Vivere Con I One Direction

Best Friend

Y/n's pov

"Chi cerchi?" mi chiede Zayn curioso.
"Brad" rispondo ovvia facendo vagare il mio sguardo per tutta la stanza.

Un uomo visibilmente stanco ci si avvicina per scortarci nella sala dove si terranno le sfilate. "Seguitemi, prego" strascica le parole incamminandosi svogliatamente. Ci lanciamo un rapido sguardo e cominciamo a seguire l'omaccione sbruffante. Dopo pochi passi ci troviamo all'interno dell'immensa stanza, chissà in quanti saremo là dentro.
È enorme santo cielo..si presenta ancora più grande del gigantesco atrio dove avevamo conversato fino a qualche minuto prima.

Io e Niall ci accomodiamo nonostante i posti degli altri siano tutti leggermente distanti. Non capisco per quale strano motivo non ci abbiano messi tutti vicini ma obbedisco senza obiettare sedendomi il più delicatamente possibile sulla seggiola argentea.
Informo il mio amico della questione "Jamie" e ,mentre chiacchieriamo scimmiottando il buffo nome del bodyguard, continuo a fissare attentamente l' uscio attendendo l'entrata di Simon e Cindy. Volevo provare a comportarmi da ruffiana nei confronti di Cindy in modo da farmi perdonare, diventa al quanto vendicativa se messa in imbarazzo di fronte ai colleghi. Quando incontro lo sguardo di una donna definitivamente più alta e molto più giovane della mia manager, la mia mano tremante si avvicina quasi inconsapevolmente alla camicia del biondo davanti a me, comincio a strattonare quel povero cristiano ripetendo "Niall" insistentemente.

"Cosa c'è?" chiede scocciato togliendo gentilmente la mia mano dal suo colletto candido. Si aggiusta la camicia e inizia a guardarmi confuso e in cerca di spiegazione.
"Emma Watson!" esclamo a bassa voce portando la mano destra tremante alla bocca. Egli si volta seguendo il mio sguardo; in seguito si gira nuovamente verso di me mostrandomi un'espressione sconvolta e due occhi spalancati quasi fuori dalle orbite.
"Sta venendo verso di noi Niall" affermo ad una frequenza udibile esclusivamente dai pipistrelli.
Mi sistemo meglio sulla sedia e ordino al biondo di fare finta di parlare con me. "Ma noi stiamo parlando" enuncia con un sorrisetto e un volto più calmo e spensierato di prima, il rossore provocato dall'emozione di trovarsi nello stesso posto di un'attrice come Emma Watson è sparito dalle sue guance comunque rosee. "Se mi chiedesse di sposarla rinuncerei alla mia eterosessualità e vi abbandonerei tutti" bisbiglio provocando una risatina del biondo.

I miei occhi persistono a scrutare ogni minimo dettaglio della donna, ho intenzione di imprimere perfettamente questo stupendo ricordo nella mia confusa e disordinatissima mente. L'attrice continua il suo cammina che, data la sue estrema eleganza e il suo incedere raffinato, sembra quasi più una passerella, una sfilata. Nel momento in cui si ferma di fronte a noi, il mio cuore si ferma con lei. "O mio dio sei Y/n Y/s?" mi domanda incredula la donna. So di essere inevitabilmente arrossita, mi conosco da diciassette anni dopo tutto. Annuisco con un groppo alla gola e odo il mio cuore ricominciare a battere, fin troppo rapidamente aggiungerei, quando ella si accomoda al mio fianco e mi porge un sincero e bellissimo sorriso.
"Io? Sai che esisto?" chiedo cercando conforto nella mano del biondo, Niall addolcito e fortemente divertito dalla mia reazione mi stringe la mano e percepisco piccole carezza sul dorso.
"Scherzi? Tengo sempre d'occhio i nuovi talenti e tu ,mia cara, sei sicuramente una delle attrici nascenti migliori di quest'anno" mi punta al petto con un dito e mi sorride francamente. Era da più di undici anni che aspettavo di incontrarla e ore si stava complimentando...Emma Watson stava elogiando me? Il mio povero cuore non ce la fa più ma sappiate che siete tutti invitati al mio funerale. In punto di morte chiederò a Niall di organizzare un concerto e un gigantesco buffet colmo di pizze di tutti i tipi e qualunque cibo preferiate così vi divertirete; sarà il funerale più bello della storia.

Smetto di fantasticare sulla mia ipotetica cerimonia funeraria ricordandomi di essere di fronte ad una delle donne che mi hanno introdotto alla recitazione, alla donna che mi è di ispirazione ogni giorno da quando ho sei anni.