Charlus - nuova storia (pt1)

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Ringrazio Cactus_003 per avermi dato il permesso di pubblicare la mia storia su wattpad (Questa è quella della scorsa volta, per il concorso su Pz✌️)

L'autunno era alle porte. Le foglie del Salice Schiaffeggiante avevano un colorito marrognolo e qualche punta gialla; mentre gli alberi della Foresta Proibita tendevano al grigio. Il castello di Hogwarts era sempre lì, che accoglieva i giovani maghi.
Un altra giornata stava iniziando per Valentina Lupin, che ora dormiva tranquillamente nel dormitorio femminile dei Tassofrasso.
Vi erano altre tre ragazze: due erano appena scese per fare colazione mentre l'altra stava in piedi, imbronciata.
<<Si può sapere perché dorme così tanto?>> si chiese ad alta voce.
Si avviò al letto di Valentina e allungò le braccia con l'intenzione di svegliarla. Tuttavia si arrestò :<<Ma si...perché no?>> disse, allontanandosi.
Afferrò un cuscino e poi prese la mira.
Puff! Finì dritto sulla testa dell'amica che, svegliandosi di soprassalto, la guardò intontita.
<<Ha funzionato!!>> esclamò la ragazza che aveva lanciato il cuscino.
<<M-ma che fai Jasmine?>> la rimbeccò Vale.
<<Hai interrotto un sogno bellissimo!>>
La ragazza chiamata Jasmine incrociò le braccia ed inarcò un sopracciglio, dicendo:<<Fammi indovinare...di nuovo la stanza bianca, con i petali di rosa che formano un cuore, e tu al centro con un biglietto dato dal ragazzo che ti piace?>>
Valentina si drizzò, stropicciandosi gli occhi.
<<Si ma questa volta era diverso...mi ha lanciato un mazzo di rose in faccia!>>
Jasmine rise di gusto, Valentina, d'altro canto, non lo trovava affatto divertente.
Quel sogno lo faceva quasi ogni notte, ma non riusciva mai ad arrivare alla fine.
La fine che lei sperava era un "Ti amo" detto dalla sua cotta...da Charlie Weasley.
Si alzò dal letto e, lentamente, si avvicinò all'armadio.
<<Siamo di nuovo in ritardo, vero?>> chiese un istante dopo a Jasmine, infilandosi la camicia.
<<Secondo te?>> rispose lei seccata.
<<Ogni giorno è la stessa storia. Dobbiamo correre a fare colazione perché altrimenti perdiamo la prima lezione>>
Valentina sospirò, non le piaceva arrivare in ritardo, semplicemente non riusciva a svegliarsi in tempo.
"Non sono una pigrona" pensò, mettendosi il maglione grigio scuro sulla camicia.
Nella mente le comparve un viso, un viso che lei adorava tanto, e poi il biglietto...
Erano i sogni che la tenevano al letto. Voleva sognare quel ragazzo nonostante frequentasse la stessa scuola, nonostante fosse un'anno più grande, nonostante lo conoscesse anche se per poco.
Si osservò allo specchio, rise vedendo in che stato si trovavano i suoi capelli castani.
Jasmine era già alla porta e l'aspettava con aria annoiata.
<<Ho fatto>> annunciò Vale, voltandosi e sistemandosi la borsa a tracolla sulla spalla.
<<Era ora...andiamo!>> concluse Jasmine, mandando all'indietro una ciocca dei suoi capelli neri e lisci.
Insieme uscirono dal dormitorio e giunsero nell'ampia sala comune.
Il sole era sorto ed illuminava tutta la stanza, rendendola luminosa e accogliente.
Come sempre c'erano alcuni studenti anziani che, evidentemente non avendo problemi ad arrivare in tempo alla Sala Grande, discutevano delle materie che dovevano studiare.
Stavano per varcare la soglia quando un ragazzo del loro stesso anno, il terzo, chiamò Jasmine.
<<Si?>> rispose quest'ultima, fissando gli occhi su di lui.
Era basso e robusto, aveva i capelli color nocciola mentre i suoi occhi erano verdi.
<<Oggi il professor Piton interroga...ti prego, potresti andare volontaria?>> disse in tono supplichevole.
Valentina sapeva perfettamente che Jasmine era molto brava in Pozioni. Senza dire nulla le diede una spinta con il gomito, sorridendole.
<<Ah, va bene Ermen...vado io>> rispose Jasmine.
Il ragazzo sembrava al settimo cielo, la ringraziò prima di girarsi e sparire nel dormitorio maschile.
Jasmine scosse la testa divertita, poi prese Valentina per un braccio ed uscirono dalla sala comune.
Percorsero le segrete velocemente, un solo pensiero alloggiava nelle loro menti: la colazione.
Arrivarono nella Sala Grande e si fiondarono nei primi posti liberi che intravidero al tavolo dei Tassofrasso.

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