• Aurora's pov •
Dovrei essere lì tra 15-20 minuti, traffico permettendo
Leggendo il messaggio di Stephan, sentii improvvisamente l'ansia salire; iniziai a girare per l'appartamento controllando che fosse tutto in ordine, che non ci fosse nulla fuori posto e, per una che non era mai stata una maniaca dell'ordine, significava che ero davvero in ansia. Iniziai a fare zapping sul televisore, ma dall'ansia che avevo non trovai nessun programma o film che attirasse la mia attenzione. Ero consapevole che sarebbe stata un'attesa infinita, mi capitava poche volte di essere così tanto in ansia e questa volta lo sapevo il motivo; non sapevo come si sarebbe concluso il confronto, ma ero sicura che non avrei voluto perdere Stephan. E, purtroppo, l'avevo realizzato troppo tardi e il ragazzo aveva più di un motivo per mandarmi a quel paese.
Mille pensieri negativi invasero la mia testa e solo il suono del campanello riuscì a farmi distrarre; mi alzai dal divano per andare ad aprire il portone e i minuti che precedettero l'entrata del ragazzo sembrarono non passare mai. Lo aspettai sull'uscio della porta e, non appena si aprirono le porte dell'ascensore, Stephan, notando la mia presenza, mi sorrise; e, al suo sorriso, mi aveva già persa.
«Ti conviene entrare, la mia vicina è un po' pettegola.» Lo invitai a entrare sorridendo, ricordandomi della conversazione avuta con la mia vicina dopo la prima volta che avevo portato a casa Alessandro; Stephan sorrise e mi superò, entrando nell'appartamento. La tensione era palpabile, ma entrambi sapevamo che se fosse passato più tempo, sarebbe stato ancora peggio.
«Vuoi qualcosa da bere o mangiare?» Domandai, cercando di non far trapelare la mia agitazione. «Mangiare non posso, ma dell'acqua sì; non so se sei uscita, ma oggi si muore.» Annuii, concordando con lui. «Sì concordo, motivo per cui non vedo l'ora di partire; comunque, vieni.»
«Auro, sei troppo tesa, lo percepisco da qui; se è per come si sono comportato da Lorenzo, ammetto di aver esagerato. Sono stato proprio stronzo.» Fu lui il primo a interrompere il silenzio; alzai lo sguardo verso il suo volto, notando che lui mi stava già guardando. Mi appoggiai con la schiena al tavolo della cucina, posizionandomi davanti a lui che, invece, era appoggiato alla credenza posta all'ingresso. «Sei stato un po' stronzo, è vero, ma me lo meritavo; come potevo pretendere che mi salutassi come se fossi un vecchio amico che non vedevi da anni?»
«Lo sai anche tu che non possiamo andare avanti a dire "è colpa mia", "è colpa tua".» Mi guardò, facendomi intendere che voleva delle risposte; annuii e, dopo aver respirato profondamente, iniziai a parlare: «che non sei stato solo un ragazzo con cui divertirmi d'estate, già lo sai; e sai anche che anche io vorrei conoscerti meglio. Non sei il ragazzo che sostituisce l'assenza del mio ex, non mi sono lasciata andare perché era da mesi che non ricevo certe attenzioni; se mi sono lasciata andare così tanto è perché sento che di te posso fidarmi. Ho paura di quello che mi provoca la tua vicinanza, ho paura perché nessuno è mai riuscito a farmi aprire in così poco tempo, ho paura perché potrei raccontarti anche adesso il periodo buio che ho attraversato qualche anno fa, mentre con Veronica ci ho messo mesi; e sai perché tutto questo mi fa paura? Perché non so spiegarmelo, non riesco a controllarmi quando ti trovo davanti.» Al ricordo di quello che ho vissuto qualche anno fa, una lacrima sfuggì al mio controllo; vidi il calciatore avvicinarsi timidamente, come se avesse paura di fare qualcosa di sbagliato, ma mi asciugai prontamente la lacrima. Non era il momento per aprirmi così tanto.
«Tutto bene?»
«Sì tranquillo, non è il momento di parlare di questo; comunque, in queste settimane ho capito anche che non posso controllare i miei sentimenti. Dovrei semplicemente imparare ad usare un po' meno la testa e più il cuore, anche perché, come hai potuto vedere, la testa mi ha portata a comportarmi come una cogliona.» Alzai lo sguardo verso di lui e non avrei potuto fare scelta peggiore; stava sorridendo e, proprio come la prima volta, mi colpì il suo sorriso.
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E poi all'improvviso sei arrivato tu • Stephan El Shaarawy
FanfictionLe cose più belle nascono all'improvviso È inutile dannarsi, programmarsi gli amori, le giornate, le cose da fare Le cose più belle ti colpiscono quando meno te lo aspetti