Capitolo 7.

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Il rumore è assordante, sento i timpani scoppiarmi. E l'essere in prima fila ti fa sentire tutto amplificato.
Mannaggia ad Edith e alle sue strabilianti idee.

Davanti ai miei occhi sfrecciano il gruppo dei partecipanti, che si posizionano dietro alla linea di partenza.
Sono tutti pronti a gareggiare, con le mani ben salde ai manubri delle loro moto, che aspettano solo di sfrecciare sul terreno sabbioso, senza pensare ad altro se non alla vittoria, e a far di tutto pur di vincere.

Un ragazzo arriva al centro della pista con una pistola in mano, ricevendo il via da qualche suo compare, e da inizio alla corsa con un colpo di pistola sparato nel cielo stellato, illuminato dalla luna piena che sovrana, regna con maestria su tutti noi.
Incantevole nel suo pallore, illumina i volti di tutti creando un qualcosa di magico.
Uno spettacolo tutto da godere, da ammirare minuto dopo minuto.

Le moto sfrecciano, decelerano quanto basta nelle curve, per poi riprendere l'accellerata.

Sempre più forte.

Sempre più veloce.

Finché scompaiono dalla mia vista, lasciando di loro solo i vari rombi dei motori e tanta polvere.

Mi giro verso la ragazza che mi ha portato qui d'inganno trovandola intenta ad alzarsi sulle punte, pur di avere una visuale migliore, con pochi sforzi data la sua mediocre altezza.

Più i minuti passano, più i rombi dei motori si sentono rumorosi, finché una folata di vento scompiglia i miei capelli non appena le moto ripassano dalla linea di partenza.

Iniziano così il secondo ed ultimo giro.

Le grida si innalzano, tutt'intorno si crea un frastuono, una confusione allucinante, come se la loro vita dipendesse dal vincitore, o meglio, i loro portafogli.

La polvere attorno a me non mi permette di vedere bene ciò che mi circonda.
Man mano che la polvere si dissolve riesco a mettere a fuoco la pista piena di solchi nella sabbia, dovuti al passaggio delle ruote sulla sabbia.

Per l'ultima volta i rimbi delle moto iniziano a sentirsi in lontanza finché una nube di polvere spostata dal vento, ci investe nuovamente appena la prima moto sorpassa il traguardo.

Diamine, sarà come minimo la quarta volta che mi impolvero tutta, dalla testa ai piedi. Ma chi me l'ha fatta fare!?
penso alzando gli occhi al cielo.

Le urla aumentano, così come le imprecazioni, di un qualche sfortunato che avrà scommesso sulla persona sbagliata.

Il vincitore si alza dal cavallo della moto, esulta alzando il casco in aria, come fosse un trofeo, reclamando la sua gloria e conquistando l'attenzione di tutti.

I suoi capelli ricci sobbalzano a ritmo dei suoi movimenti e vengono spostati lievemente dal flebile vento. Scomposti, selvaggi, e dannatamente morbidi al tatto.

Le spalle coperte dal giacchetto di pelle si muovono a ritmo del battito delle sue mani davanti alla gente.
Sembra una versione modernizzata di Ulisse, bello e terribilmente affascinante.

Il solo ricordo delle sue mani su di me, mi rende nervosa, agitata. Mi fa ricordare emozioni che neanche credevo di saper provare, il suo essere così passionale e delicato allo stesso tempo.

C'è qualcosa in lui, qualcosa che lo distingue dalla massa.
Non so bene cosa, ma c'è, è lì incastonata tra i suoi occhi verdi a volte chiari, altre scuri. Nel suo essere sempre scontroso, nel suo ignorare tutti. C'è un qualcosa, un quancosa che ancora mi sfugge.

Dammi un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora