Prima di andare a coricarsi Bepo fece capolino sulla porta della stanza di Gwennie, “Tutto bene signorina?”.
Lei non stava ancora dormendo, la luce fioca della lampada da tavolo illuminava le pagine del libro che teneva aperto in grembo.
“Certo Bepo, sto bene...”, con la mano lo aveva entrato ad invitare.
L’orso era imbarazzato, il capitano aveva comunicato alla ciurma una decisione importante e lui aveva avuto il compito di dirlo anche alla paziente, la quale non l’avrebbe sicuramente presa nel migliore dei modi.
Via il dente, via il dolore pensò l’orso mentre prendeva coraggio.
“Signorina noi domani torniamo a Zou…il capitano dice che tu dovrai rimanere qui. Non sarai sola, Jasper ti terrà compagnia, cucinerà per te e ti aiuterà se avrai bisogno”.
La bocca di Gwennie si aprì lentamente.
Che cosa? Tornavano a Zou e Law voleva lasciarla lì?
Non se ne parlava nemmeno, doveva subito discuterne con il dottore.
“Bepo per favore puoi chiedere al capitano di venire qui?”, cercò di modulare la voce in modo che non si capisse a che livello era la sua irritazione.
Quando l’orso uscì, la giovane inspirò profondamente un paio di volte per calmarsi, non doveva essere aggressiva, in fondo sicuramente l’idea di lasciarla lì era stata pensata per darle la possibilità di trascorrere una convalescenza tranquilla.
Era abbastanza calma quando Bepo fece ritorno, qualche minuto dopo.
“Il capitano dice che non è cosa da discutere. Tu rimarrai qui e basta. Parole sue….”, era arrossito.
Gli sforzi che la giovane aveva compiuto fino a quel momento furono travolti da tutta la rabbia che aveva provato a controllare, come poteva Law permettersi di prendere una decisione del genere e nemmeno dirgliela di persona?
Pregò Bepo di lasciarla sola, il navigatore chiuse la porta alle sua spalle dopo essere uscito.
Una volta sola, la ragazza preparò un paio di jeans chiari, una maglioncino nero con la scritta BAD GIRL e scollo ampio rotondo, la cinturona nera in pelle con l’aggancio per il chakra e i suoi stivaletti preferiti, comodi e pratici in ogni occasione anche loro neri.
Prese un cambio di biancheria pulito e si diresse verso il bagno, avrebbe fatto una doccia veloce, non poteva rischiare di rimanere in acqua troppo a lungo sentendosi male.
L’acqua calda la rinfrancò, la pelle sembrava essere tornata a respirare e i cerotti che avevano tenuto fermi i tubicini delle numerose flebo che aveva fatto, erano stati vinti dal sapone scivolando via.
Una volta asciugata e vestita, Gwennie pettinò i capelli in quel momento ostinatamente ribelli nell’unico modo che poteva domarli, li raccolse dietro la nuca in una cosa alta e li arrotolò formando un piccolo chignon.
Infilando il pigiama però sentì una piccola fitta al fianco destro, si era sforzata troppo così si sedette sulla poltrona chiudendo gli occhi.
Lo sguardo di suo padre la venne a trovare in modo tanto nitido da farla sussultare, era lì davanti a lei mentre la supplicava di non sprecare il virus semplicemente distruggendolo, ma di studiarlo per prevenire un futuro dispendio di vite innocenti.
“Papà siamo in ottime mani….”, sussurrò al suo ricordo e un’inevitabile lacrima le bagnò la guancia.
Il mattino seguente il sole era una palla di fuoco arancione che faceva capolino in mezzo alle nubi basse le quali si fondevano con il mare calmo e piatto come una tavola azzurra, era l’alba quando i pirati Heart raggiunsero Zou aiutati dalla vivre card di Cappello di Paglia.
Gwennie si presentò sul ponte assieme agli altri, appena la vide Law le chiese cosa stesse facendo lì.
“Vengo con voi!”, il tono della ragazza era deciso.
Il medico la squadrò, era evidente che si era preparata per un possibile scontro, il chakra luccicante faceva bella mostra di se legato alla cintura che portava in vita.
Era senz’altro migliorata molto nelle ultime ore, complici anche l’assorbimento dei punti interni le trasfusioni di sangue che aveva ricevuto, ma era molto pericoloso portarla con loro, la sutura avrebbe potuto riaprirsi con conseguenza minima un’emorragia interna.
“Credevo che Bepo ti avesse detto che questa non è una scelta che puoi fare tu…..rimarrai qui e basta….”, il tono tagliente come un rasoio.
La ragazza ci rimase molto male, la cosa fu notata dai nakama che stavano portano i loro zaini sul ponte assieme alle scorte alimentari e alle attrezzature per la notte.
Penguin sussurrò qualcosa all’orecchio di Orca il quale annuì e parlottò anche con gli altri, in pochi minuti rientrarono tutti in cabina lasciando soli il capitano e la paziente.
“Non posso, lo sai….”, la voce di lei era un sussurro mentre si torceva le dita sottili fino a farle diventare quasi bianche.
Da quando Gwennie si era inconsapevolmente dichiarata a Law, aveva avuto una crisi di sconforto, temeva di aver perso totalmente anche l’amicizia del dottore.
Tuttavia si era ripromessa di fare una cosa: avrebbe goduto al massimo della vicinanza che poteva avere momentaneamente con il pirata, dopodiché sarebbe tornata con la sua ciurma lasciandolo libero di seguire il suo sogno.
Il pensiero la faceva star male ma era la cosa migliore da fare.
Ignaro dei pensieri che stavano frullando nella mente della paziente, il chirurgo strinse più forte la spada che teneva in mano, era mai possibile che stesse accadendo proprio quello che aveva temuto di più?
Cercò di calmarsi.
Avrebbe potuto farla a pezzi nascondendoli successivamente in posti diversi in modo da impedirle di partecipare allo sbarco ma guardandola capì che sarebbe stata capacissima di cercarli tutti per poi inseguirli a Zou, inoltre dopo l’intervento che aveva subito era meglio tenerla tranquilla il più possibile.
Il dottore sospirò, doveva ammettere che averla con loro era un’idea che lo rassicurava di più invece che immaginarla nel sottomarino con solamente Jasper a proteggerla.
“D’accordo puoi venire ma ad una condizione, non combatterai e ti lascerai portare da Bepo”.
Gwennie aveva uno dei più raggianti sorrisi sul viso, la sua intera figura brillava di felicità, “Grazie, ti prometto che non combatterò se non sarà strettamente necessario e mi farò portare sempre da Bepo!”.
Era talmente piena di gioia che istintivamente corse, in modo un po’ goffo per via della ferita, verso Law e lo abbracciò cingendogli il petto, quello sarebbe stato un ricordo che avrebbe portato per sempre nel suo cuore.
Ma anche per il medico fu un’esperienza unica: il profumo dei capelli di lei mescolato alla dolce fragranza di vaniglia che la circondava lo investì in pieno lasciandolo privo di qualsiasi tipo di difesa, il cuore iniziò a battergli leggermente più rapido, per un momento fu tentato di stringerla a se ma scacciò subito quel pensiero dalla mente.
Si schiarì la gola per rompere il silenzio.
La ragazza si scosse staccandosi da lui mantenendo sempre il sorriso di prima sulle labbra, fece un piccolo inchino e si precipitò a cercare Bepo.
Nel salottino del sottomarino, i nakama attendevano che il capitano e Gwennie avessero finito di parlare.
“Gwennie è una cara ragazza ma decisamente testarda!”, Jasper stava sfogliando un libro di cucina seduto sul divano.
Jean Bart si dichiarò d’accordo, si era accomodato sul pavimento a gambe incrociate, guardava altri due compagni mentre giocavano a carte.
“Aye aye, sì è testarda ma è mossa anche da un altro motivo secondo me….”, Bepo sgranocchiava un biscotto sdraiato a terra.
Le sue parole attirarono l’attenzione di Penguin, “Che vorresti dire Bepo?”.
L’orso finì di mangiare il suo dolce e fece spallucce.
Tutti i pirati drizzarono le orecchie abbandonando quello che stavano facendo, Orca aprì leggermente la bocca in un’espressione di delusione profonda.
Ma Bepo, dopo aver sbadigliato rumorosamente, si era addormentato lasciando sgomenti i suoi compagni, in effetti si era molto preoccupata quando il capitano era stato ferito ma d’altronde lo erano stati anche loro.
Penguin osservò Orca e gli diede una pacca sulla spalla, proprio qualche giorno prima l’amico gli aveva confidato di aver preso una cotta per Gwennie ed era mezzo intenzionato a chiederle una specie di appuntamento, ovviamente se ciò che voleva dire Bepo fosse stato quello che si erano immaginati, la cosa sarebbe diventata un’utopia.
Orca sospirò, non era mai stato fortunato in quelle cose.
D’un tratto la porta del corridoio fu aperta e comparve Gwennie, sprizzava felicità da ogni poro, raggiunse Bepo e iniziò a scuoterlo per svegliarlo.
“Bepo! Svegliati per favore!”, lo scuoteva ma l’orso ronfava alla grande.
Orca le si avvicinò suggerendole di smetterla, nemmeno una bomba lo avrebbe destato, si offrì di aiutarla al posto del navigatore.
La ragazza spiegò ai nakama che li avrebbe seguiti a Zou ma che aveva accettato di farsi portare da Bepo per non sforzarsi troppo.
“Non vi sarò d’intralcio lo prometto!”, si era inchinata leggermente.
Rassicurazioni da ogni dove raggiunsero le orecchie della ragazza la quale si sentì sempre più in debito per tanta ospitale gentilezza.
Li interruppe Law, “Se avete finito con i convenevoli sarebbe ora di sbarcare”.
Come marionette alle quali era stato tirato il filo, i pirati Heart scattarono all’unisono balzando in piedi, perfino Bepo si era svegliato.
Dopo qualche ora i pirati arrivarono presso le coste scoscese di Zou, Zunisha era stato felice di rivederli e si era prestato gentilmente ad aiutarli nel risalire.
La foresta lussureggiante dell’isola era meravigliosa, piena di vita e di uno splendido colore verde smeraldo che lasciava senza fiato chi lo ammirava.
Bepo portava senza difficoltà in spalla Gwennie che aveva accettato di buon grado questo compromesso, anche se ogni tanto si sentiva a disagio per il suo amico orso, era convinta di pesare troppo.
Orca aveva sbirciato più volte il viso della ragazza come per poterne leggere i pensieri più segreti, a lui non era parso di notare qualche indizio che potesse avvalorare la teoria di Bepo, decise che le avrebbe rischiato chiedendole un appuntamento.
Law era decisamente turbato, non gli capitava da molto di sentirsi in quel modo, le conseguenze del semplice abbraccio della giovane lo avevano lasciato basito, era stato il dolore di tante perdite subite nel passato, gli occhi del medico avevano visto bruciare la propria città, uccidere i propri cari devastando la sua esistenza in modo incredibilmente doloroso e indimenticabile, non sarebbe più riuscito a tornare ad essere come prima.
Era sicuro che quel malessere emotivo se ne sarebbe presto andato.
Intanto la paziente si era addormentata da qualche minuto, dopo aver sbadigliato un paio di volte aveva ceduto al sonno posando la testa sulla schiena confortevole di Bepo.
Il sole stava nascondendosi lentamente dietri gli alti alberi quando la carovana arrivò presso la Foresta della Balena dove li aspettavano impazienti i Mugiwara: erano tutti seduti intorno al Gatto Vipera ascoltando un suo racconto.
Il primo ad accorgersi dell’arrivo dei pirati Heart fu Zoro, il quale si alzò subito guardingo, ma focalizzando meglio gli intrusi si rilassò visibilmente.
“Traf! Orso parlante e tutti gli altri!”, Rufy aveva alzato il braccio agitandolo per salutarli.
Law fece un impercettibile cenno con la testa per ricambiare il benvenuto, i suoi nakama si liberarono dei pesanti zaini che stavano portando abbandonandoli sull’erba soffice.
Gwennie si svegliò lentamente, si sentiva intontita e molto stanca, avrebbe voluto continuare a dormire ma quando capì dove si trovava, ogni traccia di stanchezza la lasciò definitivamente: abbracciò forte Rufy per poi passare rapidamente ad ogni altro suo compagno di viaggio.
“Che bello vederti!”, Nami era felicissima, le sembrava che l’aspetto della sua amica fosse decisamente migliorato.
Ne seguì un rapido resoconto dell’operazione e delle conseguenze che avrebbe avuto per i prossimi mesi, ovvero due iniezioni al giorno di uno speciale mix di farmaci studiato appositamente per lei da Law in grado di aiutarla a riprendersi dalla malattia ma soprattutto evitare che essa potesse ripresentarsi.
Dopo i convenevoli i due capitani si consultarono sul da farsi e Rufy poté spiegare meglio al suo alleato la situazione che si era venuta a creare con Big Mom.
Mentre era in corso questa piccola riunione privata, i nakama si intrattennero tra di loro parlando e confrontandosi insieme.
Gwennie si era seduta per terra, nonostante non avesse mosso un muscolo per tutto il giorno, si sentiva terribilmente stanca e dolorante, le articolazioni non le davano tregua.
Alzò la testa al cielo inspirando a pieni polmoni, la ripresa sarebbe stata molto lenta.
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Heart and Life
RomanceL'abilità speciale del Chirurgo della Morte riuscirà a salvare una giovane e bella ragazza da una misteriosa e sconosciuta malattia? A volte le emozioni non possono essere descritte con le parole, per quanto ci impegniamo per farlo, il risultato sar...