Capitolo 9.

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Mi sveglio con i raggi del sole che penetrano dalle tende chiare del balconcino, provocando quel classico lieve pizzicore agli occhi.

Diamine.
Ieri ho dimenticato di chiudere le tapparelle.

Controllo l'ora, sono le sette e quarantatré minuti del mattino, è ancora presto.

Sette e quarantatre minuti?

Oh, porca miseria.

Mi scopro lanciando le coperte in aria, salto subito fuori dal letto, rabbrividendo per il freschetto mattutino.
Giro lo sguardo verso destra e trovo il piccolo Coco ancora dormiente.

Quanto lo invidio. Quanto vorrei essere anch'io un gatto!

Corro subito in bagno a sciacquare il viso, lavare i denti e pettinare velocemente i capelli. Fortunatamente sono liscia naturale, almeno questa gioia mi è stata concessa.

Mi reco davanti al bianco armadio difronte al letto, apro le ante ed estraggo, frettolosamente, un paio di jeans e una felpa nera col cappuccio.
Infilo le scarpe - fortunatamente ho l'abitudine di dormire con i calzini - acchiappo lo zaino dalla sedia della scrivania, il cellulare e le cuffiette, poi corro giù per le scale.


«Buongiorno Giordana, potresti dare da mangiare al gattino, dopo? Io devo correre a scuola, è tardi! Ciao!» urlo quando sto aprendo la porta per uscire fuori. Sbattendomela poi alle spalle, mi incammino correndo verso la scuola.

Saltello lungo il viale incorniciato dai cespugli a cui Giordana è fedele da quando ne ho memoria.

Sta costantemente a controllare che ogni fogliolina sia al suo posto, precisa come se avesse squadrette al posto delle mani.

Ha una precisione maniacale con quelle forbici, non so come faccia, ma il risultato è davvero sorprendente.

E no, non sono semplicemente a forma di cerchi o di quadrati: sono vere e proprie forme animate.
Dalla lepri, cavalli, cagnolini, gattini e chi ne ha più ne metta.
Perfino Babbo Natale con tanto di folletti, nel periodo natalizio.

È una vera e propria passione la sua.
È pura arte. Una fantasia invidiabile, una fantasia incredibilmente invidiabile, ecco cos'è.


Collego le cuffiette al cellulare, dando vita alla canzone Dance Whit The Devil dei Breaking Benjamin, che anima di melodia le mie orecchie.

Close your eyes
Chiudi gli occhi

So many days gone by
Così tanti giorni passano via

Easy to find what's wrong
Facile trovare cos'è sbagliato

Harder to find what's right
E' più difficile trovare cos'è giusto


E i Breaking Benjamin hanno proprio ragione. Trovare le cose sbagliate è un gioco da ragazzi, è nel trovare quelle giuste che spesso appelliamo nelle insicurezze, perché sono proprio le cose giuste che ci sfuggono. Volano via dalle nostre dita senza che ce ne rendiamo conto.
Fuggono, scappano via da colui che non sa vederle, o da colui che non ne sa apprezzare il valore.

Dipende dai punti di vista.

Don't you dare look at him in the eye
Non osi guardarlo negli occhi?

As we dance with the devil tonight.
Mentre balliamo con il Diavolo stanotte.

Non osi guardare i tuoi demoni negli occhi, mentre loro iniziano una danza di cui solo tu puoi essere partecipe?

Dammi un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora