Clarke POV
Che stronza! Esatto questo è tutto quello che è. Mentre io sono la cretina... certo perché ci sono cascata per l'ennesima volta, come una salama. Dio! In questo momento prenderei a pugni qualunque cosa. Stringo i pugni e mi alzo, incomincio a fare avanti e indietro per il bagno.
"P-piccola...t-ti prego" lei è ancora qui, nonostante gli abbia urlato di andarsene almeno cinque volte. "Te l'avrei detto, sono...sono venuta qui per dirti tutto, non è come sembra...fammi spiegare per favore." A quelle parole non resisto più, tiro un pugno allo specchio, che si frantuma, il problema è che mi sono dimenticata di non essere fatta d'acciaio...sei una cretina parte due. Inizia a uscire sangue dalla nocche, ma io non sento dolore, almeno non dolore fisico.
"Piccola? Clarke? Cosa è successo? Clarke?! Per la miseria apri! Stai bene?" Inizi a bussare con più intensità. "Clarke?! Ti prego! Stai bene? Ti sei fatta male?" Inizi a colpire la porta, mi sembra quasi che cederà. "Clarke se non apri la butto giù!" Scoppio a ridere, certo come no... dopo poche spallate la porta cade a terra. Per la peppa e la peppina! Da quando è così forte? Io rimango immobile, decisamente sconvolta, mentre tu ti precipiti su di me quando vedi il sangue.
"Oddio..." ti guardi intorno, non sai cosa fare. Poi mi afferri il viso con entrambe le mani, costringendomi a guardarti negli occhi. "Stai bene?" Non rispondo, non voglio farlo e non ci riesco nemmeno. Ma cosa mi è preso? "Piccola rispondimi...di qualcosa, qualsiasi cosa...per favore" hai gli occhi umidi e anche i miei stanno iniziando ad inumidirsi... "per favore" distolgo lo sguardo dai tuoi occhi e mi libero della tua presa, voglio tornare a letto, solo tornare a letto...mi sento così strana, faccio un passo ma le mie gambe cedono, non riesco più a controllarle. Tu mi afferri al volo, prendendomi in braccio a mo di sposa. Voglio scendere, non voglio essere toccata da te, ma rimango ferma a guardare il nulla, non riesco più a controllare il mio corpo. Mi stai dicendo qualcosa ma non ti capisco proprio. Ora ci stiamo muovendo? Mi sa di sì... di colpo ho sonno, già ma da quanto tempo non chiudo occhio? Da troppo tempo...meglio dormirci su!Mi risveglio in una stanza completamente bianca, chi diavolo ha acceso tutte queste luci? Lentamente mi sollevo, non c'è nessuno intorno a me, non c'è nulla, neanche mobili, solo il mio letto bianco. Tutto questo bianco è accecante. Mi alzo poggio i piedi sul pavimento, ma li tirò via subito dopo per il freddo.
"Mamma?!" Sussurro. "Mamma?!" Niente "Mamma!?!" Questa volta urlo ma non ottengo comunque risposta. Forse se provo con un'altra persona... "L-lexa?" Niente neanche lei. Riprovo ad alzarmi e questa volta ci riesco, ma la cosa strana è che a parte il freddo non sento più dolori, alla gamba alle braccia, niente di niente...ma come è possibile? Mi dirigo verso l'unica porta che c'è. Apro. Dove sono finiti tutti? Il corridoio anch'esso bianco è vuoto. Cammino un po' ci sono diverse stanze, ma sembrano vuote, sono tutte bianche tranne una... l'ultima è verde... verde come...i tuoi occhi. Non voglio andarci. No. No. Perché continui a guardarla allora? Non la sto guardando! Ritorno a sbirciare nelle altre stanze, ma quella porta mi attira come una calamita, devo vedere cosa nasconde. Vado e la apro senza esitazioni. Mi ritrovo catapultata in una foresta. Ma che...? Respiro a pieni polmoni quest'aria fresca, devo ammettere che è molto piacevole. Cammino per un po' ma non trovo nessuno.
"C'è qualcuno?" Urlo con tutto il fiato che posso e la risposta che mi ritorna è solamente il mio eco. "Si può sapere dove cavolo sono finita?" Non ci sto capendo più una mazza ve lo giuro.
"Dove vorresti essere?" Sento un'altra voce. Una voce troppo familiare. "Ma tu guardati...come sei cresciuta!" Non...non...è possibile. Mi giro lentamente, per paura che tutto questo possa svanire. Ma non succede e lo vedo.
"Papà?" Come...non...io... lui si avvicina. Io sono giustamente sotto shock. Mi sfiora la guancia. Io lo sento, percepisco il suo tocco allora è reale! In un batter d'occhio mi ritrovo ancorata a lui come una cozza.
"Papà? Sei...sei qui?" Non dirmi che me lo sto immaginando ti prego...
"Sai qual è la risposta piccola mia." Già...
"Allora com'è possibile? Che...che insomma"
"Beh siamo nella tua testa, sei tu che comandi qui!" Nella mia testa? Quindi sono svenuta? Sono in coma? Sono morta? Oh merda! Sono morta!
"Non sei morta fagiolina!"
"Cosa?"
"Non sei morta tranquilla."
"Perché sono qui?"
"Non so... dimmelo tu!" E cosa dovrei dirti? Lo stringo più forte. Come mi è mancato il calore del suo corpo.
"Mi manchi tantissimo..."
"Anche tu fagiolina"
"Ti voglio bene"
"Anche io... te ne vorrò per sempre" restiamo fermi in quella posizione per un po', ma poi papà si stacca.
"No...non andare via!"
"Non me vado...voglio solo mostrarti un posto." Annuisco e afferro la sua mano. Camminiamo fino ad arrivare ad una sporgenza, la saliamo con non poca fatica, almeno io...papà non ha neanche il fiatone. A una volta arrivata lì sopra lo spettacolo che si gode ripaga sicuramente qualsiasi fatica.
"Oh wao..."
"Bello vero!"
"È...è...è meraviglioso" il verde e il blu si incontrano creando una spettacolo della natura... alberi, montagne, acqua, cielo...tutto messo nel posto giusto, sembra quasi un quadro. Osservo ammagliata tutto quanto...fino a che cerco la mano di mio padre, ma non la trovo, mi volto di scatto per cercarlo e mi fuoriesce un sospiro di sollievo quando lo vedo seduto sulla panchina proprio dietro di me. Non mi ero resa conto che ci fosse una panchina. Mi accomodo di fianco a lui, accoccolandomi sulla sua spalla.
"Allora me lo dici perché sei qui?"
"Beh...io...non credo di saperlo..."
"O forse lo sai ma non lo vuoi ammettere?"
"Non so di cosa parli..." rimaniamo un po' zitti ad ascoltare ognuno il respiro dell'altro, respiro che non avrei mai immaginato di poter riascoltare.
"Sai quando tua madre e io ci siamo conosciuti eravamo davvero giovani...andavamo addirittura al liceo, lei era nella mia classe di storia. Odiavo storia ma non vedevo mai l'ora di andare in quella classe, solo per poterla vedere. Era così bella e intelligente...volevo tanto parlarle ma non trovavo il coraggio. Poi un giorno ero giù non mi ricordo neanche il motivo, comunque stavo caminando nei corridoi a testa bassa e andai a sbattere contro qualcuno...indovina un po' chi era?"
"La mamma?"
"Già, quando la vidi diventai tutto rosso, un peperone, continuavo a dire che figura, che figura... invece lei dopo avermi aiutato con la roba cascata a terra, si avvicinò e mi disse 'è stato uno bello scontro' mi fece l'occhiolino e se ne andò. Io rimasi a bocca aperta come un pesce lesso." Mi scappa una risatina, non mi avevano mai raccontato del loro primo incontro. E non avrei mai pensato che la mamma fosse tanto spacciata.
"E poi?"
"Beh...poi cercavo sempre ogni occasione per parlarle, ma finivo sempre per balbettare e sparare stupidagini. Ero proprio una frana. Comunque dopo un mese decisi di chiederle di uscire, ma non a cena, per un picnic dopo la scuola."
"E lei ha accettato?"
"Oh si... è stato un pomeriggio fantastico fino a che non è iniziato a diluviare."
"Oh mamma..."
"Già...ero furioso, quella dannata pioggia stava rovinando tutto e tra l'altro non avevo neanche la macchina all'epoca. Ma lei mi ha sorpreso..."
"Cosa ha fatto?" Chiedo sempre più interessata.
"Si è messa a ballare sotto la pioggia...mio Dio era una visione, in quel momento ho capito che mi ero innamorato, e a quel punto non si torna più indietro. È stata proprio quella sera che sotto la pioggia ci siamo dati il primo bacio."
"Oh è così romantico... riesco quasi a immaginarvi." Mi sembrava di vedere la scena davanti agli occhi. Loro due uno di fronte all'altro, bagnati fradici che ridono, poi improvvisamente le risate si fermano e avviene la magia. Che carini!
"Ma tu e la mamma non avete avuto mai problemi."
"Oh no ti sbagli fagiolina... vedi una volta finita la scuola, abbiamo dovuto separarci per andare ognuno al proprio college. Cercavamo di restare in contatto, ma prima non c'erano neanche tutte le cose che avete oggi, per questo ci siamo allontanati...un giorno poi un mio amico mi disse che l'aveva vista insieme ad un ragazzo, mi si spezzò il cuore, non la chiamai più e non rispondevo neanche quando era lei a farlo...mi mancava tanto ma la rabbia che provavo mi impediva di chiederle almeno spiegazioni. Non ci sentimmo ne vedendo per 6 anni interi."
"Oh questo non me lo aspettavo."
"Dopo la laurea io e un mio amico avevamo deciso di farci una vacanza alle Hawaii, un giorno me la ritrovai affianco all'ombrellone. Era pazzesco... era lì nella mia stessa città, nella stessa spiaggia e nello stesso residence."
"Incredibile...quindi poi avete fatto pace?"
"Esatto...ci siamo concessi una seconda possibilità, io ho ascoltato le sue spiegazioni e lei ha perdonato il mio eccessivo orgoglio. Da quel giorno non ci siamo più lasciati... ma questo non significa che i problemi sono spariti... fagiolino nessuno è perfetto, tutti in un modo o nell'altro possiamo sbagliare e ferire le persone a noi care, ma sei davvero disposta a rinunciare alla tua felicità, per delle incomprensioni?"
"Come sai che lei è la mia felicità?" Aspetta un attimo ma non stavamo parlando di mamma e papà...giusto stavate.
"Non lo so io lo sai tu...lo sai qui dentro" indica il cuore con due dita. Ha ragione, come sempre...
"È vero io mi sono innamorata di lei tanto tempo fa e lo sono ancora..."
"Bene... allora sai già cosa devi fare." Annuisco e lo abbraccio.
"Grazie papà"
"Ci sarò sempre per te fagiolina. Ora tuffati! Va da lei!"
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Io e te, per sempre...
FanfictionA tutti capita di fare errori. Possono essere piccolo sbagli o grandi sbagli...che si possono rimpiangere per tutta la vita. Lexa si rende conto di aver fatto un errore, ha rinunciato alla persona che amava...ma vuole assolutamente rimediare, vuole...