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𝕊𝕠𝕣𝕡𝕣𝕖𝕤𝕒 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍𝗈 𝖾̀ 𝗎𝗇 𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗌𝗉𝖾𝖼𝗂𝖺𝗅𝖾.

𝙰𝚝𝚝𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚜𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚕𝚎𝚛𝚊̀ 𝚍𝚒 𝚊𝚛𝚐𝚘𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚜𝚎𝚗𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚒 𝚎 𝚊𝚋𝚋𝚊𝚜𝚝𝚊𝚗𝚣𝚊 𝚙𝚎𝚜𝚊𝚗𝚝𝚒.

La luce bussa alle  mie palpebre.
Stiracchiandomi mi nascondo sotto le coperte.

Non avevo voglia di alzarmi.
Do una piccola sbirciata all'orario.

7:25 Am.

"Ma come sono già e mezza" borbotto impastata nel sonno strofinandomi gli occhi.

Arriverò sicuramente in ritardo.

Mi alzo svogliatamente barcollando.
L'odore di fumo stuzzicava le mie narici.
Incurante apro la finestra mandando via quel cattivo odore.

Devo fare in fretta.

Vado in cucina cercando qualcosa da mettere sotto i denti.
Varcata la porta noto la figura di mia madre giacere sul divano con una sigaretta sulle labbra tutt'ora accesa.

Mi avvicino ad essa levandogliela.

La sento mugugnare parole difficilmente comprensibili.

Dubito abbia dormito.

Alla sua vista si creò un nodo allo stomaco da non aver più la voglia di mangiare.

Ho perso troppo tempo, devo vestirmi.
Metto qualcosa di pesante, oggi fa freddo.
Mi lavo, lo sguardo morto sempre presente.
Butto il necessario nella cartella ed esco dalla mia dimora.

Faccio una breve corsetta realizzando subito dopo di aver dimenticato il pranzo.
Fermandomi in mezzo alla strada cerco qualche spicciolo rimasto.

5 euro.
Basta e avanza, fortunatamente.
Prendo il telefono segnando le 7:58 Am.

Arriverò in ritardo.

Raggiunta la scuola noto un raggruppamento di studenti al centro.

"Psss T/n vieni qua" sento una voce chiamarmi.
Era Atsumu.
Mi prese per il braccio portandomi al suo fianco.

"Guarda"
Facendomi spazio tra gli studenti risaltando la causa di tutta quell'attenzione scolaresca.

C'era un uomo con un foglio su scritto "benvenuto/a in questa società"

Non capisco così mi volto verso Tsumu confusa, essi mi guardò scrollando le spalle.

"Oi raga ma voi ci avete capito qualcosa?" Si avvicina Ojiro sorseggiando un succo alla mela.

"Boh meglio andare in classe prima che ci mettano un ritardo" si aggiunge Rintarō tirando Samu per la manica.

"Ma perché devi portarmi ovunque??" borbotta il grigio trascinato.

Man mano che i due ragazzi si allontanavano non riuscivo più a sentirli per via del brusio fra gli studenti.

"Forza vieni T/n" richiama la mia attenzione.
Lo seguo dirigendoci in classe.

Varcata la soglia della porta con nostro stupore non ci trovammo il solito professore noioso intento a blaterare.
C'erano due persone.
Un uomo e una donna.
Entrambi tenevano in mano un foglio con su scritto dalla parte della signora "io sono una donna" e dalla parte del signore "io sono un uomo".

"Ma cosa sta succedendo?" sussurro al ragazzo prendendo posto.
"Non saprei".

Essi stessero zitti fin quando la classe non si riempì.

𝐵𝑜𝑟𝑑𝑒𝑟𝑙𝑖𝑛𝑒 𝐻𝑎𝑝𝑝𝑦 ○● Suna Rintarō x reader ●○Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora