Capitolo 25

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Jorge's P.O.V.

"Martina... ti posso spiegare tutto, non è come pensi" sospiro. Mi passo la mano tra i capelli, mentre la bella ragazza dai capelli castani mi guarda con gli occhi colmi di lacrime e le guance bagnate. "Martina" mi inginocchio per raggiungere la sua altezza e le prendo il viso tra le mani. "Ti spiegherò tutto" le asciugo gli occhi con i pollici e le schiocco un rapido bacio sulla fronte.

"Jorge" sussurra, tirando su con il naso.

"E' successo dopo la morte di Victoria" mi rimetto in piedi. E' come se sentissi il bisogno di camminare, quasi fuggire. Avevo provato a cancellare quello che ho passato in quei mesi, quelli che hanno seguito la morte di Victoria. "Non era un bel periodo" cammino verso la finestra, spostando i tendoni blu scuro.

"Jorge" sospira, venendo verso di me.

"Non è nulla di grave, stai tranquilla" le accarezzo la guancia, tornando poi a guardare all'esterno della finestra che si affaccia sul cortile interno della scuola. "Il padre di Victoria mi odiava" alzo l'angolo della bocca, al ricordo di tutta la cattiveria subita da parte di quell'uomo. "I signori Rodrigo erano divorziati da tempo e a quanto so il padre di Victoria non è una persona molto onesta" socchiudo gli occhi, mentre i ricordi delle cattiverie subite mi ritornano alla mente.

"Che intendi dire con questo? Cosa centra con quello che ho letto su di te?" domanda confusa. I suoi occhi sono puntati sui miei e una strana sensazione di forza, mista a coraggio, si fa spazio in me.

"Mi hanno tenuto in uno stato di fermo per colpa sua" con nessuno, prima d'ora, avevo parlato con qualcuno di tutta questa situazione. Nemmeno con la mia famiglia o Ruggero, dopo aver risolto tutta la questione, ho mai ritirato fuori tale argomento. Per me è passato e nel passato deve rimanere, ma con Martina è tutto diverso. "Sono stato accusato di omicidio, quando in realtà non feci nulla... niente di troppo grave" la mia voce trema al pronunciare quella parola. Omicidio.

"In che senso? Spiegati per favore" quasi mi supplica, mentre le lacrime riprendono a scendere dai suoi splendidi occhi color nocciola.

"Non sono mai andato a genio a quell'uomo" sospiro. "Al funerale di Victoria fece una scenata davanti a tutti, incolpandomi della morte della figlia e giurandomi vendetta" a raccontarlo sembra quasi la scena di un film. "E' stato un suo collaboratore a denunciarmi per l'omicidio di un ragazzo" una lacrima sfugge al mio controllo al ricordo di quella sera.

-Flashback:

"E dai Jorge lo sai che stasera c'è l'ultima puntata della mia serie preferita" protesta mia sorella, cercando di strapparmi il telecomando dalle mani.

"Valla a guardare in camera tua, stasera c'è il derby" ribatto, alzando il volume della televisione, a pochi minuti dall'inizio della partita.

"Ragazzi, perché non aprite?" domanda a voce piuttosto alta nostra madre, entrando in salotto. Eravamo troppo presi dalla nostra discussione da non aver sentito il suono del campanello. "Buonasera, come posso aiutarvi?" sento dire dalla mamma e, incuriosito, mi alzo per raggiungerla all'ingresso, seguito da Candelaria.

"Cerchiamo il signor Jorge Blanco" annuncia l'uomo in divisa.

"Sono io" attiro l'attenzione di tutti i presenti e anche mio padre, sentendo confusione, ci ha raggiunti davanti alla porta.

"La dichiaro in stato di fermo per l'omicidio di Max Pereyra, è pregato di seguirci in centrale" continua il poliziotto dai capelli scuri.

"E' impossibile" sento bisbigliare da mia madre, che mi guarda piangendo. "Mio figlio è innocente!" esclama poi, sporgendosi in avanti e mantenuta da Cande, anche lei con le lacrime agli occhi.

Princesa// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora