Capitolo 11

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Jorge's P.O.V.

Guardo Martina che dorme appoggiata al mio petto, finalmente tranquilla e serena. Quando è corsa tra le mie braccia in lacrime, ho sentito una stretta al cuore a quella vista, era così fragile e indifesa. L'ho fatta sfogare, ascoltando attentamente quello che aveva da dirmi. Mi dispiace tantissimo per lei, ha una voce a dir poco incredibile e merita una carriera nella musica. Sono sicuro che c'è qualcosa sotto, un motivo che spinge i genitori di Tini a comportarsi così, perché altrimenti non ci sarebbe una spiegazione. Perché remano contro la propria figlia? L'hanno mai ascoltata cantare? Sanno delle potenzialità che ha questo scricciolo qua? E poi i suoi modi di fare, ostenta sicurezza ma in realtà è solo apparenza. All'esterno può sembrare dura e difficile da smuovere, ma la verità è che è fragile e ha bisogno di qualcuno che la protegga e la sostenga sempre e comunque.

"Cosa è successo?" chiede entrando in salotto, Candelaria. Alterna lo sguardo tra me e la ragazza che ho tra le braccia, sollevando il sopracciglio destro.

"Mi aiuti a sistemarla in camera?" domando in tutta risposta, ignorando la domanda di mia sorella. La verità è che non saprei cosa risponderle. Martina non ha parlato con nessuno di questa cosa e non voglio essere io a farlo, perché non rispetterei lei e le sue scelte. "Dai, Cande, non mi va di svegliarla e di lasciarla tornare a casa da sola" continuo. La rossa, dal suo canto, continua a guardarmi con un sopracciglio alzato, rimanendo in silenzio. Non so a cosa stia pensando, ma al momento non importa. Sbuffando mi appresto a sollevarla, cercando di essere il più delicato possibile per non svegliarla e, cautamente, la porto nella mia stanza. La sistemo sul mio letto e, dopo averle messo la coperta sulle spalle, mi soffermo a guardarla.

"Tieni" apre la porta di scatto, mia sorella, lanciandomi addosso un suo pigiama. "Mettiglielo, è scomodo dormire in jeans" richiude la porta subito dopo, uscendo dalla stanza con un sorrisetto malizioso. Scuoto la testa, anche se lei non può vedermi. Poggio il pigiama sulla poltrona vicino al letto. Se dovesse svegliarsi, potrà indossarlo. "Ora mi spieghi cosa è successo a Tini? Che hai fatto?" nemmeno il tempo di richiudere la porta della mia stanza e di raggiungere il salotto, che Candelaria mi punta il dito contro, mettendomi con le spalle al muro, letteralmente.

"Ehi, calma" la prendo per le spalle, allontanandola dal mio viso, sembra quasi che voglia attaccarmi. "Ha avuto una discussione con i suoi e io l'ho aiutata, tutto qui" scrollo le spalle, prendendo a scendere le scale per sviare il discorso.

"E quand'è che siete diventati migliori amici?" mi insegue giù per le scale, fino alla cucina, dove ci sono mamma e papà che chiacchierano tranquillamente tra loro.

"Mah... abbiamo parlato un po'" dico restando sul vago, aprendo il frigo per prendere dell'acqua da bere. "Cosa c'è per cena?" chiedo poi a nostra madre, in modo da chiudere la conversazione, ma con mia sorella questa cosa non funziona.

"E di che avete parlato?" continua imperterrita con le domande, ora la mando a fanculo. Odio quando diventa così assillante, maledetta la sua curiosità.

"Ma niente di che, abbiamo parlato del più e del meno" scrollo le spalle.

"Dai Jorge, dimmelo" insiste mettendosi davanti a me, che volevo semplicemente prendere un bicchiere per bere la mia acqua.

"Cande, smettila su" la scosto per poi riprendere a fare quello che stavo facendo.

"Sei odioso" rotea gli occhi per poi andarsene, non dopo avermi lanciato un'occhiata che non promette nulla di tranquillo.

Martina's P.O.V.

Mi sveglio perché sento un cellulare vibrare insistentemente, sono già quindici minuti che squilla. Mi allungo per prenderlo, ma mi rendo conto che non mi appartiene.

"Ah ti sei svegliata" entra nella stanza Jorge, accendendo la luce e facendomi strizzare gli occhi.

"Ma sei impazzito?" borbotto sprofondando nel cuscino e coprendomi il viso con la coperta. Ha il suo profumo.

"Dai principessa, è pronta la cena" sale a gattoni sul letto, togliendomi la coperta dalla faccia. "Vieni a mangiare?" domanda poi, stendendosi al mio fianco.

"Non ho fame" rispondo semplicemente ed è la verità. Anche se non mangio da questa mattina a colazione, non ho fame. Lo stomaco mi si è chiuso e, ora come ora, l'unica cosa che voglio è dormire.

"Risposta errata signorina, andiamo" senza aggiungere altro mi prende di peso dal letto, per poi mettermi in piedi davanti alla porta. "Hai tempo due minuti per sciacquarti la faccia, altrimenti ti porto di sotto così, che sei bellissima ugualmente" dice e per poco non crollo a terra.

"Arrivo subito" alzo gli occhi al cielo, dandogliela vinta e lasciandomi accompagnare fino alla porta del bagno. Guardo il mio riflesso allo specchio e per poco non urlo per l'orrore che mi ritrovo davanti. Ho i capelli tutti scompigliati, il trucco colato e gli occhi rossi di pianto. Sono indecente.

"Avevi detto due minuti" sobbalzo appena apro la porta del bagno per uscire, Jorge è lì fuori in corridoio.

"Hai aspettato?" chiedo affiancandolo per scendere le scale con lui.

"Mh si, i cavalieri aspettano le principesse, no?" ci scherza su, ma non sa che in realtà mi manca l'aria ogni volta che mi chiama così. Principessa. Alla fine, suona bene.

"Ma a te la parte del cavaliere non ti si addice" ridacchio prendendolo in giro.

"Vuoi scommettere?" si ferma di scatto in mezzo alle scale e io faccio lo stesso. "Scommetti che riesco a farti cambiare idea?" continua il discorso, lasciandomi di stucco. Non mi aspettavo prendesse la mia battuta come una provocazione, ma... ok.

"Oh... Ok" acconsento. Voglio vedere cosa si inventa per dimostrarmi che sa essere un bravo cavaliere. Raggiungiamo poi il resto della famiglia Blanco a tavola e iniziamo a cenare.

"Io e Martina andiamo di là" mi prende per il polso, Jorge, trascinandomi sul divano. Durante la cena ho avuto l'occasione di conoscere Cecilia e Alvaro Blanco, due persone molto alla mano e simpatici. Nonostante mi abbiano appena conosciuta sono stati in grado di farmi sentire a mio agio, più di quanto facciano i miei genitori. Ma lasciamo stare. "Ti va di vedere un film?" propone il ragazzo dagli occhi verdi.

"Si dai" gli sorrido, mettendomi comoda al suo fianco. "Che vediamo?" chiedo poi, mentre lui si allunga per prendere il telecomando della tv sul tavolino.

"Scegli tu, vai" mi passa il telecomando, dopo aver aperto l'applicazione di Netflix.

"Sole a mezzanotte" esclamo senza pensarci, cercando il film sull'applicazione.

"Mh ok, ma solo perché ho scommesso che sarei stato un bravo cavaliere" dice poco convinto nel leggere la descrizione del film.

"E' il mio film preferito, attento a quello che dici" lo ammonisco, facendolo scoppiare a ridere e io lo seguo a ruota. "Non voglio tornare a casa mia" sussurro prima di avviare il film. Una volta finito mi toccherà tornare a casa e non voglio.

"Resta a dormire qua allora" scrolla le spalle, dicendo ciò con tutta la naturalezza di questo mondo.

"Con te?" chiedo diretta, forse fin troppo. Avrei dovuto chiederlo in altri termini. "Cioè..." provo a correggermi.

"Se vuoi si" accenna un sorriso, che non posso non ricambiare. Annuisco in silenzio, non so che dire. "Guardiamo questo film dai" mi prende il telecomando dalle mani e, mentre avvolge il braccio destro attorno alle mie spalle, avvia il film. Mi sistemo vicino al suo corpo, stringendomi a lui e godendomi questo momento. Avevo bisogno di un amico così, non che gli altri non siano buoni amici. Solo che... con lui è diverso.

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N. A.
Ciao amici, come va?
Oggi sono riuscita a scrivere questo capitolo e spero vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una stellina e un commento.
Non mi dilungo più di tanto, vi prometto però che a breve sarò un po' più attiva, approfitterò delle vacanze di Natale per scrivere nuovi capitoli e, inoltre, ho in mente un'idea per una nuova OneShot... presto vi dirò.

Bacioni, la vostra Fran❤️

Princesa// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora