quarantuno.

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Luca povs

Sono passati cinque fottuti giorni e ancora non si è svegliata, i medici dicono che ci siano poche probabilità che si svegli da quello che ho capito, dato che usano termini medici che io non capisco.

Io davvero non ne posso più, la paura inizia a farsi sentire e io credo che potrei scoppiare da un momento all'altro, io non voglio perderla.

È solo colpa mia, se io non le avessi trattata in quel modo a quest'ora sarebbe qui con me, bevo un sorso d'acqua e cerco di calmarmi.

La madre di Ginevra esce dalla sua stanza, ha lo sguardo spento e gli occhi gonfi e rossi, il cuore sento che potrebbe uscire dal petto da un momento all'altro, abbasso la testa fra le gambe. Rosalba si siede accanto a me e posa una mano sulla mia spalla.

-Luca. - tira su con il naso e sospira - Vuoi entrare dentro a vederla? -

Scuoto la testa in segno di negazione e alzo la testa per guardarla, se dovessi vederla in quelle condizioni su quel lettino, così fragile e indifesa mi mancherebbero le forze e crollerei in una crisi emotiva sicuramente.

-Perché non vai a casa? Sei qui da ieri. - sospira profondamente per poi appoggiarsi allo schienale della sedia

-No, io resto qui. Nel caso ci sia bisogno. - mi giro per guardarla, sa quanto ami sua figlia ed è proprio per questo che io non la mollerò un secondo

-Hai bisogno di riposare e cercare almeno di distrarti. Stare qua, non ti aiuta molto. Lo dico per te. - abbassa un attimo lo sguardo per poi tornare a guardarmi preoccupata

-Sto bene Rosalba, davvero. - farguglio - Lei ha bisogno di me, come di te, di Elia e di Giada, non voglio abbandonarla ora. - mi passo una mano fra i capelli con fare nervoso - Ah, è solo colpa mia. Sono un deficiente. -

Mi prende la mano e l'accarezza delicatamente e mi guarda dolcemente - Luca, tu non hai colpe va bene? Ginevra ha passato un brutto periodo e ha cercato di risolverlo in questo modo che ovviamente ha riportato solo danni. -

La ringrazio con un piccolo sorriso e la guardo apprensivo - Forse non dovevo ritornare a Salerno, a quest'ora non sarebbe successo nulla di tutto ciò. -

-Non dirlo neanche ok? - mi costringe ad contatto visivo con lei - Per Ginevra sei sempre stato importante, le hai migliorato la vita. Non la vedevo così felice da quando non c'è più Salvatore. - mi lascia un bacio sui capelli

-Sono sollevato che la pensi così, sappi che io la amo e non la farò soffrire più. - sforzo un sorriso

-Vieni qua Luca. - mi fa segno di abbracciarla - Sei come un figlio per me, lo sai. -

Annuisco e la stringo forte a me e una lacrima mi scende giù. Rosalba mi guarda commossa e asciuga la lacrima, mi lascia un bacio umido sulla fronte, si alza e va verso il bagno.

-Fra, come ti senti? - mi giro verso Elia che ha appena preso posto di fianco a me, mi mordicchio il labbro inferiore dal nervoso e lo guardo triste

-Come vuoi che stia Elia, sto male molto. Sono passati cinque cazzo di giorni e ancora nulla e soprattutto non ci dicono niente. - scuoto la testa fra l' incazzato e il frustrato - È il loro lavoro no? Dirci come stanno le persone che amiamo. - sbotto

-Si ma se Ginevra non migliora neanche un po', loro non possono fare più di questo. - Elia estrae una canna dalla tasca e la prepara - Dobbiamo avere pazienza e soprattutto avere fiducia, perché lei è forte e ce la farà. - torna a guardarmi sforzando un sorriso colmo di tristezza

-Non ne posso più Fra. - i miei occhi si innumidiscono, Elia si avvicina a me stringendomi in un'abbraccio caloroso - Sento che tra poco potrei svenire. - mi asciugo le lacrime con la manica della felpa

Fire || Capo Plaza (#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora