CH11 - LA SIGNORA BASSA E GRASSOTTELLA HA FEGATO DA VENDERE

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Melanie pov'

Sirius Black.

Padrino di Harry, e a quanto pare anche il suo.

Esso aveva messo il braccio intorno alle sue spalle e quelle di suo fratello, per invitarli a seguirlo in cucina.

Ora che ci pensava, Melanie aveva proprio fame, non mangiava quasi da un giorno, quindi il suo stomaco aveva cominciato a fare dei rumori ambigui.

La casa dove erano entrati era austera e malmessa, ma almeno il buio iniziale era andato via.

Non che Melanie avesse paura del buio, intendiamoci, ma il non avere il controllo sulle proprie azioni la metteva in difficoltà.
Ovviamente non lo avrebbe mai ammesso, dato il suo orgoglio smisurato, ma saperlo ammettere almeno a sé stessa era già qualcosa.

Stavano per mettere i piedi nella stanza quando una signora abbastanza bassa e grassottella uscì proprio da quest'ultima.

Teneva in mano un mestolo e lo stava puntando contro Sirius.

<Sirius, stanno aspettando proprio te li dent..>, la donna si bloccò e guardò Harry. <o Harry caro>, disse andando in contro a suo fratello abbracciandolo.

Melanie vide Harry subito un spaesato, ma poi i suoi occhi si chiusero e le braccia si strinsero intorno al corpo della donna, <salve signora Weasley>, disse Harry allontanandosi.

Alla vista di quella scena Melanie si lasciò scappare un sorriso involontario, la signora Weasley doveva voler proprio voler bene a suo fratello.
<ti vedo un po' sciupato. Ma quei babbani ti danno da mangiare? In ogni caso dovrai aspettare per la cena >, disse prendendo il suo viso tra le mani e rigirandolo come a volerlo analizzare.

Poi si voltó verso Melanie, che divenne subito rossa dall'imbarazzo.
Nessuno sa chi sono, pensò tra sé e sé, e quel piccolo sorriso di prima sparì.

La donna si avvicinò alla ragazza assottigliando gli occhi e poi, come se la conoscesse da sempre, prese le mani di Melanie e disse, <vedo sciupata anche te tesoro. Ma qui nessuno mangia come si deve? >.

<in realtà.. >, cercó di rispondere Melanie, ma la signora Weasley non accennava a voler fermare il suo discorso.

<dovresti proprio mangiare qualcosa anche tu. Intanto andate nelle vostre stanze, vi chiamerò quando sarà pronto. Sirius tu vai. >, finì lei.

<eh va bene >, rispose sbuffando Sirius.
Abbracciò una ultima volta i suoi figliastri e poi si dileguò a testa bassa.

Appena la porta della cucina si chiuse, dalla cima delle scale comparvero due figure.
La prima era una ragazza, dai capelli lunghi e ricci, la quale aveva una luce di sollievo negli occhi marroni.
Il secondo era un ragazzo abbastanza alto, con i capelli rossi, gli occhi verdi e il viso ricoperto di lentiggini.
Anche lui come la ragazza sembrava sollevato.

In coro urlarono, <HARRY>, e suo fratello alzò lo sguardo, che era ancora rivolto alla porta della cucina.

Di solito Melanie riusciva a capire cosa provava una persona, ancora prima che essa lo dicesse, ma il viso di Harry era impenetrabile.
Non capiva se era triste, felice oppure deluso o arrabbiato.

<Ciao>, disse apatico.
I suoi occhi erano puntati in quelli dei due ragazzi, ma sembravano guardarvi attraverso, come se non li vedesse davvero.

La ragazza infossó gli occhi mentre scendeva per prima le scale, seguita a ruota dall'altro.

Non appena gli furono di fronte, Harry distolse lo sguardo e si mise a guardare i suoi piedi, <Harry>, sussurrò la riccia cercando di toccare con la mano il suo braccio.

Con una certa agilità Harry lo tolse dalla traiettoria e per la prima volta sembró emanare un'emozione.

Ma a Melanie non piaceva per niente.

Il suo viso divenne rosso e le mani cominciarono a tremare.
Melanie capì che stava per accadere qualcosa e allora intervenne, <sapete dove sono le nostre camere?>.

Il primo a posare gli occhi su di lei fu il rosso, che la guardò un po' confuso, <certo, seguiteci>. I due ragazzi si guardarono e poi gli fecero strada.

Salirono ben tre rampe di scale e quel poco che Melanie vide la rese tesa e inquieta.
La casa era esattamente come l'ingresso: cupa, silenziosa e nobiliare. Tuttavia si capiva che non veniva usata da molto tempo, la polvere si trovava in ogni angolo.

Passarono tante porte , alcune chiuse e alcune aperte. In una Melanie pensó di aver visto un enorme albero genealogico dipinto su un muro. In un'altra c'era un armadio che, era sicura di non esserselo inventato, tremava appena.

La loro camera era infondo al corridoio e al suo interno c'erano quattro letti.

<Benvenuti in paradiso>, esclamò il rosso, forse cercando di smorzare la tensione.
A Melanie spuntò un lieve sorriso.

Nella stanza calò un silenzio di tomba e la tensione e l'imbarazzo furono evidenti.
Nessuno aveva ancora fatto le presentazioni, così Melanie si fece avanti.
<Non ci siamo ancora presentati>, disse lievemente guardando i due.
Loro la guardarono e sembrarono ringraziarla mentalmente per aver rotto quella tensione.
<Io sono Hermione Granger>, disse la ragazza tendendo una mano, che Melanie strinse volentieri.
<Io sono Ron Weasley>, si presentò il rosso con un piccolo sorriso.
<I due peggiori amici di sempre>, esclamò d'un tratto Harry.

Melanie si giró nella sua direzione ad occhi sbarrati.
Perché ora si comporta così?

<Harry cosa ti prende? >, chiese Melanie al fratello.
<Cosa mi prende? COSA MI PRENDE? >, Harry, capì lei, stava per scoppiare definitivamente.
Quello che prima cercava di trattenere, ora era impossibile non darlo a vedere.
<Voi due non mi avete cercato per tutta l'estate. Sono stato rinchiuso in quella casa per quasi tre mesi e l'unico pensiero che non mi faceva crollare erano Hogwarts e voi. I miei due migliori amici. Non avete pensato al fatto che la storia di Cedric potesse avermi spezzato? Ho aspettato una vostra lettera, anche un piccolo segnale della vostra presenza.>

Harry aveva urlato tutto questo e ora stava boccheggiando dalla fatica.
Le mani e le gambe tremavano tremendamente e Melanie pensó che stesse per crollare a terra.

<Non abbiamo avuto scelta>, rispose Hermione con occhi tristi, ma allo stesso tempo orgogliosi.
<Hermione ha ragione, dopo che sono cominciate le vacanze, ci siamo dovuti trasferire qui e Silente ha bloccato qualsiasi tipo di comunicazione. Per evitare che Tu-Sai-Chi potesse intercettarle.>, disse invece Ron.

A differenza della ragazza, Ron sembrò più arrabbiato che triste.

<Perché allora nessuno ha pensato di farmi venire qui insieme a voi? Avreste potuto trovare almeno un modo per farvi sentire. Mi sono sentito tremendamente solo...
O almeno finché non è arrivata Melanie>, disse Harry ancora furioso.

Melanie a quel punto aveva sentito abbastanza. Capì che i due poveri ragazzi non avevano potuto farci nulla e che ad un ordine non si può disubbidire.
<Harry, pensaci. Da quello che ho potuto sentire, non hanno avuto scelta. Pensi che per loro sia stato divertente rimanere chiusi qui senza poterti sentire? >, disse Melanie a Harry.

Il ragazzo la guardò e tutta la rabbia sfumó, diventando nient'altro che dolore e tristezza.

<Voi non capite quanto mi sia sentito abbandonato>, Harry guardò Melanie negli occhi per qualche secondo e poi i suoi migliori amici.

Alla fine Harry crollò a terra, sbattendo le ginocchia sul pavimento di legno. Melanie, Ron ed Hermione si inginocchiarono intorno a lui e lo abbracciarono.

<Scusatemi se vi ho urlato addosso senza motivo. Non mi sono ripreso dalla fine dell'anno scorso>, sussurrò Harry con il viso tra le mani.
<Non importa>, rispose Ron, i cui occhi ora erano lucidi e pieni di tristezza.
<È tutto finito >, Hermione gli faceva passare la sua dolce mano sulla schiena curva.
<Ora siamo in famiglia. Siamo a casa>, disse infine Melanie, baciando la fronte di Harry, ancora tremante.

Questo fu l'inizio di una fantastica e duratura amicizia.

THE GIRL WHO LIVEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora