sessantaquattro.

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-Ginevra, dimmi quando Cristoforo Colombo ha scoperto l'America. - la prof di storia si aggiusta gli occhiali e mi guarda, ma io ho la testa da tutt'altra parte - Ginevra, ma ci sei? - mi passa una mano davanti alla faccia e io ritorno alla realtà

-Oddio, mi scusi prof. - scuoto la testa e cambio pagina del libro -può ripetere la domanda? -

-È da un po' che non ci sei con la testa, si può sapere cosa ti succede? - incrocia le braccia e mi guarda

-Niente, sono in ansia per gli esami. Tutto qui. - mi mordicchio il labbro nervosamente

-Ti conosco dalla prima superiore e se posso dirlo, tu sei sempre stata la mia alunna preferita, quindi so quando hai qualcosa, hai voglia di parlarne? E so benissimo che non è per gli esami, perché stai andando alla grande con lo studio. - mi guarda sorridendo

Si in effetti lei è l'unica prof oltre a quella di scienze con cui vado più d'accordo e alla quale ho sempre raccontato i miei problemi, quindi sfogarmi con qualcuno che non sia Luca mi farà bene, penso.

-Ok, è che non so cosa fare. Cioè intendo se proseguire l'anno prossimo con gli studi e prendere il diploma. -

-Come mai questa decisione improvvisa?- chiede curiosa

-Fin da quando ero piccola ho sempre amato disegnare vestiti e tutto quello che riguarda la moda e avrei scelto una scuola apposta ma mia madre non ha voluto e quindi mi ha costretto a scegliere qualcos'altro. - ammetto triste

-Wow, ma che bello. E lei lo sa che non volevi scegliere questa scuola? -

-Si e no, cioè non ho ribadito più di tanto e ho lasciato perdere. L'unica scuola di moda più prestigiosa era fuori Napoli, ma mi ha sempre detto che non avrebbe avuto senso se sarei rimasta a Salerno e che sarei dovuta trasferirmi a Milano se avessi voluto diventare una stilista e da allora non ho più aperto argomento, ma io so che era tutta una stupidaggine. -

-Ginevra mi spiace tanto, vedrai che se le parlerai ancora di questa cosa, lei capirà, se questo è quello che vuoi fare, lei ti appoggerà, ovviamente io non nessuno per dirti cosa fare, qui fai quello che ti senti. - mi sorride

-Grazie, ma non ne sono sicura. Lei vuole che io diventi quello che lei non è diventata. -

-Una madre dovrebbe essere la prima sostenitrice di un figlio e appoggiare qualsiasi scelta faccia, quindi io ti ridico parlale e dille che vuoi fare questo. - mi guarda dritta negli occhi

-Le parlerò, ma so già la sua risposta. - faccio spallucce e giocherello con la matita

-Comunque se posso dirtelo, sono molto orgogliosa dei tuoi voti, si vede che ti stai impegnando, quindi continua così. - sorride

-Grazie, per me il suo appoggio vale tanto. - sorrido e la guardo

-Riprendiamo? - chiede e annuisco

Esco finalmente da scuola dopo ore e ore di studio per andare a casa, ma prima aspetto i miei amici, prendo una canna dalla tasca e l'accendo per poi dirigermi verso una panchina per sedermi, ho un mal di testa assurdo, non vedo l'ora di finire sti esami e andarmene in vacanza, ne ho bisogno.

Ripenso e ripenso a cosa devo fare con questa storia, ma io devo far capire a mia madre che questo è il mio sogno, ormai ho 18 anni e il tempo scorre, certe cose magari non ricapitano e io sono qua seduta a pensarci ancora.

Aspiro il fumo e mi guardo attorno, sono le 14:00 e a scuola non c'è più nessuno, ci siamo solo noi di quarta e quinta in vista per gli esami, le altre classi hanno finito prima, sto morendo di caldo, così prendo la bottiglietta d'acqua dalla borsa e ne bevo un po', la rimetto via e faccio un ultimo tira di canna. Ma che fine hanno fatto gli altri? Se non arrivano tra dieci minuti io me ne vado a casa da sola.

Fire || Capo Plaza (#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora