Capitolo 13

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Alejandro's P.O.V.

"Mariana, è arrivato il momento di dirglielo" mi avvicino a lei, cercando di farla ragionare. So che questa storia le sta particolarmente a cuore, ma Martina ormai è grande e ha il diritto di sapere.

"Sei sicuro?" domanda titubante, se non la conoscessi bene potrei dire che sembra un'altra persona. Lei e Martina sono uguali, sia esteticamente sia caratterialmente. Entrambe costruiscono una corazza all'esterno, ma in realtà sono le prime ad aver bisogno di rassicurazioni.

"Amore, Martina ha un talento impressionante, dovresti ascoltarla" le circondo le spalle con un braccio, stringendola a me. "E poi è cresciuta tanto la nostra bambina è... è una donna ormai" le dico e ancora stento a crederci.

"Ale... non ce la faccio! Come posso passare sopra a... a tutto?!" scoppia a piangere tra le mie braccia, lasciandosi andare completamente al dolore e alla tristezza repressa negli anni.

"Non dobbiamo passarci sopra, ma il passato è il passato" le accarezzo la schiena, cercando di farla calmare.

"Non è il passato, è mia sorella!" esclama stizzita, allontanandosi dalla mia presa. Oh no, mi ha frainteso.

"Amore... non volevo dire questo" la fermo per le spalle. "Solo che... Mariana, io voglio essere sincero con te" prendo in pugno la situazione. L'ho sempre sostenuta, ma adesso è arrivato il momento di cambiare canzone. "Ti ho sempre assecondata su questa storia, perché so come ti sei sentita e come ti senti, ma adesso mettiamoci nei panni di Martina, nostra figlia" catturo la sua attenzione, facendole alzare lo sguardo su di me. "Parliamo di nostra figlia, che da piccola ballava e cantava per tutto il salotto, la stessa bambina che ad ogni festa di famiglia preparava uno spettacolo, quella bambina che ha sempre preso lezioni di canto e danza... QUELLA BAMBINA è cresciuta. E' Martina e la musica è da sempre parte di lei, non possiamo negarlo" dico tutto ad un fiato. I suoi occhi ancora lucidi riprendono a lacrimare, mentre singhiozzante mi abbraccia.

"Oh Alejandro, sono così stupida" sussurra contro il mio petto. "Ho ignorato completamente Martina e il suo volere, sono una madre orribile" continua disperata.

"Mariana, non dire così perché non è vero" l'allontano appena, quel poco che serve a guardarla negli occhi. "Il genitore è il mestiere più difficile, abbiamo sbagliato, insieme, e dai nostri errori possiamo imparare... e poi errare humanum est" dico infine, facendola sorridere.

"Uhm e questa citazione degna di classicista?" chiede ridacchiando e per un attimo mi sembra di tornare indietro nel tempo, a quando eravamo due sciocchi innamorati.

"Hai fatto il classico anche tu" ribatto.

"Vero, ma non ero secchiona come te" mi fa la linguaccia, mentre io incrocio le braccia fingendomi offeso.

"Ha parlato miss premio dell'eccellenza 1991" dico con una smorfia offesa, facendo aumentare le sue risate. E vi giuro, mi sembra che il tempo sia tornato indietro a quel tempo. "Tornando al discorso serio... che dici?" riporto il focus su Martina.

"Dico che hai ragione, dobbiamo parlarle" sospira, tornando ad essere seria. "Scusa se non ti ho dato ascolto prima" mi abbraccia di nuovo.

"Non devi darle a me le scuse, ma a Martina. NOI dobbiamo chiederle scusa" concludo, calcando bene il noi.

Martina's P.O.V.

"Tini è pronta la cena" viene a chiamarmi Fran per la cena. Dopo aver finito in ufficio con i miei sono tornata a casa con loro. In macchina c'è stato un silenzio piuttosto imbarazzante, che ho deciso di ignorare ascoltando della musica per tutto il tragitto fino a casa.

Princesa// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora