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Ero nella mia cameretta la buio. Vissavo un punto, non so nemmeno io quale. Non riuscivo a piangere, a sorridere, a disegnare, a fare qualsiasi cosa e non riuscivo a dormire.
Non c'era niente che riuscisse effettivamente a distrarmi.
A pensarci bene, stavo fissando una cosa, il cielo.

Lo fissavo nell'attesa dell'alba. Il mio momento preferito della giornata. L'attesa del nuovo giorno era la piú terribile delle torture. Il tempo devo dire é perfido. Quando non vuoi che passi tanto tempo, il tempo passa velocemente; mentre quando non vedi l'ora che arrivi quel momento tanto atteso puntualmente tutto rallenta e sembra che a mandarlo avanti sia tu.

Sentivo gli occhi stanchi, il mio fisico stanco, la mai memte era perfettamente attiva e nella mia testa cercavo di ripetere tutto ciò che dovevo fare il giorno dopo, per non tralasciare nessun dettaglio.

Oltre a tutto questo, le bende alla schiena mi davano un terribilmente fastidio, il che mi rese quasi impossibile sdraiarmi per dormire. Perfino appoggiarmi con la schiena faceva male.
Ma questo é soltanto un dolore superficiale.

Questa voltta il tempo é stato generoso, e il cielo iniziò a schiarirmi prima di quanto mi aspettassi.
Quando il blu della notte iniziò a schiarirsi mi alzai per osservare l'alba.

Aprí la finestra e una brezza d'aria fresca mi invade dandomi un brivido piacevole. Sento le guance pizzicare e il naso infastidirsi a causa dell'aria troppo fredda.

Mi lascio accarezzare dal vento, mi appoggio sulla finestra con le mani ben salde ai bordi e tiro fuori tutta la testa e metà del mio busto.

Potrà sembrare pericoloso, infatti lo é, ma é una delle sensazioni piú piacevoli.
I capelli mossi dal vento svolazzano davanti al mio viso. Con un gesto della mano cerco ti togliere i capelli dalla mia visuale e quasi mi viene un colpo nel sentire quanto siano corti i miei capelli. Non ero ancora abituata a questo taglio drastico, ma sinceramente non me ne dispiaccio.

Mi fermo un attimo e mi conscentro sui suoni della natura appena sveglia, assieme alla brezza d'aria fresca che arrivava regolarmente.

Sentivo gli uccellini cingiattare, sento i gufi, le civette e tanti altri animali. A contrastare il rumore della natura é il rompere delle auto passare.

Pian piano vedo le luci della strada spegnersi e il sole fa la sua entrata da dietro la marea di case. Il cielo si colora di rosa e viola, uno spettacolo bellissimo che succede di rado. Che sia un porta fortuna? Spero proprio di sì, ho bisogno di un po' di fortuna.

A pensarci bene, non ero molto preoccupata. Ed é al quanto buffa come cosa dato che proprio quel giorno sarei dovuta andare dal ragazzo che mi piace per scusarmi dei problemi che gli sto causando e anche scusarmi con la mia migliore amica per non averle detto la verità fin da subito. Sinceramente non so come la prenderanno.

Spero che riescano a perdonarmi.

Chiedo soltanto questo.

Il perdono.

E se é possibile che le cose tornino come prima, ma ora come ora dovrò dire a loro chiaro e tondo che non posso stare con loro... Per il loro bene.

É ridicola come cosa. Ridicola.

L'alba mi da questo effetto. Mi fa pensare molto e mi rende sicura. Nella mia mente penso di essere una persona forte, con degli ideali, che farebbe di tutto per raggiungere i propri obbiettivi e sminuisce tutto ciò che é male. Ma in realtà sono una codarda egoista.

"credi veramente ti poter avere tutto ciò che vuoi dalla vita?"

Io: no

"allora perché continui a non fare quello che ti diciamo?"

Io: perché é la mia vita e decido io

"perché sei cosí cocciuta. Se continui cosí non solo non troverai lavoro, ma nessun uomo potrebbe mai sposarti"

Io: meglio sola che sottomessa

"guardati, fai proprio pena"

Queste erano le parole che pronunciarono i miei genitori. Quando tornai a casa con mia madre. La stessa donna che quel giornonmi prese per un braccio e mi portò con forza in casa.
Quando ad aprirci la porta fu mio padre. Lo stesso uomo che quello stesso giorno mi ha dato ripetute frustrate sulla schiena provocandomi un dolore fisico enorme.

Queste erano alcune della frasi che mi rivolsero quella volta, e c'è ne furono molte altre non molto piacevoli... Ma alla fine erano soltanto parole. Parole a cui avrei voluto rispondere a tono, come prima. Ma non avevo il coraggio. Ecco perché mi considero codarda. Non riesco nemmeno a ribattere ciò che dicevano.

Penso che sia meglio cosí, intendo non rispondendo. Se avessi risposto avrebbero avuto una reazione disastrosa e chi sa che fine avrei fatto.

D'improvviso, nel mentre che ero persa nell'alba di quella mattina, sentí qualcosa vibrare, girai la testa e vidi il mio telefono acceso con la sveglia attiva.

Sono stata sveglia tutta la notte? Cavolo, non ho dormito niente

Bhe, se ero riuscita a vedere l'alba e sono rimasta sempre sveglia allora era ovvio, ma la stanchezza gioca brutti scherzi, tanté che un attaco di sonno comparve. Erano le 6 di mattina, potevo dormire ancora un po'. Perciò misi un altra sveglia e mi sdraia sul letto, pur avendo il dolore persistente delle ferite.

Mi addormentati come un sasso, né avavo bisogno. Pensai alla bell'alba che avevo visto quella mattina, e nel ricordare quelle meravigliose sfumature di rosa e viola che dipingevano il cielo mi feci coccolare dal quel momento ormai finito.

Era solo un momento, ma era stato un momento felice. La vita é fatta di momenti felici e problemi da risolvere. É impossibile per qualcuno vivere una vita sempre felice.

Secondo il pensiero di Leopard la felicità durava soltanto un momento. Non importa quanto sia lungho quel momento, resterà sempre un momento felice che ha un inizio ed una fine.

E il mio momento felice aveva raggiunto la sua fine, segnata dalla chiusura dei miei occhi a causa del sonno.

É buffo come il fatto di vedere l'alba, il mio momento felice, sia anche la causa della fine di quest'ultimo. Ad ogni azione esiste una reazione. Il fatto di essere stata sveglia poiché non riuscii a dormire e per poter osservare l'alba mi stancò molto, e questo sonno comparso all'ultimo mi ha portato con l'addormentarmi, il quale mi bloccò in un sonno paralizzante.

Il problema?

Non sentii piú la sveglia, e nemmeno quella dopo.

Questo sonno mi bloccò nel mio letto dal quale non volevo piú allontanarmi.

Le coperte calde mi scaldavano, i cuscini morbidi alleviavano il mio mal di testa e gli occhi si riposava o dalla notte in bianco.

Insomma, questo era un sonno piacevole, ma tentatore.

[𝐾𝑢𝑟𝑜𝑜 𝑇𝑒𝑡𝑠𝑢𝑟𝑜𝑢 × 𝑅𝑒𝑎𝑑𝑒𝑟] 𝑡h𝑒 𝑓𝑙𝑜𝑤𝑒𝑟 𝑜𝑓 𝑙𝑜𝑣𝑒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora