Lunghe attese

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L’intervento stava procedendo regolarmente, il tessuto pregno era stato asportato con successo grazie all’uso di una ROOM, ed ora l’incombenza era quella di evitare un’emorragia interna: i vasi sanguigni infatti, avrebbero dovuto essere cauterizzati manualmente tramite piccoli punti di sutura.
Law era decisamente stanco ma soddisfatto, l’operazione stava andando nel migliore dei modi, esattamente come aveva previsto lui.
“Penguin, eseguiamo un’altra fluorescenza prima di chiudere, voglio essere sicuro di aver asportato tutto il tessuto infetto”, con la mano guantata aveva indicato il macchinario necessario per eseguire il controllo.
Dopo qualche minuto sullo schermo apparve la sagoma di Gwennie ma subito il dottore notò che qualcosa non andava, avrebbe dovuto risultare completamente nera, eppure in un angolino c’era una piccola macchia di colore azzurro.
Penguin guardò con aria interrogativa il suo capitano e l’espressione che lesse sul suo viso non era esattamente delle migliori.
“Il virus sta mutando per reagire al farmaco nr.2, si sta concentrando nuovamente per tornare ad essere attivo. Devo asportare immediatamente anche questo tessuto”, la malattia era stata modificata in modo da reagire ai tentativi di cura per poi tornare più aggressiva di prima.
L’operazione di sarebbe protratta più a lungo del previsto, Law strinse i denti: non sapeva quanto la ragazza avrebbe potuto resistere ancora, doveva agire nel modo più rapido possibile.
 
L’ennesimo sbadiglio fece lacrimare gli occhi di Bepo mentre spalancava le fauci a vuoto.
Percorreva il corridoio avanti ed indietro da una mezz’ora buona, non trovando altro da fare e non sopportando più l’attesa.
L’orologio segnava le quattro e mezzo del pomeriggio, dalla sala operatoria nessuna notizia.
Frustrato e stanco del suo solito giro, decise di fare un salto nel salottino per trovare qualcosa da leggere.
Arrivato davanti al divanetto gli occhi gli caddero sulla lavagna che era appesa al muro: qualcuno aveva disegnato un bellissimo drago, con lunghe corna e baffi arrotolati, esprimeva tutta la sua magnificenza con le enormi ali spiegate in volo e la coda appuntita che puntava verso l’alto.
A bocca aperta, l’orso di domandò chi avesse fatto quel disegno così bello.
Stava per andare a chiederlo a Jasper, in cucina, quando notò anche le poche righe scritte sotto alla zampa sinistra dell’animale mitologico:
Vi voglio bene
Gwennie
 
La bocca di Bepo, già aperta da prima, se possibile si aprì ulteriormente.
I suoi pensieri però furono interrotti da un vociare insistente che proveniva dal corridoio, immediatamente si andò a vedere che succedeva.
“Allora come è andata?”, aveva domandato un suo compagno ad uno stremato Penguin che era appena uscito dalla sala.
L’uomo, sudato e affamato, venne scortato in sala da pranzo dove Jasper gli servì prontamente un piatto di pollo arrosto con contorno di spinaci saltati in padella, patate al forno e pomodorini freschi.
Il pirata si avventò sul cibo rispondendo a bocca piena ai numerosi quesiti che gli venivano posti.
“Il capitano ha quasi finito, sta completando le ultime suture. C’è stata una complicazione ed ha perso molto sangue, il polso non riusciva a stabilizzarsi”, ingoiò un boccone di carne.
Dopo aver sentito il loro compagno parlare di una complicazione, gli uomini si scambiarono reciprocamente uno sguardo: era la cosa maggiormente temuta dall’intera ciurma, capitano compreso, come aveva detto loro la sera precedente mentre preparava la strumentazione necessaria per l’intervento.
Law aveva spiegato che un organismo già parecchio debilitato come quello della ragazza avrebbe mal sopportato qualsiasi tipo di operazione in quel momento, c’era solo da sperare che sia l’intervento sia il decorso post operatorio procedessero in maniera del tutto tranquilla, cosa che purtroppo non stava avvenendo.
“Ma secondo te può farcela?”, Mario aveva fatto la domanda che gli altri compagni non avevano osato nemmeno pensare.
Penguin finì di tracannare un bicchiere di acqua, si sentiva assetato come non mai.
In sala operatoria aveva monitorato i valori vitali della giovane per tutte quelle ore e non poteva aver fatto meno di notare quanto effettivamente la sua vita fosse appesa ad un filo, la pressione sanguigna era molto bassa, il battito cardiaco irregolare e per aiutarla a respirare adeguatamente erano stati costretti ad applicarle un sondino alle narici.
“E’ molto debole ragazzi…credo sia il caso più critico che abbiamo mai affrontato finora…”, i volti dei pirati divennero lugubri e tristi, “…ehi, non dimenticate che il nostro capitano è il migliore dottore del mondo! Gwennie è in ottime mani!”.
Effettivamente era così, in quelle condizioni nessun altro medico avrebbe potuto aiutarla meglio di come stava facendo Law, oltretutto sfruttando anche il suo eccezionale potere derivato dal frutto Ope Ope.
Bepo stava per fargli un’ulteriore domanda quando udirono la porta della sala aprirsi completamente, un lettino a rotelle stava venendo spinto verso la camera della paziente, portando con se un groviglio di fili e tubi.
Sulla soglia della porta ancora aperta c’era il capitano che stava asciugandosi le mani con una salvietta di carta, visibilmente stanco ma soddisfatto, sfoderava uno dei suoi meravigliosi sorrisi sinistri.
Vedendolo i piarti Heart non poterono trattenere un grido di gioia.
 
Dopo essersi lavato, cambiato e rifocillato, Law diede un piccolo resoconto ai suoi compagni riguardo all’intervento chirurgico che aveva appena terminato di eseguire.
Nel salottino tutti lo ascoltavano seduti intorno a lui.
I due focolai del virus erano stati rimossi, ora era necessario attendere la reazione dell’organismo della paziente all’operazione sia nel senso materiale sia nella produzione di anticorpi.
Era stato evidente infatti che il virus stava reagendo al farmaco nr.2 mutando e divenendone immune, era perciò molto importante capire se effettivamente la rimozione fisica dei serbatoi era sufficiente per eliminare il batterio o se questi si sarebbe potuto riformare anche in piccola parte.
Il dottore però aveva già pensato a quest’ultima ipotesi creando, in base ai risultati delle analisi delle biopsie effettuate in precedenza, un mix di farmaci da fare assumere alla ragazza in modo da farle produrre anticorpi in grado di debellare qualsiasi possibile ritorno del virus, anche se improbabile.
“Penguin ci ha detto che ha perso molto sangue…..”, Bepo era seduto sul pavimento a gambe incrociate.
“Sì, è vero…il suo corpo è molto debole, spossato dagli attacchi che ha subito perciò appena ho iniziato con la seconda asportazione c’è stata un’emorragia”, il medico fece per alzarsi, “vado a riposare. Se ci sono problemi chiamatemi”.
Assicurandogli che l’avrebbero fatto, i nakama tornarono ai rispettivi compiti.
 
Il mattino dopo la ciurma era notevolmente più riposata, capitano compreso.
Con una camicia a maniche corte nera e i pantaloni azzurri a macchie nere, aveva un aspetto decisamente migliore rispetto la sera precedente.
La colazione abbondante e gustosa di Jasper composta da uova fritte, bacon, pane abbrustolito, prosciutto, marmellate, brioche calde, caffè e tè mise tutti di buon umore, aumentando le chiacchere e la voglia di scherzare.
Quando la tavola fu sparecchiata, Law andò a dare un’occhiata alla paziente.
Nella sua stanza il monitor medico stampava tabulati pieni di linee e numeri, le flebo gocciolavano lente e il dispositivo per l’ossigeno emetteva un leggero sibilo.
Tutto il resto era immobile e silenzioso.
Gwennie giaceva inerte nel letto bianco, avvolta nel lenzuolo che la copriva fin sotto alle braccia le quali erano nude per permettere ai numerosi tubicini delle flebo di essere inseriti.
I capelli castani erano sparpagliati sul cuscino, incorniciando un volto pallido e ceruleo, le palpebre chiuse avevano un colore leggermente violaceo e delle pesanti occhiaie scure erano comparse sotto gli occhi.
Difficile paragonare quella fragile figura alla ragazza che un paio di giorni prima si stava allenando sul ponte con il vento tra i capelli e il sole che le baciava il viso, piena di energia e sorridente.
Controllando gli stampati, il dottore notò immediatamente che l’organismo della giovane paziente stava rispondendo bene alla terapia anche se con difficoltà, il suo corpo già provato dalla malattia aveva subito un’importante operazione perdendo una notevole quantità di sangue.
La mascherina di plastica trasparente si appannava regolarmente, la respirazione sembrava non presentare nessun tipo di problema.
Non potendo far altro che aspettare il suo risveglio, Law girò sui tacchi tornando nella sua stanza, avrebbe riposato un altro po’.

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