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Aurora's pov

«Ma ci credete che era l'ultimo esame?» Esclamò Valentina, dopo essere uscita dall'aula in cui avevamo appena finito di dare l'ultimo esame che segnava la fine di un percorso che avevamo iniziato insieme e che avremmo finito tutti insieme a ottobre, il giorno della laurea; ci incamminammo verso l'uscita ed era strano pensare che sarebbe stata una delle ultime volte in cui avrei camminato in quei corridoi.

«Io probabilmente non l'ho realizzato.» Intervenne Alessandro che, in realtà, aveva finito già da qualche giorno ma era venuto per sostenere me e Valentina. «È praticamente finita, è troppo strano pensare che fra qualche mese discuteremo la nostra tesi.» Affermai io, ritrovandomi a guardare l'imponente facciata dell'università e ripensando alla prima volta in cui ero entrata: ero così spaventata nel vedere tutti quei ragazzi più grandi di me che pensare di essere io quella più grande mi faceva sorridere.

«Ragazzuoli, io vi abbandono; ci vediamo stasera, ci meritiamo di festeggiare per bene.» Valentina lasciò un bacio sulla guancia sia a me che ad Alessandro e ci salutò, andando verso la sua macchina per tornare a casa. «Ma quindi è anche l'ultima volta in cui mi sfrutti per un passaggio.» Sorrise Alessandro che, molto gentilmente, si era offerto di darmi un passaggio anche quella mattina. «C'è sempre il giorno della laurea come ultima occasione.» Replicai sorridendo, consapevole che mi sarebbero mancati anche i nostri viaggi in macchina; si stava chiudendo un altro capitolo della mia vita e ancora faticavo a crederci.

«Pensavo di aver studiato economia, non di essere stato assunto come tassista da te.»

«Ancora non mi conosci?» Sorrisi, entrando in macchina e sedendomi al posto del passeggero. «Nono, ti conosco eccome; e infatti, se non fossi passato io, saresti venuta con i mezzi.» Rispose lui, mettendo in moto l'auto, prima di infilarsi nel traffico. Presi il telefono per controllare eventuali messaggi da parte di Stephan che, stranamente, non si era fatto sentire prima che io entrassi nell'aula; ma, fortunatamente, trovai un messaggio da parte sua e sorrisi automaticamente, l'effetto che mi faceva era sempre lo stesso.

«Che dice il nostro Faraone?» Domandò il ragazzo al mio fianco, probabilmente dopo essersi accorto che stavo sorridendo. «Dice che la devo smettere di disturbarti per i passaggi, ma ti ringrazia perché non sarebbe riuscito a venirmi a prendere; è uscito con il fratello per fare non so cosa e stanno tornando ora.» Risposi, bloccando il telefono; i dubbi che avevo in vacanza non erano scomparsi, ma avevo deciso di fidarmi di lui e quindi in queste settimane non riaprii il discorso, nonostante le voci si fossero fatte più insistenti. Avrei potuto sfruttare il fatto di essere in compagnia di un tifoso della Roma che, sicuramente, ne sapeva qualcosa in più di me, ma se avessi chiesto ad Alessandro notizie su questo eventuale trasferimento mi sarei sentita come se stessi tradendo la fiducia di Stephan; cercai di trattenere la mia infinita curiosità, ma non avevo considerato che Alessandro potesse approfittare del fatto che io fossi la fidanzata di Stephan per fare domande.

«Già che parliamo del Faraone, cosa hai deciso di fare? Vai con lui?» Domandò Alessandro, cogliendomi di sorpresa perché non sapevo di cosa stesse parlando – o meglio, non volevo credere che si stesse riferendo proprio a quello a cui stavo pensando.

«Vado dove?»

«Vai con lui nel senso che lo segui e poi torni per la laurea?» Continuò ad insistere, facendomi capire che molto probabilmente avevo sbagliato a fidarmi di Stephan.

«Ale, cosa stai dicendo? Anzi no, non dirmelo»

«Non dirmi che non lo sai, perché in quel caso faccio le valigie e scappo perché credo che Stephan potrebbe uccidermi.» Capii immediatamente che stava parlando del trasferimento in Cina e, con la voce che tremava, chiesi conferma: «ha accettato, vero? E ovviamente non me l'ha detto.»

E poi all'improvviso sei arrivato tu • Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora