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Aurora's pov

«Vale, ti sei fermata a fissare un punto alle mie spalle, mi vuoi spiegare che hai?» Feci notare alla ragazza in mia compagnia che mi ignorò, continuando a fissare qualcuno o qualcosa di indefinito alle mie spalle. Ringraziai il ragazzo che ci preparò i drink, prima di rivolgere nuovamente l'attenzione a Valentina. «Sai una cosa? Non mi interessa; è tutta la sera che tu e Giorgia siete strane, non voglio sapere nulla.»

«Mi vuoi spiegare perché c'è un gran figo che ti guarda da quando sei entrata?» Mi domandò Giorgia e, seguendo il suo sguardo, mi accorsi che, effettivamente, due ragazzi poco lontani da noi avevano lo sguardo puntato verso noi tre; quando si accorsero dei nostri sguardi, distolsero lo sguardo da noi e si allontanarono, andando verso la sala bar.

«Sei consapevole che ti hanno fatto entrambi la radiografia? E anzi, quello alto non è neanche male.»

«Vale, piantala; non sono venuta a Ibiza per cercare un ragazzo e non sono il tipo di ragazza che vuole divertirsi solo per una notte. E, comunque, non sono ancora pronta per uscire con qualcuno, esco da una relazione di tre anni con un ragazzo che è seduto davanti a me, tra l'altro. Sto bene così, adesso pensiamo solo a divertirci prima della sessione estiva.» Mi alzai dal divanetto e allargai le braccia, stendendole davanti a Giorgia e Valentina, chiedendo loro di seguirmi in pista; afferrarono entrambe le mie mani e ci dirigemmo in mezzo alla pista, in modo da poterci godere pienamente la serata.

Non eravamo quel tipo di ragazze che andavano in discoteca tutti i fine settimana, ma ci era sempre piaciuto andare a ballare; e niente ci poteva fermare una volta che iniziavamo a ballare, neanche il dolore alle gambe. Iniziammo a ballare e il tempo iniziò a scorrere; non pensammo più a niente, il nostro unico scopo era quello di divertirsi. Nel bel mezzo di una canzone, vidi le mie amiche iniziare ad allontanarsi lentamente da me, con un sorriso strano in volto; in un primo momento non capii il motivo e, nel momento in cui aprii la bocca per chiedere una spiegazione, sentii due mani appoggiarsi sui miei fianchi e trascinarmi all'indietro, per far aderire la mia schiena al petto del ragazzo sconosciuto. Non riuscii a spiegarmi il motivo, ma il mio corpo non tentò di sfuggire dalla presa del ragazzo alle mie spalle; e non capivo neanche il motivo per cui sentire quelle mani appoggiate sui miei fianchi mi sembrasse una sensazione famigliare.

Complice sicuramente l'aver bevuto qualche drink nel corso della serata, decisi di non allontanarmi ma, al contrario, di assecondare i movimenti del ragazzo alle mie spalle; iniziai a muovermi con lui a ritmo di musica, scollegando completamente il cervello e continuando a pensare solo a divertirmi. «Che ne dici di girarti e guardarmi in faccia?» Sussurrò il ragazzo, provocandomi brividi lungo tutto il corpo; in quel momento non pensai al fatto che il ragazzo mi avesse parlato in italiano, non pensai al fatto che la sua voce e il suo accento mi sembrassero estremamente famigliari e non pensai neanche che provai le stesse sensazioni provate poco meno di un mese prima. Non pensai a nulla, se non a girarmi per vedere in faccia il ragazzo con cui stavo ballando ormai da un paio di minuti.

E nel momento in cui mi girai, capii perché il suo tocco era famigliare, perché avevo riconosciuto la sua voce e perché avevo provato le stesse sensazioni provate al matrimonio della mia migliore amica. Stephan El Shaarawy era davanti a me e continuava a muoversi a ritmo di musica, come se già sapesse chi fossi. Il mio cervello mi suggerì di allontanarmi da lui e di tornare dalle mie amiche, di lasciarlo lì in mezzo alla pista come avevo già fatto la prima volta, di andarmene senza dargli spiegazioni; ma le mie intenzioni furono rovinate dal calciatore davanti a me. «So a cosa stai pensando e sei già scappata una volta, non te lo permetterò una seconda volta.» Mi disse, aumentando la stretta intorno alla mia vita e spingendomi contro il suo petto muscoloso.

Lo sorpresi, nel momento in cui allacciai le braccia dietro al suo collo e ripresi a ballare con lui. «Ringrazia l'alcool se non sono ancora tornata dai miei amici.» Oggi come la prima volta in cui ballammo insieme, parlai liberamente, senza aver bisogno di inventarmi stupide scuse; e lui, in risposta, mi regalò ancora una volta uno di quei sorridi mozzafiato e, purtroppo per me, l'alcool non aiutava. Era pur sempre un bel ragazzo e, anche se non lo conoscevo bene, non riuscivo a fare l'indifferente davanti al suo corpo.

E poi all'improvviso sei arrivato tu • Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora