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La mia passione per la danza nacque quando andai alla prima gara della mia cuginetta. Rimasi incantato dalla bellezza dei ballerini e da come si muovevano magnificamente.

Amavo vedere il loro sorriso mentre danzavano, si capiva che quella era la loro strada. Dopo quel giorno, fui certo di una cosa, volevo fare parte di quel mondo.

Quella sera stessa ne parlai con mia madre, avevo solo cinque anni. Ci rimasi male quando mi disse che per la mia età i corsi ancora non esistevano ma continuai a portare avanti quella che potevo già considerare una  passione, guardavo molti video ogni giorno e finivo per incantarmi davanti ai ballerini, i loro vestiti scintillanti mi attiravano, i sorrisi mettevano gioia, la musica mi coinvolgeva. Ero sempre stato un bambino determinato e quella mia caratteristica non cambiò neanche nel tempo, non ero certo di molte cose nella mia vita ma qualcosa la sapevo, io sarei diventato come loro.

Quando raggiunsi i dieci anni finalmente andai in una vera scuola di ballo. Non potevo essere più felice, i miei insegnanti fin subito dissero che avevo un dono per la danza, che sarei arrivato in alto, se avessi continuato. Nel mio futuro, ormai, vedevo solo quello.

Gli anni passarono, diventai sempre più bravo, non mi stancavo mai del ballo, era tutto ciò che avevo sempre voluto fare. Imparai tanto duranti i miei anni di studio, i miei insegnanti erano piuttosto rigidi ma riuscivano a bilanciare lo scherzo con la fatica. Non mi pesarono tutti quegli anni di sport perché avevo sempre saputo che quello era il mio destino, la mia strada.

Quando mi classificai per i mondiali quasi piansi, era un sogno quello e non potevo crederci. Li vinsi. La giornata più bella di tutta la mia vita, ce l'avevo fatta.

Mia madre mi aiutò tanto negli anni, fu la mia ancora. Ad ogni gara era lì in prima fila a sostenermi, avevamo un bellissimo rapporto. Mi aiutò molto anche con la fondazione della mia scuola che, dopo un anno di pieno lavoro, finalmente, aprì. L'entusiasmo era ingestibile, ero riuscito a realizzare il mio sogno.

***

"Kimberly stai più dritta con la schiena" Mi massaggiai le tempie, mi faceva malissimo la testa e la musica non aiutava.

"Okay adesso facciamo i quattro balli consecutivi con la musica. Per primo il Samba" Misi una musica piuttosto semplice che tutti riuscissero a prendere il tempo ma alcuni erano nuovi e ancora non lo trovavano perfettamente.
"Hope sei fuori tempo" Le urlai cercando di sovrastare la musica lei mi sentii e poi provò a ripartire.
Mentre tutti ballavano ed io ero attento a controllare le varie coreografie e come venivano eseguite, sentii il mio telefono squillare:"Mi stanno chiamando ma voi continuate a ballare. Torno fra poco" urlai di nuovo.

"Pronto? È la scuola di danze latino americane di Londra?" Una voce quasi femminile e molto acuta rimbombò nel mio orecchio.
"Si siamo noi"
"Perfetto. Le volevo chiedere se potevo venire a fare una prova. Sono un ragazzo di diciannove anni"
"Certo. Venga mercoledì alle sei, si allenerà con i suoi coetanei". Risposi cordialmente.
"Grazie mille. Arrivederci"
Nel corso di latino americano l'età era dai dodici ai vent'anni ma alla fine i ballerini più piccoli arrivavano al massimo ai sedici.

Non che ce ne fossero molti di alunni dal momento che la scuola aveva aperto da poco più di quattro mesi. Dopo la mia vittoria ai mondiali avevo pensato bene di creare una mia scuola di ballo, era tutto ciò che avevo sempre desiderato

I miei insegnanti continuavano  ancora a perfezionarmi le tecniche per rendermi sempre più bravo e questo aveva permesso di fondare finalmente la la mia scuola.

Tornai in sala vedendoli tutti sfiniti, la musica suonava da più di un minuto e loro si stavano impegnando tanto per le gare che ci sarebbero state ad aprile. Certo, magari un po' presto considerando che non eravamo neanche a metà novembre ma alcuni non avevano mai avuto esperienza con il ballo prima ed era tutto necessario se li volevo far gareggiare.

"Il secondo ballo è la rumba così avete tempo di riprendervi ma voglio vedere bene i fianchi. Jeremy soprattutto tu"

La coreografia di Lexi non mi convinceva. Troppo semplice se ti vuoi far notare dai giudici.
"Bene" Dissi stoppando la musica.
"Jeremy un po' meglio, Kimberly brava stai molto più dritta, Hope va bene considerando che sono le tue prima volte, Noah e Ryan meglio ma dovete essere più coordinati soprattutto nella spirale, Lexi brava ma tieni più la pancia in dentro. Ora fate il cha cha cha"

L'unica coppia a ballare in syncro era quella di Noah e Ryan, tutti gli altri non si erano mai trovati bene insieme e comunque le coppie si basano anche sulla statura ed erano tutti troppo diversi. Oltre a Noah e Ryan tutti ballavano per conto proprio.

"Lexi più fianchi mentre fai la camminata in avanti"

"Noah devi fare bene le braccia sennò non siete uguali"

Hope aveva passi troppo semplici, nonostante fosse arrivata da poco era abbastanza brava.
"Ok ragazzi fate il jive e poi potete andare a cambiarvi"

Giornata piuttosto stancante. Tornai a casa ancora con il mal di testa e pensare che il giorno dopo sarei anche dovuto andare a lezione.

Pensai al quel ragazzo che avrebbe fatto lezione con noi l'indomani, non capivo bene perché ma mi incuriosiva.

Ancora non immaginavo che proprio quello stesso ragazzo mi avrebbe cambiato la vita.

*spazio autrice*
eccomi qui con una nuova storia, mi andava di pubblicarla quindi eccola qui per voi. I capitoli usciranno una volta alla settimana, il giorno ancora non lo so. Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una stellina, alla prossima! <3

Can't stop dancing ❁ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora