14 Impazienza

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Sanem e Can escono dall'ospedale, è già tarda mattinata, il dottore aveva un'emergenza e li ha fatto attendere, Can era preoccupato, ha fatto mille domande al medico, sulla salute di sua moglie, sul virus che aveva contratto, se potesse in qualche modo nuocere alla salute del piccolino che stavano aspettando, ma il dottore pazientemente ha risposto a tutte le domande rassicurandoli, e consigliandoli di fidarsi del dottore che avrebbe visto Sanem da li a qualche giorno.

Presero un taxi, che li portò davanti all'albergo, le pareti colorate della struttura sembravano ancora più belle, tutto era accentuato dalla loro felicità
“Dovremmo prendere una casa, così sarai più comoda”
“Davvero?”
“Si, oggi comincerò le ricerche, la voglio piccola ma confortevole, con un bel giardino e vicina al mare”
“Sarebbe meravigliosa”
“Voglio che ti senta a casa” Can si pentì subito di quelle parole, perché non avevano ancora parlato di rientro e di quando volevano farlo, c'era tempo, tanto tempo, forse non tanto visto che ora c'era un figlio di mezzo, dovevano parlare anche di quello.
“Can, io mi sento a casa, basta che tu sei al mio fianco, ora poi con la mia gravidanza dovrai starmi accanto ancora di più”
“Tesoro mio, tu sei la mia vita, tu e il piccolino siete tutto, voglio dare a lui o lei tutto me stesso voglio che si senta amato e protetto”:
“Can dobbiamo parlare” Si sedettero a bordo del letto, uno di fronte all'altro,”Ora questo cambia tutto, io vorrei che nascesse ad Istanbul, dove ci sono le nostre famiglie, voglio che sia circondato dall'affetto dei suoi nonni “
“Tesoro è quello che desidero anche io, ora vediamo che ci dice il medico, poi vedremmo, potremmo restare qui ancora per un paio di mesi, finché potremo viaggiare senza pericoli per il piccolino”
“Sono d'accordo con te, poi non ho ancora visto l'Albatros”
“Potresti accontentarti del mio tatuaggio”
“Quello non migra mi auguro”
“No non ha mai migrato da che l'ho fatto, anche se forse una volta te l'ho detto”
Entrambi si ricordano di quando lei in abito giallo, super-sexy è andata in agenzia per provocarlo,
un abito che metteva in risalto tutte le sue curve, scollato il tanto giusto
“Diciamo che quel giorno ci siamo provocati a vicenda”
“Non sapevo dove guardare, ero così terribilmente attratto da te che avrei voluto abbracciarti, baciarti e fare l'amore con te li in ufficio” Sanem arrossì sentendo quelle parole tanto vere quanto sue.
“Era il mio intento, solo che poi mi si è ritorto contro, ero tanto scombussolata che mi si era appannata la vista, avrei voluto che mi stringessi tra le tue braccia e non mi facessi più lasciare l'ufficio o che mi portassi via con te, ma non è stato così, mi hai sconvolto, eri bellissimo, sei bellissimo” Can con il suo solito gesto del braccio quando li fanno i complimenti fa un cenno, ma comunque arrossisce.
“Stasera andiamo dal medico, poi decidiamo”
Ordinarono il pranzo in camera, Sanem era ancora debole e doveva fare una cura con degli antibiotici.
“Ho ordinato, insalata e pesce, poi frutta, tanta frutta, dopo l'ospedale ti devi rimettere in forma, e devi nutrire anche il piccolo”
“Sei proprio un tesoro” Sanem avvicina due dita alle labbra e gli lancia un piccolo bacio da lontano
Can sorride guardandola
“Chissà come sarà il nostro bimbo o bimba”
“Durante il periodo in cui non ci siamo visti ho fatto dei bei sogni, ho sognato tre bimbi tutti di età vicina, tutte femmine “ Can la guarda incredulo “Che coincidenza, anche io ho fatto un sogno simile, eravamo in un prato e giocavamo a rincorrerci, poi loro mi saltavano addosso, bellissimo sogno “
“Can” Sanem lo guarda incredula quasi commossa “Abbiamo fatto lo stesso sogno, non ci posso credere” Can le si avvicina, le prende le mani e gliele bacia guardandola negli occhi “E' un segno del destino, come abbiamo solo pensato di vivere lontani” negli occhi un velo di tristezza
“Can non pensare più a ciò che è stato, ma pensa a ora a quello che stiamo vivendo, a quanto ci amiamo, al nostro bambino, tutto quello che è passato è passato, ci ha rafforzato, ci ha fatto crescere e ci ha reso delle persone migliori, forse se non fosse andato così ci saremmo lasciati e saremmo ognuno con delle persone diverse “
“Non dire sciocchezze, non esagerare, saremmo comunque insieme, non posso pensare una vita senza di te”
“Hai ragione, era una cosa stupida”
“Potevo essere su qualche montagna, e tu che mi venivi a cercare”
“Potrei scriverci un libro su questo, magari sarà il mio nuovo romanzo, dopo questo che sto scrivendo”
“Buona idea, ora finisci di mangiare che ti devi riposare che poi abbiamo la visita”
“Abbiamo?”
“Certo ormai siamo NOI “ Sanem scoppia a ridere, non si aspettava una frase del genere.
Era ormai quasi ora di andare, Can aspettava Sanem nella hool, era nervoso, oggi avrebbe visto per la prima volta suo figlio, pensò a quanto era cambiata la sua vita, tre anni fa in questo periodo si trovava nella foresta amazzonica in perfetta solitudine, ora invece adorava il chiacchierare di Sanem, i suoi amici, i suoi genitori, suo fratello Embre e le mancava persino Cey Cey, un sorriso comparve sulle sue labbra e così lo trovò Sanem “Come mai stai sorridendo?”
“Pensavo che tre anni fa in questo periodo ero nella foresta Amazzonica, e non mi manca, a quanto sia cambiata la mia vita “
“Ti piace la tua nuova vita?”
“Tantissimo “

Si avviarono, li attendeva un taxi, che li portò in ospedale dove avevano appuntamento con la dottoressa Chayton, che li fece accomodare in un salottino, tutto bianco con le pareti gialle, dove appesi vi erano immagini di mamme con bambini, sul tavolino li accanto invece riviste che parlavano di bambino e la sua crescita.
La dottoressa sparì dietro una porta per tornare poco dopo con una cartellina in mano, nella sua lingua pronunciò una frase tra cui Divit, Can si alzò subito e riuscì a comunicare con la dottoressa, che per fortuna sapeva l'inglese, altrimenti non so come potrebbero farsi capire .
Ci accomodammo nel suo ufficio, fece delle domande che Can traduceva o rispondeva se sapeva la risposta, era molto imbarazzato, specialmente quando la dottoressa le chiese informazioni circa il ciclo, arrossì violentemente e rivolse la domanda a Sanem senza guardarla, e anche lei rispose molto imbarazzata.
“Ora signora si deve spogliare dalla vita in giù, stendersi su questo lettino” Can come sempre traduce tutto... “Sig. Divit ora lei ci deve lasciare un pochino, la richiamo quando siamo pronte per l'ecografia” Can usci, e aspettò che lo chiamassero.
“Può entrare” Entrando trova Sanem sdraiata con un telo che la copre fino al ventre, si guardano, sempre più emozionati Sanem gli tende una mano, lui si avvicina e la stringe, la dottoressa con perfetta professionalità accende il macchinario, digita sulla tastiera, prende l'ecografo e dopo aver messo del gel sul ventre lo spalma, e con mano sicura comincia a spostare il macchinario a destra e a sinistra, sul suo volto appare una smorfia guarda bene il monitor, lo fissa, un po' perplessa, Can e Sanem si guardano non capiscono, sono preoccupati “Can che succede?”
“Non saprei proprio” La dottoressa guarda loro e loro la fissano, in attesa di sapere, poi parla nella sua lingua ma nessuno sa che cosa dice, poi si corregge e guardando Sanem poi Can dice
“Amazing, they are 3 twins”
Can la guarda sbigottito, si gira verso Sanem, che lo guarda preoccupata
“Che succede?”
“Non so come dirtelo, non so proprio”
“ E' una cosa grave, non sono incinta? Dimmelo dai”
“Ecco...ecco...”
“Cann … “
“Ok te lo dico, sono tre gemelli”

Un Milione Di Anni Con Te (completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora