Ecco il continuo del precedente capitolo, sempre per il concorso sulla Charlus (One - shot) di Cactus_003 😁. Spero possa piacervi❤️!
Qual'era il miglior modo per allontanare tutti i pensieri che dall'inizio della giornata non avevano fatto altro che schiacciare la tua mente, per poi rassicurarsi nel sapere che era solo una futile preoccupazione fondata dal timore che due ragazze potessero rubare il tuo principe dei sogni?
Passeggiare nel parco di Hogwarts, ovviamente, circondato da un lago la cui acqua nera scintillava sotto il tocco gentile dei raggi del sole.
Valentina Lupin, calpestando il sentiero in ciottoli, si guardava attorno respirando l'aria fresca di Ottobre.
Il mantello, scuro all'esterno e giallo all'interno, la scaldava quel che bastava per non farle prendere un raffreddore; presente da ormai fine Settembre.
Le nuvole bianche erano sparpagliate nel cielo, segno che non avrebbe piovuto. Il castello, nonostante la sua grandezza, si faceva lentamente lontano mentre Valentina camminava.
Era sola; avevo chiesto alla sua amica, Jasmine, che voleva stare un po' per sé e lei glielo concesse (anche se afflitta).
Voltando lo sguardo a destra vide una coppia di studenti giocare, con l'energia di quando si era bambini, ad acchiapparella. Valentina sospirò osservando il ragazzo, poco più alto della ragazza, afferrare per un braccio la sua amata e guardarla dritta negli occhi... fino a baciarla.
Deglutendo dal disagio, Valentina si accorse che si era fermata. Pensando che fosse maleducato fissarli, scosse la testa e ripartì.
Però, in seguito, non furono alcuni del secondo anno alla sua sinistra, che punzecchiavano la piovra gigante, a catturare la sua attenzione, ma dei minuscoli puntini rossi che zigzagavano nell'aria.
Volendo sfamare la sua curiosità decise di avanzare per il campo di allenamento di Quidditch, dove essi stavano. Infatti, come ben sapeva, quei puntini rossi non erano altro che i giocatori.
Giunta alla prima arcata di legno, accesso degli spettatori, Valentina si arrampicò per le scalette della tribuna di Tassofrasso e si accomodò al secondo spalto. Il suo preferito.
"Dopotutto non ho nulla da fare questo pomeriggio" pensò stringendo tra le mani il mantello, "che c'è di male se rimango un po' qui?".
Sembrava che qualcuno l'avesse pensato ugualmente...
Chiara era posta sulla cima della tribuna di Grifondoro, nelle mani aveva una pergamena ed una penna d'oca, e urlava diverse frasi d'incoraggiamento ai giocatori che in quell'istante schizzarono sopra di lei.
Capendo, Valentina alzò lo sguardo e vide esplicitamente le divise oro-scarlatte girovagare per il campo.
Socchiuse gli occhi allo scopo di individuare Charlie Weasley, sicura che vi fosse anche lui.
Secondo dopo secondo, rinunciò delusa alla sua impresa. C'erano sei giocatori e, malgrado lei avesse guardato bene, lui no.
Questo non le impediva comunque di guardare l'allenamento, così si rilassò e osservò ogni mossa dei Grifondoro.
- Più svelto a bloccare l'avversario, Bogref! - gridò severo quello che sembrava il capitano, fermandosi sulla sua scopa all'estremità del campo.
Il bruno mostrò un pollice in su, e si spinse in avanti, rubando la Pluffa ad un suo compagno Cacciatore.
- Ottimo. Ora Zaving vediamo come te la cavi con i Bolidi! - continuò il capitano, scendendo in picchiata verso il prato verde e curato.
Diede un possente calcio contro un baule e fulmineamente due grosse palle nere dalle cattive intenzioni sbucarono fuori, volando in alto... pronte a disarcionare i giocatori.
Valentina riportò lo sguardo su Zaving, che si stava asciugando con un fazzoletto il sudore dalla faccia.
- Forza! - esclamò il capitano, rimontando sulla sua scopa e tornando in aria.
Zaving prese la mazza e la tese. Il primo Bolide filò dritto da lui. Un colpo secco gli consentì di liberarsene, ma fece in tempo a scostarsi che il secondo gli manco per un pelo il busto.
Facendo un bel respiro, Zaving sterzò con la scopa e si preparò per il nuovo attacco del Bolide, che aveva virato...
- Bravo! Stai migliorando! - esultò Chiara, facendo sobbalzare Valentina che era talmente concentrata da essersi momentaneamente dimenticata della sua esistenza.
Da come poté ipotizzare dalle grida soddisfatte del capitano, il battitore aveva avuto successo.
Cambiò giocatore, incentrandosi sul portiere, un ragazzo smilzo e a dirla tutta adorabile.
Esso allungò un braccio verso il cerchio d'oro di sinistra, agganciando la palla rossa che un Cacciatore aveva tirato straordinariamente.
Poi portò il braccio dietro la testa e lanciò la Pluffa ad una grande distanza.
"Sono incredibili" considerò Valentina, continuando ad osservare il portiere.
Se c'era una cosa che lei aveva per tutti quei tre anni nascosto a Jasmine, oltre al fatto che le piaceva il Cercatore, era che in ogni partita in cui i Tassofrasso prendevano parte assieme ai Grifondoro, aveva sempre tifato Grifondoro. Non odiava la sua Casa, questo mai, semplicemente per quanto riguardava il Quidditch provava una certa ammirazione per la squadra di Charlie Weasley.
I suoi pensieri scomparvero alla vista di uno sprizzo d'oro che fluttava a qualche centimetro da lei.
Valentina non ebbe nemmeno il tempo di metabolizzare mentalmente l'oggetto che all'improvviso una grande folata di vento le fece chiudere di istinto gli occhi.
Quando li aprì, non vi era più la cosa dorata... Ma un bel ragazzo, capelli rossi, occhi castani e dal viso cosparso di lentiggini, che teneva stretto nel pugno della mano l'oggetto in questione. Il Boccino d'oro. Esso, senza dire nulla, galleggiava sulla sua scopa, una Tornado Sei, e guardava Valentina.
Valentina arrossì, abbassando la testa. Era lui, Charlie...
"Ecco perché non mi dovevo arrendere", si disse riferendosi al momento in cui aveva smesso di cercarlo in mezzo agli altri.
- Ciao Vale! - la salutò Charlie, calandosi in basso perché possa parlarle all'altezza della faccia.
- Ciao... - mormorò Valentina, sforzandosi di alzare lo sguardo.
- Stai guardando come ci alleniamo? - chiese Charlie, accennando ai suoi compagni.
- Emh... in realtà... - provò ad asserire Valentina, non voleva rivelargli che il principale motivo per cui era rimasta fosse proprio lui. - ...sì. Non ho compiti per domani -
- Grandioso! - esclamò Charlie, lasciando volar via il Boccino d'oro. - Sai, è la prima volta che ti vedo qui su... Verrai più spesso a darci il tuo appoggio? -
- Perché no? Appena avrò dei pomeriggi come questo... verrei con piacere - disse Valentina, sentendo il cuore accelerare il battito ad ogni frase che usciva dalla bocca di Charlie.
- Grande - continuò lui, sorridendole. Valentina divenne ancora più rossa, abbozzando un sorriso.
Lei sapeva che sarebbe ritornata a tutti i costi, il solo problema che ora le si parava davanti era Jasmine. Cosa le potrebbe dire? Che per tre pomeriggi non poteva fare i compiti con lei perché voleva passarli fissando Charlie? La sua parte egoista le suggeriva di sì, non doveva perdere occasione simile. Ma la sua parte saggia si contrappose all'altra facendole comprendere che non poteva assolutamente allontanare la sua unica amica dalla sua vita.
Non riuscendo a trovare un compromesso, Valentina si accorse che Charlie le stava studiando i capelli, castani e lisci...
Valentina aprì bocca per dire qualcosa, però si bloccò udendo una voce femminile alle sue spalle.
- Ma guarda un po'! -
Valentina si voltò di scatto. Era come aveva immaginato. Chiara stava scendendo verso di loro, tenendosi da un lato le ciocche che le coprivano la visuale.
- Charlie il capitano ti sta aspettando! - esclamò in tono autoritario, avvicinandosi alla ringhiera senza degnare Valentina di uno sguardo, cosa che lei trovò snervante.
- Dici davvero? - domandò Charlie guardandola.
- Altrimenti perché sarei venuta fin qui? - disse Chiara secca, "Per farti notare forse?" pensò Valentina con una smorfia, - Sai che non mi piace mettere piede sulla tribuna di Tassofrasso -
- Non ho ancora capito cosa hai contro i Tassofrasso - espose Charlie aggrottando le sopracciglia.
Anche Valentina se lo stava chiedendo.
- Sono timidi e deboli, e poi la loro umiltà mi da il voltastomaco - confessò Chiara schifata.
- Questo non è vero - mormorò Valentina così piano che sarebbe stato sorprendente se uno dei due avesse capito. Eppure ebbe la sensazione di cogliere un occhiata dispiaciuta da parte di Chiarle, come per dire che Chiara non avrebbe cambiato parere.
- Perché non vai? Il capitano vuole mostrarvi una nuova tattica, sono tutti nello spoiatoio - riprese Chiara con insistenza.
- Oh giusto! Sì arrivo - farfugliò Charlie grattandosi la nuca.
Chiara sorrise, cosa che fece ingelosire molto Valentina, e risalì per le scale di legno sempre senza salutarla. Rimasero soli.
Completamente soli. Eccetto l'inconfondibile verso dei gufi nascosti tra gli alberi circostanti.
- Bè... devo andare - Charlie prese parola, stringendo le mani sul manico di scopa.
Come se gli avesse letto nel pensierio, Valentina abbassò il capo, pervasa dalla tristezza.
- C-ci... ci rivediamo - disse Charlie con sicurezza, inclinando la testa per vedere quella di Valentina.
- S-si... - rispose lei. Un groppo in gola non le dava tregua.
Charlie stava arretrando nell'aria, quando Valentina, facendosi coraggio, alzò di nuovo lo sguardo ed emise un suono privo di parole.
Lui tornò davanti a lei, aspettando incuriosito.
- Ecco... io volevo... volevo chiederti se.. -
- Se? -
- Se ti andrebbe di aiutarmi con la Maledizione delle Caccole - chiese Valentina, lottando per mantenere il tono della voce calmo.
Charlie scoppiò a ridere. Valentina mise il broncio, innervosita dalla sua reazione.
- Perché ridi? - disse. Aveva provato a trovare una soluzione per stare insieme, e chiedere ripetizioni di Difesa Contro le Arti Oscure era una di queste. Ma lei sapeva che andava male in quella materia, non aveva affatto dimenticato la sua proposta nel aiutarla con gli incantesimi che non era capace di eseguire.
Vederlo ridere, le dava un buon motivo per alzarsi dalla panca e correre via.
- Scusami ahah - disse Charlie, asciugandosi una lacrima - e che non pensavo avessi difficoltà. Si studia al primo anno! - aggiunse, allarmato che lei potesse prendere e allontanarsi da lui il più in fretta possibile.
- Lo so... so di non essere brava - disse Valentina brusca, voltandosi e dandogli le spalle. Perché aveva avuto la prontezza di chiedere una cosa simile? Perché non lo ha semplicemente salutato, evitando quella figuraccia?
- No... aspetta! - urlò Charlie, saettando al suo fianco, impedendole di salire le panche. Valentina si fermò.
- Non volevo farti sentire un incompetente! Stavo solo... scherzando. Mi fa piacere aiutarti, anzi - Valentina lo guardò negli occhi, riavvertendo il bruciore sulle guance per l'imbarazzo - Ti vanno bene le quattro di giovedì? -
- Le quattro? - ripeté lei, pensando un momento a Jasmine e ai compiti che in realtà non aveva ancora svolto.
- Ci hai ripensato? - sussurrò amareggiato Charlie alla gradinata di legno.
- Vanno benissimo! - sorrise Valentina. Charlie sorrise a sua volta.
Non serbavano nessun rancore verso l'altro.
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Mini storie su Harry Potter
Fantasy- La copertina è stata creata da @volleyade, che ringrazio tantissimo! ❤️ - Questa è una raccolta di ministorie basata su ship e vita di Creature Magiche - da me inventate - inerenti al mondo di Harry Potter ⚡. Alcuni Incantesimi, Dolcetti Magici...