermò piano piano, ma il suo cuore continuava a battere violentemente; quando fu abbastanza sicuro Hoodie lasciò la presa, ma non prima di aver chiuso a chiave la porta della stanza.
"Ti sei calmata, ora?".
"Si... Credo di sì..." - Disse Lucy alzandosi senza mai distogliere lo sguardo dall'emoticon disegnata sul passamontagna del Proxy- "Che ci fai qui, insomma... come hai trovato la mia casa?"
"Segreto top secret"
"Che vuoi da me? Io non ti conosco nemmeno...". Sentite quelle parole Hoodie rimase stupito: sentiva che lei aveva paura, ma comunque con chissà quale coraggio lo stava affrontando:"Io  sono Hoodie.. Sono uno dei Proxy di Slenderman, e tu sei Lucy".
"Come fai a sapere come mi chiamo...?" Chiese lei a quel punto preoccupata.
"Io so tutto, non per questo sono una Creepypasta".
"Io credevo che voi foste solo immaginazione di autori inglesi ed americani...Non credevo foste reali".

Forse più tranquilla sul fatto che per un certo verso era davvero al sicuro, Lucy passò tutta la sera a parlare con il suo -nuovo amico- c'era feeling tra di loro nonostante si conoscessero a malapena da un'ora. 

Ad interrompere la loro conversazione, l'arrivo dei genitori della ragazza, appena rincasati:"Credo che dovresti andare...O ti scopriranno" Disse Lucy.
"No, vai da loro ...Non preoccuparti, io sarò qui ad aspettarti". 

HoodieXLaughingLucy-The Story of the BebryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora