SPECIALE CAPODANNO

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! I flashback saranno in prima persona!

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Flashback

31 dicembre 1994

È l'ultimo giorno dell'anno. Il giorno che tutti aspettano: chi per divertirsi; chi per uscire; chi per lasciarsi tutto alle spalle. E poi ci sono io, che non aspettavo altro che questo giorno per partecipare alla mia prima festa.
Ho quattordici anni, quindi non sono più una bambina; posso benissimo andare a festeggiare con i miei amici, ma mia madre non è della stessa idea.
Quando le ho chiesto se potevo andare, mi ha risposto che ero ancora troppo piccola; che dovevo aspettare almeno i sedici anni.

Ho provato a dirle che tutte le mie migliori amiche sarebbero andate, ma non è servito a granché: "Se loro si buttano in un burrone, ti butti anche tu?"; questa è stata la sua risposta. "Non è la stessa cosa", ho ribadito io.
Tuttavia, tutto quello che ci ho ricavato è stata una bella punizione.
Mi sono sentita malissimo; non avevamo mai litigato e la cosa mi ha colpito parecchio.

Non sono una di quelle persone che si arrabbia facilmente o che risponde, ma questa volta non ho potuto farne a meno.
Non so nemmeno io cosa mi sia preso, e ora che sono chiusa in camera mia sto cominciando a sentirmi in colpa.
Sì, voglio andarci a quella festa, ma se questo vuol dire andare contro mia madre allora ne farò a meno.

Seduta a gambe incriociate sul mio letto, stringo a me il pupazzo di Brontolo e comincio a singhiozzare. Non mi accorgo nemmeno delle lacrime che prendono forma nei miei occhi: sono troppo concentrata a ripensare a quello che mi ha urlato contro poco prima: "Non ti ho mai vietato niente, e ora che sono io a chiederti qualcosa mi rispondi con quel tono da arrogante? La festa te la scordi! Vai immediatamente in camera tua".
Tuttavia quello a cui sto più pensando, è anche quello per cui mi sto sentendo così in colpa: "Volevi passare il Capodanno con me? Bene, starò in casa; ma non aspettarti che esca dalla mia camera per augurarti buon anno".

Ero così arrabbiata... Ma ora mi sento solo delusa da me stessa. Perché ho urlato quelle cose? Non era mai successo e pensavo che mai sarebbe capitato.

Da lei mi sono sempre aspettata un si, ma al primo no sono andata in escandescenza. Non avrei dovuto, perché ora siamo in due con il cuore in pezzi e sapere che mi madre è arrabbiata con me mi distrugge.

Mi ranicchio di più su me stessa e piango fino a che fuori non diventa buio.
Non mi sono mossa di un millimetro.

Ad un tratto sento un leggero tonfo alla porta, come se qualcuno ci avesse sbattuto contro.
Mi tolgo il panno e appoggio il peluche, per poi avviarmi verso la porta.
Dei leggeri singhiozzi mi arrivano alle orecchie, e capisco immediatamente che si tratta di mia madre. Appoggio la testa sulla porta presa dai sensi di colpa e, girandomi, accascio per terra.

Nella mia testa ho l'immagine di mia madre nella mia stessa posizione e, inconsciamente, penso a quanto ci assomigliamo.
<Mi dispiace>, dico io sussurrando e sperando che mi senta. Sento un singhiozzo più forte, ma poi la sua voce mi giunge alle orecchie <Dispiace anche a me>. Segue un minuto in cui nessuna delle due parla, e penso quasi che stia per andarsene. <Posso entrare? >, mi chiede sussurrando.

Chiudo leggermente gli occhi, che bruciano tantissimo, e poi, dopo un profondo respiro, mi alzo in piedi.
Con la mano tremante apro la porta e quello che mi ritrovo davanti mi fa spezzare il cuore: mia madre, con gli occhi rossi e i capelli scompigliati. Deve aver pianto tanto.
Mi fissa per qualche secondo e, come se non lo facesse da troppo tempo, mi abbraccia.

In quel momento capisco che non mi importa più di quella stupida festa; è quasi riuscita a rovinare il meraviglioso rapporto che ho con mia madre.
A Capodanno bisogna stare con le persone che si amano davvero, e se devo scegliere tra i miei amici e mia madre: sceglierò sempre mia madre.

Melanie capì solo più avanti il perché sua madre volesse passare quel preciso Capodanno con lei: erano passati esattamente 14 anni da quando l'aveva adottata, e sua madre sapeva che tra non molto la sarebbero venuta a prendere. Ma questo, lei, non poteva saperlo, è non lo avrebbe scoperto per ancora molto tempo.

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Spero che abbiate capito il perché di questo capitolo, che non è molto un capitolo, ma più un riversare tutto quello che penso che sia un rapporto tra madre e figlia.
Amore reciproco.
Vi siete mai sentiti così? Vi è mai successo? È finita bene come nel capitolo?
Pensateci bene.

Buon 2021

THE GIRL WHO LIVEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora