𝕊𝕠𝕣𝕡𝕣𝕖𝕤𝕒 // 𝟚

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Y/n's pov

Lo vedo.

"Will" sussurro pensando che la sagoma davanti a me possa essere frutto di un sogno ad occhi aperti o un futile miraggio; magari il sorriso di Harry mi ha dato alla testa e ora mi immagino le cose, non mi sorprenderebbe.
Una volta pronunciato il suo nome a voce più alta tutto sembra reale, tutto il mondo che ci circonda mi appare più bello e colorato del solito; persino quello scortese cameriere dai baffi a manubrio, il ciuffo moro laccato e lo sguardo perennemente accusatorio pare un dolce signore gentile.

"Will" urlo ripetendo il suo nome sbracciandomi, il mio migliore amico è proprio lì, di fronte a me.

Lo vedo alzare le sopracciglia nella sua tipica espressione entusiasta e correre nella mia direzione, lo imito precipitandomi verso il ragazzo dai jeans strappati color carbone e la camicia di flanella a quadri rossi e neri legata alla vita.
La distanza tra i nostri corpi, seppur minima, sembra enorme fino al momento in cui ci troviamo a mezzo metro di distanza.
Mi scaravento con tutto la forza che ho in corpo tra le sue braccia e vengo immediatamente sollevata.
I miei piedi non toccano terra e percepisco due forti bicipiti stringermi in uno splendido e confortevole abbraccio.
Senza dire nulla, mi sento volteggiare in aria leggera come una rondine nel periodo primaverile: Will mi stava facendo girare come suo solito.
La sola cosa che sono capace di fare è sorridere come un'idiota, sia per la terribile paura che mi possa far cadere la quale mi attanaglia fortemente, sia perché i suoi occhietti vivaci mi sono mancati come l'aria.

Il terribile rumore che fanno i suoi stivali in pelle quanto toccano il pavimento, i suoi capelli mori che svolazzano al vento, la sua espressione allegra che possiede solo in presenza di un omicidio o persone speciali di cui si fida: Will mi era mancato davvero più di quanto credessi.
Quando mi mette giù sento la testa girare e non riesco a comprendere come mai lui stia così bene.
Una domanda mi sorge spontanea: perché nei film le ragazze fatte girare non cadono o svengono per il mal di testa? A parer mio farebbero molti più incassi se succedesse...

Appena percepisco di essere in grado di rimanere in piedi e di non perdere conoscenza sugli stivali del mio migliore amico, mi avvinghio a lui e lo strapazzo proprio come farebbe una nonna.
So quanto ami far finta di odiare queste particolari attenzioni, soprattutto quando siamo in pubblico, ed è per questo che lo faccio.

"Non posso credere che tu sia davvero qui" sussurro sulla sua spalla. "Merito di Cindy" afferma accarezzandomi la schiena con le sue mani enormi, mi sento a casa tra le sue braccia.

"Ricordami che devo ringraziarla e scusarmi per essere stata leggermente invadente in questi giorni, ok?"

"Quella donna merita di diventare santa se riesce a sopportarti" ridacchia staccandosi dall'abbraccio e guadagnandosi un pugno sulla spalla destra.

Lega le sue braccia attorno ai miei fianchi come una corda annodata ad un ramo. Tutte le sue azioni le svolge senza distogliere  per un secondo i suoi occhi limpidi e profondi dai miei certamente lucidi.

"Smettila di sorridere e guardarmi così, sei inquietante" enuncio ridendo.

Inutile che ve lo dica, tutto ciò non fa altro che aumentare il suo stupido sorriso.

Tutto era talmente magico da farmi quasi dimenticare la presenza di tutta quella gente nell'albergo. Numerosi passi, un colpo di tosse e il mio nome ripetuto più volte: i ragazzi erano alle nostre spalle.
Arrossisco violentemente senza capirne il vero motivo con il volto ancora attaccato al petto di Will.

Mi allontano delicatamente da lui alternando lo sguardo imbarazzato tra i sei ragazzi.

Il mio amico mi lancia un'occhiata che, dopo anni di amicizia, sono in grado di decifrare. Riusciamo a comunicare con un solo sguardo e questa è una cosa che sappiamo da fare da quando eravamo dei pargoletti urlanti che rovinavano le curatissime ginestre della signora Blake.

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