33.

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Il pomeriggio successivo la pioggia era cessata. Il mondo riprendeva a cinguettare, specchiandosi in pozzanghere colorate di fiori e nuvole.

– Petricore!

Si voltò a quella voce che aveva letteralmente tuonato dentro la serra, dove stava lavorando.

Matthew corse ad abbracciarlo. Una nuvola di capelli mori, occhi di terra e sorriso impertinente che lo travolsero, facendolo quasi sbilanciare. – Petricore! – ripeté fiero in volto.

Seri sorrise a labbra strette, gli occhi che scintillavano. – L'odore della terra bagnata dalla pioggia. L'hai detto benissimo! Ti sei allenato?

Lui annuì, quindi si spostò evidenziando la figura del suo accompagnatore. – Eth mi ha a...aiutato.

Gli occhi di Seri si sollevarono appena all'altezza del suo collo, poi si appannarono e tornarono a scivolare a terra. – Davvero? È una notizia fantastica. Grazie Matt, mi hai fatto un bellissimo regalo.

– P...posso lav...vorare ai b...bonsai?

Seri gli scompigliò scherzosamente i capelli. – Certo. Sei di casa ormai. Sai già dove sono gli attrezzi.

– C'è la t...torta?

– Te la faccio adesso, – rispose lui in tono stanco, – avevo giusto raccolto dei mirtilli rossi. Ti va una clafoutis?

– C...che c...c...c... ca... caz...?

– Cazzo. "Che cazzo è?" – terminò lui con un mezzo sorriso. – È un dolce francese, cremoso, si fa con la frutta di stagione. Ti piacerà.

– O...k.

Seri uscì dalla serra a sguardo basso, quindi entrò in casa e cominciò ad armeggiare in cucina.

Dopo un poco sentì la porta d'entrata cigolare e dei passi pesanti avanzare sulla pietra viva del pavimento.

– Voleva vederti.

Seri sussultò al suono di quella voce profonda e le sue mani ebbero un tremito. Cercò di nasconderlo andando al frigo per prendere il latte intero e le uova. – Lo vedo bene, mi fa piacere. Come stai, Ethan?

Avvicinò farina e zucchero, quindi appoggiò tutto sul tavolo e, notando il suo silenzio, osò alzare lo sguardo.

Ethan lo stava fissando con intensità. – Tu... sai cosa è successo, vero?

– Sì.

Lui divincolò lo sguardo per la stanza e si passò una mano tra i capelli con una risata nervosa. – Mi sembra di stare sognando, sai. Stavo guidando verso casa, quella sera, dopo essere stato con te... quando all'improvviso tutto mi è tornato alla mente. Tutto. Ricordi che non sono miei, ma è come se lo fossero. E quando ho visto la villa, mi è sembrato che tutto combaciasse. È una cosa incredibile, una follia.

Seri sbatté gli occhi, sentendosi mancare. – Già, una follia.

Ethan si chinò sul ripiano con un'espressione sconcertata. – È davvero successo? Quell'incredibile creatura ha davvero vissuto dentro di me per tutto questo tempo?

Lui gli restituì lo sguardo in silenzio.

L'altro espirò, ancora palesemente incapace di accettare l'accaduto.

Seri si chinò a prendere una ciotola e cominciò a spezzare le uova.

– Ricordo, – sussurrò Ethan, – la dolcezza con cui ti accarezzavo, il modo in cui ti baciavo e come ti guardavo. È tutto qui, registrato nella mia mente e nel mio corpo. Ricordo di averti amato come un pazzo, ogni cellula di questo organismo ti ha amato disperatamente.

– È così.

– Ma non ero io. Non ero io, lo capisci? Perdonami ma... – soffiò una risata, – è una cosa troppo strana.

Seri sollevò le spalle. – L'amore è strano. È come un incantesimo che ti travolge e rovescia il tuo mondo. Non guarda l'età, il sesso, il colore della pelle. Non gli frega un cazzo se voti democratico o repubblicano. Se hai due gambe o nessuna, se sei un pazzo o un santo.

– E nemmeno se sei una creatura non umana.

– Già. – Cominciò a mescolare lo zucchero, ma la mano di Ethan lo trattenne.

– Seri, mi sento molto confuso in questo momento. Non so se essere arrabbiato o felice, il tuo florida mi ha salvato la vita e me l'ha rubata allo stesso tempo. Ora la vedo come se fosse un film, la sento estranea e allo stesso tempo familiare. Ha lasciato qualcosa dentro di me... come una specie di "libretto di istruzioni", ma non ho idea di cosa farci. Mi sento perduto. Ho bisogno di tornare a essere me stesso, ma non ci riesco.

Gli occhi di Seri lo agganciarono come magneti. – Chi eri prima?

– Beh, – esitò lui, poi sbottò in una risatina isterica, – saperlo!

Seri si liberò dalla sua stretta e proseguì la ricetta aggiungendo il latte, la farina e la vaniglia. – Devi darti tempo. Hai bisogno di digerire tutto questo. Ricordi quanta paura ho avuto, quando ho scoperto chi tu fossi?

Ethan annuì, serio in volto.

– Tutto tornerà alla normalità, – continuò in tono asciutto. – Lui non ha mai voluto farti del male, ti ha solo offerto un modo diverso di vedere le cose. Sei libero di decidere come vuoi vivere la tua vita. Io non ti sarò di intralcio. Non voglio niente da te. Mi piacerebbe solo continuare a vedere Matthew, se sei d'accordo. Lavorare qui lo fa stare bene, e anch'io sono felice di averlo intorno.

– Speravo che me lo dicessi! – reagì Ethan, con un sospiro di sollievo che gli strappò un pezzo di cuore. – Naturale, Matt potrà venire qui ogni volta che vorrà. Il mio precedente "io" lo aveva già fatto, ma te lo ripeto: grazie. Grazie per quanto hai fatto per me e per mio fratello. Sei una bella persona. Ho perso migliaia di dollari a causa tua per quel progetto, ma lo ribadisco: sei una bella persona.

– Va bene, va bene, adesso lasciami in pace, altrimenti Matt se la prenderà con me.

– Ok... e Seri...

– Sì?

– Vieni a trovarci anche tu ogni tanto. Abbiamo una piscina e una sauna attrezzate. E... se vuoi un amico di letto, io ci sono, ok? Quando vuoi allentare la tensione. – Fece scorrere lo sguardo sul suo corpo, quindi ammiccò. – Quel tuo amico, pezzo di legno, aveva gusti niente male! Vado a vedere che combina quel brigante.

Quando la porta si chiuse, Seri si portò una mano al volto cercando di ricacciare indietro le lacrime.

Un dolore acuto e feroce gli strappò di colpo il respiro. Sollevò gli occhi al soffitto cercando di gridare, ma aveva la gola bloccata. Allungò le braccia per sostenersi, e in quel momento il mondo si capovolse. Le ginocchia gli cedettero, sentì qualcosa cadere e spezzarsi, forse la ciotola dell'impasto, quindi il suo corpo crollò a terra in un maelstrom di fitte lancinanti.

Il collo gli esplose in mille lame d'acciaio.

Con un ultimo sussulto fu trascinato, a forza, nel buio dell'incoscienza. 

Il mio floridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora