8 Venezia 1 parte

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Dopo la visita a Zagabria, rientrati a Spalato, la barca li aspettava, stanchi, del viaggio e di tutte le emozioni che quel viaggio aveva provocato.
Quella notte a letto abbracciati stretti, nel silenzio della notte cullati dalle onde dormirono sogni tranquilli.
Era giorno, ma c'era tanta nebbia, Sanem era su una trave, non vedeva dove andava, apparve Can in lontananza, incitandola ad andare avanti nella sua direzione, ma c'era qualcosa che le impediva di proseguire, qualcosa che la tirava, i passi erano pesanti sembrava di essere inchiodati al pavimento, ma a fatica cercava di avanzare, all'improvviso al fianco di Can c'era Pollen,
"NO! Di nuovo lei, ma non si arrende mai, ma cosa vuole ancora da noi, Can è mio chiuso il discorso."
Can, guada prima Pollen e poi Sanem, mette un braccio intorno alla vita di Pollen e ride
Sanem li guarda sbigottita, e continua ad avanzare, è quasi arrivata, manca veramente poco, la scena cambia, ora non solo c'è Pollen ma anche Gejda,
"no anche lei no, come faccio a liberarmene" finalmente arriva alla fine della trave, e guarda le due donne e assesta loro un pugno in pieno viso, Can allibito la porta via sollevandola da terra da dietro mentre scalcia e urla
"lasciami, lasciami!"
Can la ferma,
"Sanem svegliati stai sognando, Sanem svegliati"
Sanem apre gli occhi e si trova davanti Can, al suo fianco nel loro letto che la fissa e le sorride, Sanem gli butta le mani al collo e lo bacia
"era un sogno? Un vero peccato, avevo dato un pugno in faccia a Pollen e a Gejda"
Can scoppia a ridere tanto che si tiene la pancia, Sanem lo guarda sbigottita, poi anche lei scoppia a ridere commentando il suo sogno.
"dovevi vedere, un pugno in viso e senza guantoni, vedessi che soddisfazione!"
Can guardava Sanem, incantata da tanta meraviglia, erano a Venezia da poche ore e passeggiavano mano nella mano nella città più romantica del mondo, la guardava che osservava i più piccoli dettagli, e curiosa come un bambina ogni tanto si girava e corrugando la fronte chiedeva informazioni a Can.
Lo sguardo di Can non la lasciava mai, ma ammirava anche la città, che ogni volta lo stupiva, la città galleggiava sulla laguna, le bellissime costruzioni che si ergevano antiche su di essa, il vai vai delle imbarcazioni, i gondolieri.
Da parte sua Sanem, vedeva tutto come in un sogno il frastuono della città, le voci dell'acqua che ondeggiano lentamente che si sentiva in lontananza ma di più sentiva il chiacchiericcio dei turisti è il gridare dei bambini.
Tutto era bellissimo, meraviglioso non avrebbe mai creduto di vedere una cosa del genere voleva visitare ogni angolo di quella città. Tirava la mano di Can
"Andiamo muoviti"
"Calmati Sanem potremmo visitarla con calma, non abbiamo fretta possiamo rimanere un giorno o una settimana, un mese quello che vuoi potremmo visitarla da cima a fondo potremmo vedere tutto quello che tu vuoi vedere
Continuarono a passeggiare per tutta la mattinata curiosando tra i negozi e le bancarelle dei souvenir, visitarono Piazza S. Marco, la Basilica, il ponte di Rialto fu una mattinata piacevole e Sanem ascoltava affascinata Can che le spiegava la storia di quel posto, che ogni tanto si fermava e chiedeva informazioni
"Can è così bella questa lingua, dove l'hai imparata?"
" Ho fato un liceo Italiano, poi ho vissuto un po' in Italia, ho anche un amico qui, Alessandro"
"Dai, non me ne hai mai parlato"
"E' un reporter e abbiamo vissuto delle avventure insieme"
"Racconta"
" Magari un altro giorno, ora cerchiamo un buon posto dove mangiare"
"oh! Si ho fame"
"lo sapevo, che dici pesce?"
"mmm si, allora andiamo verso il porto, troveremo un buon posto"
Il porto era abbastanza tranquillo confrontato al caos del centro, li trovano un bel posticino, oggi fritto di pesce tranquillo, il proprietario Pietro cucina il pesce del giorno, oggi frittura, ottima e freschissima
"buonissima , non ho mai mangiato pesce così buono"
Si guardano e ridono, si sono ricordati di Ava, quando sono andati per la modella Arzù
"anche li avevi detto che il pesce era freschissimo, poi come eri gelosa di Arzù"
" non ero gelosa, volevo difenderti da lei e dalle sue gambe lunghe, lei ti voleva e non lo nascondeva, eri tu che non te ne accorgevi"
" io non la vedevo neppure, vedevo solo te, volevo capirti, ma eri fidanzata e non potevo insistere"
" Mi urtava il modo in cui lei si comportava con te "
" Quel giorno ho scoperto che eri tu che avevo baciato nella loggia, e nella roccia della sposa ho desiderato baciarti, mi rendevi nervoso, mi destabilizzavi, avevo paura, non sapevo cosa mi stava succedendo "
" Mi ricordo bene quel giorno, mi guardavi un po' stranito, anche io non capivo cosa mi stesse succedendo, avevo visto il tuo tatuaggio, e ero rimasta delusa dal fatto che tu andassi a cena con Arzù, mi sono sentita ferita"
" La cena è finita in fretta, non vedevo l'ora di andarmene, mi chiedevo dove fossi, mi mancavi"
"Che sciocchi, se al tempo avessimo saputo, forse tutto il resto non sarebbe successo"
"L'importante è che ora siamo insieme signora Divit"

Un Milione Di Anni Con Te (completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora