18 Española

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La serata fu lunghissima, Leyla e la mamma non la smettevano di chiedere come stava, e di raccontarle il momento in cui hanno scoperto di essere in attesa, di come hanno reagito alla notizia che erano tre gemelli.
Finalmente dopo tanto la chiamata si concluse, Can e Sanem erano stanchissimi, gli avevano sommersi di domande e sopratutto volevano sapere se e quando sarebbero tornati. Avevano deciso di tornare nel giro di due mesi, non di più perché dopo il sesto mese diventava pericoloso fare un viaggio così lungo, considerando che, la loro barca era a Venezia e da li dovevano fare il viaggio inverso per Istanbul.
“Per festeggiare tutto ciò domani ti porto in un posto che ti piacerà molto”Disse Can abbracciandola da dietro.
“Ecco fai nuovamente il misterioso” Sanem fa il broncio, ma le dura poco “Come mi devo vestire, con te non si può mai stare tranquilla”
“Ti do un indizio, faremo un'escursione in un altra isola”
“mmm quale?”
“La curiosità uccise il gatto”
“Perfido”
“Ti sento” Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata
Per quella gita Can aveva noleggiato una barca, non troppo piccola, confortevole per Sanem e il suo stato.
Arrivati sull'isola videro il vulcano, non più attivo che aveva fatto delle colate sulla spiaggia e le onde andavano a sbattere su di essa formando degli spruzzi altissimi.
Sanem corse verso questo sfiatatoio e le gocce la bagnarono da capo a piedi, Can poco distante fotografava la scena incantato ma anche molto divertito, era un'immagine stupenda, l'essenza di sua moglie era in quelle foto, innocente come una bambina che sa come divertirsi, sarà un ottima mamma pensò Can.
“Can vieni anche tu, è molto divertente” Can posa la macchina fotografica e la raggiunge, lei sta ridendo, l'onda li bagna completamente, si baciano, con la mente ripercorrono la notte in cui Sanem gli confessa che lo ama
“Ho un dejavù, questa situazione l'ho già vissuta”
“Tesoro, il giorno, come ti ho vista, ho pensato ad un altra tua trovata, eri sfuggente non riuscivo a capire i tuoi pensieri, poi avevo fatto quel sogno... “
“ Si hai ragione, non volevo ammettere neanche a me stessa di essermi innamorata di te, dopo quando l'ho capito e ho capito che anche tu mi amavi era troppo tardi, le bugie avevano messo un muro che ci separavano”
“ Andiamo, dai dobbiamo visitare tutta l'isola e devo fare delle foto, mi ha contattato una rivista che mi pagherà molto bene queste foto.”
“Quindi è lavoro?”
“No prima è piacere, poi è lavoro, non so quando avremo l'occasione di tornare in questo posto, perciò dobbiamo cogliere l'occasione, poi facciamo l'album per i nostri figli, dove sono vissuti i primi anni di vita”
“Che bella idea hai avuto”
Cominciarono la loro esplorazione, per primi videro gli iguana, e Sanem temeva, quindi si incollò a Can e non si mosse per un po'. Dopo incontro le tartarughe giganti, quelle ormai le erano familiari e non le temeva più, lo stesso i leoni marini, li vedeva spesso, anche in città, incontrarono poi passeri gabbiani senza coda, falchi delle Galapagos.
Si fermarono per riposarsi e mangiare un panino, osservando il panorama, da padrone faceva un grosso vulcano ormai spento con la sua colata lavica che arrivava fino alla spiaggia, dove le onde sbattevano contro formando uno sfiatatoio che spruzzava acqua per moti metri d'altezza, l'isola aveva comunque della vegetazione tipica di quelle isole, si sedettero ai piedi del vulcano sotto un grande albero che li riparava dl sole.
Si erano portati due panini, verdure e frutta, mangiarono gustandosi la natura in silenzio, ascoltando i versi degli animali. Finito il pasto, Can aveva portato con se un telo, che stesero all'ombra della pianta e si sdraiarono contemplando il celo.
“Come si Chiama questa isola?”
“Española “
“Española? Ma qui ci sono gli Albatros, Can!” Sanem, si sedette di slancio emozionata, il cuore che le batteva nel petto, le mani che le tremavano, “Dobbiamo trovarli, trovare il loro nido”
“Calmati amore, li troveremo, se non basta oggi li troveremo domani mattina” con la mano la spinse dolcemente sul telo per farla coricare nuovamente
“Domani?”
“Ho portato una tenda, cosi potremo dormire su quest'isola se non li vediamo, o dormire comunque qui, se ti va!”
“Pensi sempre a tutto”
“E' mio dovere occuparmi di mia moglie, prendermi cura di ogni suo desiderio” Can con uno sguardo birichino, e malizioso sottolineò l'ultima parola, lei lo guardò percependo il cambiamento nella sua voce, e sorridendo di rimando.
Can si chinò verso di lei e la baciò, accarezzandole  i capelli, poi scese a sfiorargli con le dita i contorni dello scollo della maglietta, poi l'elastico degli shorts, la sentì trattenere il fiato, in attesa della prossima mossa, intanto lei aveva afferrato i suoi capelli e attirato di più a se, con l'altra mano invece stava accarezzando le sue braccia muscolose. Si spinse oltre l'elastico cercando l'elastico delle sue mutandine, lo trovò e  per un attimo la osservò per avere il consenso a proseguire. Lei di risposta scese giù cercando il bordo lei suoi bermuda, e infilando la mano per tastare il suo fondoschiena, questa era la sua risposta, iniziarono nuovamente a spogliarsi esplorandosi con le mani in cerca dell'appagamento che sapevano trovare l'uno nell'altro, spettatore inconsapevole un albatro che si era appollaiato sopra un ramo nell'albero sopra di loro.
Avevano camminato per parecchio tempo, ma non avevano trovato il nido dell'albatros, neanche l'ombra
“Forse quest'anno hanno cambiato zona, non sono venuti su quest'isola”
“Riproveremo domani mattina, magari saremo più fortunati?
“Questa isola è quella tra tutte, con il maggior numero di specie endemiche, cioè che non le trovi da nessun altra parte perciò a rischio estinzione”
“la tua memoria fotografica è sempre inappuntabile”
“Dove ci accampiamo?”
“Che ne dici di mettere la tenda sotto l'albero dove abbiamo pranzato?”
“ Benissimo, riparato, discreto “
Can montò la tenda, fece il fuoco e si sedette vicino a sua moglie.”Bello qui, la luna che splende, il fuoco che ci riscalda “
“ Mi ricorda quando con la moto d'acqua ti ho portato a fare un giro e poi ti sei ubriacata, mi hai detto che non importava se non ti ricordassi di te, ma l'importante era che fossi vivo, bellissime parole, li mi sono sentito morire perché non ricordavo di te, di averti amata”
“Mi sono resa ridicola quel giorno, non me lo ricordo proprio”
“Le parole di un brillo sono sempre le più sincere”
“Forse perché non abbiamo più freni inibitori, e li diciamo veramente quello che pensiamo”
“Sentivo comunque un'attrazione, volevo che fossi felice, volevo abbracciarti, baciarti, mi sentivo spaesato, c'era un buco nel mio petto, ma poi ho capito, il mio cuore ti apparteneva comunque”
“Can, sei meraviglioso, mi hai ritrovata nel tuo cuore”
Restarono abbracciati per un po, poi la stanchezza li vinse, e si coricarono stavolta dentro la tenda e chiusero bene le cerniere, gli iguana potevano entrare anche li durante il sonno.
L'indomani mattina chi si svegliò per primo era Can, che aperta la tenda restò un attimo basito, un Albatros era appollaiato ad un paio di metri da lui, facendo silenzio il più possibile prese la macchina fotografica e scatto una serie di foto, e ancora in silenzio svegliò sua moglie
“Sanem, sveglia, ma non fare il minimo rumore c'è un Albatros fuori a pochi metri da noi” Lei cercò di non fare movimenti bruschi, guardò fuori e lo vide, maestoso, forte, come il suo Albatros, appollaiato su un tronco li osservava,cercando di non fare rumore uscì dalla tenda e si avvicinò un pochino, Can fotografò tutta la scena. Sanem lo osservava rapita, finalmente lo aveva visto, guardò Can con le lacrime agli occhi e parlò al pennuto
“Finalmente ti ho visto, non ci speravo più, ora so che tutto andrà bene io e Can staremo sempre insieme nonostante tutto” Le lacrime sgorgarono lente sulle guance, come un fiume che viaggia tranquillo verso il mare, le immagini di loro, delle loro difficoltà passarono nella sua mente come una trottola si susseguivano, dal bacio nella loggia a tutte le disavventure che le erano capitate da quando lo aveva incontrato, tutto era come un puzzle che finalmente si costruiva pezzo dopo pezzo, tutte le prove erano state fatte per fortificare loro e il loro amore reciproco, l'Albatros era solo il simbolo di tutto questo, il loro amore era forte come un Albatros.

Un Milione Di Anni Con Te (completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora