Taehyung pov
Era passata una settimana, una lunga settimana ed io non avevo più appetito, non avevo più le forze di alzarmi dal letto e non stavo più andando a scuola.
Dal mio telefono avevo tolto la sim e avevo smesso di usarlo.
L'unica cosa che mi teneva in vita era quello stupido libro che leggevo e rileggevo; lo avevo consumato.
La sento entrare per l'ennesima volta, è mia madre, vorrebbe che io mangiassi qualcosa. Ma, come sempre, mangio davanti a lei e poi corro in bagno a vomitare tutto.
Un'altra settimana è finita, Jungkook è di nuovo a casa mia, sento la sua voce, per due settimane, si è presentato tutti i giorni alle cinque precise. Entrava, salutava mia madre, le chiedeva come stessi, chiedeva di vedermi, io chiudevo la porta e lui si sedeva, con la schiena appoggiata alla porta e si metteva a raccontare la sua giornata.
Mi mancava, mi mancava da morire, ma cosa era successo tra di noi? Cos'era quel bacio? Cosa eravamo noi? Cosa ero io? Ero gay? Mi piacevano gli uomini? O mi piaceva solo Jungkook? E, soprattutto, a me piaceva Jungkook o no? Perché avevo provato quelle cose baciandolo?
Avevo troppe domande in testa, troppe domande alle quali non ero in grado di rispondere. Eppure la risposta era proprio fuori dalla mia porta. Ma non l'avrei mai fatta entrare.
Per via delle mie troppe domande non avevo seguito il discorso di Gook, però ora stava parlando di quante fosse buffo il professore di scienze. Del fatto che oggi, per spiegare il sistema solare, avesse usato dei frutti e per far capire dove fossero posizionati, aveva fatto alzare dei nostri compagni.
Non so per quale motivo, ma mi venne in mente un ricordo, io e Jungkook l'estate scorsa. Eravamo in cucina che preparavamo una torta alle carote e mi ricordavo perfettamente la faccia di Kookie che, senza farsi troppi problemi, prendeva una delle carote che avevo pelato e se la metteva in bocca. Quel coniglietto con quella carotina, in assoluto la scena più dolce di sempre.
Mi ero di nuovo perso nei miei pensieri, Jungkook non stava più parlando e ridendo, stava singhiozzando. E stava dicendo qualcosa, ma dal letto non riuscivo a sentire, decisi quindi di alzarmi e avvicinarmi alla porta, anche se, viste le mie poche forze, era stato molto faticoso. Ero alla porta, non sapevo neanche il motivo, non pensavo lo avrei fatto, ma la avevo aperta ed ero ceduto addosso a lui. Stava ancora piangendo, quindi decisi di abbracciarlo.
Eravamo stati abbracciati per un tempo indefinito, ma sapevo di aver bisogno di quel contatto. Ci staccammo solo per darci la possibilità di vederci in viso. Quello che avevo davanti mi spezzo io cuore. Aveva gli occhi rossi, occhiaie molto marcate e il viso rigato dalle lacrime. Ed era colpa mia. Era tutta colpa mia.
Lui era sbiancato, in effetti il mio aspetto non doveva essere dei migliori eppure mi sembrava di essere rinato, solo dopo quel abbraccio. Se solo non avessi visto il suo volto.
Il mio corpo sapeva di cosa avesse bisogno, eppure la mia testa non voleva dargli ascolto.
Non potevo baciarlo di nuovo, c'era mia madre in casa e poi io non sapevo cosa provassi e poi non ero gay, non era possibile e poi, e poi, e poi... avevo troppe cose che mi giravano per la testa e non avevo le forze per gestirle "BASTA!" urlai, ma non lo avevo urlato solo nella mia testa, io avevo urlato per davvero.
La sua faccia parlava da sola, non avevo mai fatto una cosa del genere, probabilmente lo avevo traumatizzato. Non avrebbe più voluto avere niente a che fare con me. Sarebbe sicuramente scappato.
Invece, invece non era scappato, mi stava abbracciando. Mi aveva fatto sdraiare su di lui e aveva iniziato a farmi delle carezze sulla testa e sul braccio. Non mi sentivo così dal giorno del bacio.
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Sei sempre stato tu || vkook
Storie d'amore[IN CORSO] Ogni mattina mi sveglio, mi alzo, mi guardo allo specchio e non so mai se proverò ribrezzo o completa ammirazione. Questa è la mia vita, questo è quello che vive un malato. Si perché io sono malato. Sono bipolare. Ma non per modo di dire...