Clarke, ragazza di sedici anni dolce e sensibile il passato le ha portato via la persona più importante della sua vita: suo padre..
Lexa, alpha del più forte branco del Nord America. forte sicura di se e estremamente egocentrica.
Due facce della ste...
Mi arrampico sull'albero, cercando di non incastrare il vestito da sera nei rami. Appena arrivata in cima al mio posto segreto, l'unico angolo di pace che mi è rimasto, alzo lo sguardo e uno spettacolo di stelle e buio mi fa spalancare gli occhi, non avevo mai visto così tante stelle. Il vento mi sfiora i capelli color oro e un brivido di freddo mi attraversa la schiena, in lontananza sento le voci dei miei genitori che stanno parlando con i loro amici. Le voci sono ovattate e non mi danno fastidio, anzi mi fanno sentire ancora più distante, come se fossi lontana da tutto e tutti, come se a nessuno importasse cosa stessi facendo e in effetti era proprio così. Non ho un buon rapporto con la mia famiglia o meglio dire con mia madre, mio padre è morto quando avevo otto anni, ero soltanto una bambina quando me l'hanno strappato via. Quel giorno dei ladri sono entrati in casa, era sera hanno iniziato a rubate tutto ciò che sembrava di valore, ma alla fine non contenti si sono portati via anche mio padre, è bastato un colpo,un suono, uno sparo e il mio mondo è crollato insieme al corpo di mio padre, che cadde a terra causando un tonfo. Feci un sorriso amaro al ricordo di quella scena e una lacrima solitaria mi rigò il volto. Le stelle mi distrassero dai miei pensieri, iniziarono ad illuminarsi più intensamente, come se le avessero appena caricate di una luce divina, poi iniziarono a muoversi, era surreale non avevo mai visto nulla di simile. Le stelle si muovevano nel cielo quasi impazzite, ed alcune addirittura caddero, mi godei quello spettacolo cercando di imprimere ogni secondo nella mia mente per non tralasciare nemmeno un dettaglio di quella notte magica, le stelle danzavano sembrava quasi che festeggiassero.
Pov's narratore Clarke guardò le stelle fin che il vento freddo della notte glie lo permise, i suoi occhi azzurri brillavano sotto tale splendore, ma dall'altra parte della città in mezzo alla pineta un'altra ragazza guardava l'immensità del cielo con la stessa luce negli occhi, però essa sapeva esattamente perché le stelle stessero ballando. Loro la stavano festeggiando, perché allo scoccare della mezza notte la piccola ragazza che aveva appena sedici anni si sarebbe trasformata. In cosa vi chiederete, in una creatura della notte, un licantropo, ma non un licantropo qualunque in un alpha, in un potente e maestoso lupo nero, dagli occhi rossi. lei era destinata a comandare il suo branco e lo avrebbe portato alla gloria.
Pov's lexa Feci un respiro profondo e entrai nella grande sala tutti i presenti mi fissarono, camminai dritta per la mia strada sicura di me fiera di ciò che ero, ma ancora di più di ciò che sarei diventata. Arrivai in fondo alla sala dove ad aspettarmi c'era mio padre in piedi che mi porgeva la mano, la afferrai e mi accompagnò a sedere sul suo trono che da oggi sarebbe stato il mio, perché oggi mi avrebbero incoronato alpha del branco. Era da tutta la vita che mi preparavo per questo momento e devo ammettere che ne sono un po' spaventata. Mia sorella minore entra nella sala da dove io ero appena passata, indossa uno stupendo abito bianco e in mano ha un cuscinetto con sopra uno scrigno. Quando ci raggiunge pone il cuscino a mio padre che afferra solo il cofanetto, lo apre e prende la stellina che vi è all'interno, è come una corona per noi, questo è il simbolo del alpha. Me la pone sulla fronte esattamente tra le sopracciglia, poi un servo porta un calice a mio padre che alza in aria dando inizio ai Brindisi e alla festa. Io rimango seduta a fissare il grande orologio posto nella sala, manca poco alla mezzanotte, mi alzo e mi incammino verso la porta finestra tutti mi fissano. Come è rituale dopo l'incoronazione il futuro alpha deve trasformarsi per prendere il posto del suo processore. Quando le porte si aprono inizio a correre per la foresta. Giro, salto mi muovo agilmente tra le piante conosco ogni palmo di queste terre, amo questa foresta, ogni suo albero e filo di erba è parte di me e oggi sento questo legame come non l'avevo mai sentito. Arrivo alla cima di una collinetta, ammiro la luna piena che oggi è più splendente che mai. Sento le ossa deformarsi e spezzarsi un dolore atroce percorre ogni millimetro del mio corpo. Strizzo gli occhi cercando di alleviare la tortura e quando gli riapro è come se vedessi per la prima volta, i miei sensi sono intensificati, sento l'odore della terra sotto le mie zampe e le foglie che svolazzano sugli alberi. Inizio a correre, il vento mi accompagna sfidandomi in una gara impossibile da vincere. Vedo il palazzo dove sono cresciuta, le luci illuminano il buio della foresta, mi fermo ad ammirarlo. "Eii salve" mi giro cercando di capire se qualcuno mi avesse seguito, quando ricordo del collegamento tra me e il mio lupo. "Ciao piacere sono Lexa" "Io mi chiamo Heda e sono la tua lupa" "L'avevo capito ahahah" "ora sei un alpha a tutti gli effetti mia cara, non si torna più indietro" dice con aria di sfida. "È già" rispondo sospirando. "Hai paura Lexa" "No" sorrido, chiudo il collegamento e corro verso l'entrata del palazzo, rientro finalmente nella grande sala tutti i presenti si fermano a fissarmi, incuriositi e impauriti sono molto più grande di loro, credo di essere addirittura più imponente di mio padre. "già cara lexa, io non sono un alpha comune, discendo da una famiglia di puri alpha e la dea luna ha scelto te come mia padrona" era heda a parlare nella mia testa. Rimango ferma dove sono e ulolo alla luna quasi per ringraziarla, tutti al mio richiamo si inchinano una sensazione mi pervade, felicità direi, ho sempre amato avere il controllo, come ogni alpha d'altronde. Pov's Clarke Sono a letto da più di un ora a rigirarmi tra le coperte ormai è quasi mezzanotte e per mia madre e il suo compagno sto già dormendo da mezz'ora, (ha 12 anni) quindi non posso nemmeno scendere a guardare un po' di televisione, provo a chiudere gli occhi, ma l'immagine di mio padre steso a terra continua a tormentarmi. Una lacrima mi scorre sulla guancia, poi due, tre, ormai sto piangendo disperatamente. Spesso mi capitano degli attacchi di panico esattamente come questo, inizio a respirare affannosamente e a muovermi agitata tra le coperte quando chiudo gli occhi vedo due iridi verdi, occhi sconosciuti mai visti, ma inspiegabilmente mi tranquillizzano, mi sento protetta....mi sento a casa.
Autrice🤍 Ecco a voi una perla
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