33.

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Cacciatori.
«Aish...sono tutto sporco di terra!»

«Smettila di lamentarti, abbiamo quasi finito.» lo rassicurò l'altro, facendo fare una smorfia al primo.

«Queste erano le scarpe nuove!» nonostante le occhiatacce dell'altro, il ragazzo biondo continuava a lamentarsi.

«Aiutami a sollevare questo e abbiamo fatto.»

Finito il lavoro, i due ragazzi ripresero a camminare nel bosco. Era mattino presto, e i suoni del bosco si stavano appena risvegliando.

«Ho una fame...non ho ancora fatto colazione. Che fretta c'era di andare a piazzare le trappole nel bosco?!» il biondo continuava a dare noia al moro, che non vedeva l'ora di tornare a casa e buttarsi nuovamente nel letto.

«Sai che si deve fare per forza a quest'ora! Tanto ormai abbiamo fatto, saremo a casa tra pochissimo e tu potrai fare colazione.» roteò gli occhi, sospirando stanco.

Come aveva detto il ragazzo, presto erano già a casa, cercando di non svegliare chi ancora dormiva beato.

«Già fatto?» li accolse il capo nella sala da pranzo, mentre preparava la colazione insieme ad un altro.

«Certo, siamo veloci noi. Voi ci impiegate la metà del tempo!» li derise il biondo, dandosi delle arie, mentre il ragazzo che era con lui roteava gli occhi.

«Qualcuno è permaloso...» se la risero sotto i baffi il moro e il capo.

«Che cucinate?» chiese il ragazzo, ignorando la battutina dell'altro.

«Pancakes. Ma aspetta gli altri per mangiare.» lo ammonì il capo. Il biondo fece una smorfia, come un bambino, poi si diresse al piano di sopra, entrando silenzioso in una stanza illuminata solo dai raggi del sole.

Si avvicina piano al letto, dove un'altra figura giace ancora addormentata, avvolta tra le coperte bianche.

Si siede sul bordo, appoggiandosi con le mani ai lati per non dar fastidio a chi dorme, per poi rimanere in silenzio ad ammirare il volto dell'altro per qualche secondo.

Amava osservarlo ogni mattina, anche se ormai aveva imparato a memoria ogni lineamento, ogni minima imperfezione di quel volto.

Pian piano si abbassò sull'altro, sempre più vicino, fino a toccare con le sue labbra la guancia del ragazzo addormentato. Quest'ultimo sorrise al tocco delicato, sapendo perfettamente a chi appartenesse.

«Ehy, biondino.» sussurrò, la voce ancora impastata dal sonno, profonda ma dolce.

«Buongiorno Sannie.» sorrise l'altro.

«Buongiorno.» si stropicciò gli occhi, stiracchiandosi nel letto, ancora attorcigliato nelle coperte, facendo ridacchiare il biondo che lo osservava ancora incantato.

«Sei tornato presto.» notò il ragazzo appena sveglio.

«Ti avevo detto che sarei stato veloce.» gli fece l'occhiolino l'altro.

«E tu che ti lamentavi di doverti svegliare presto e faticare...» rise lui, prendendolo in giro.

Il biondo non potè fare a meno che sorridere, vedendo il sorriso dell'altro così genuino. Lo amava, era incantato da lui.

Gli diede un altro bacio, questa volta sulle labbra. Un tocco così veloce e così delicato, che l'altro ne sentì subito la mancanza.

«Ci sono i pancakes, andiamo a fare colazione?» domandò dolcemente, facendo annuire velocemente l'altro, che si alzò in piedi.

Si diede una sistemata veloce e scese in cucina con il ragazzo biondo, che saltellava per le scale.

«Buongiorno San! Wooyoung, come mai sei così felice?» li accolse il ragazzo che aveva cucinato i pancakes, ridacchiando alla spensieratezza del biondo.

«Non lo so, solo mi piace essere in una nuova città! Non mi dispiace affatto aver lasciato quel paesello in montagna dimenticato da dio, qui ci divertiremo! Sai quante cose possiamo fare?» disse, andandosi a sedere al tavolo, seguito da San.

«Certo, come andare a scuola.» si intromise il capo, Hongjoong. E a quelle parole, il biondo si fermò e smise di sorridere.

«Che cosa?!»

In quel momento entrò in cucina Seonghwa, il moro che era andato a darsi una sistemata prima di fare colazione.

«Tu hai appena compiuto 18 anni, dovrai andare a scuola con Jongho.» spiega calmo Hongjoong, portando i piatti a tavola insieme a Seonghwa.

«Oh no, potete scordarvelo! Io a scuola non ci vado! Sono maggiorenne ormai, non ho bisogno del vostro permesso per non andare a scuola!»

«Non puoi far andare Jongho da solo a scuola! Non conosce nessuno e sarebbe un inferno per lui! E se dovesse incontrare dei lupi? E se-» Yunho venne interrotto dal biondo, sbuffando.

«Va bene, okay! Ho capito! Vi odio tutti. Sappiatelo.» infilzò con una forchetta un pancake, continuando a mangiare con un'espressione arrabbiata in volto.

San, seduto di fronte a lui, ridacchiò per la scena, ma se ne pentì presto quando Wooyoung mandò un'occhiataccia anche a lui.

«Allora perché non vengono anche San e Mingi a scuola?» chiese il biondo, dopo aver riflettuto.

«Loro hanno già dei compiti da svolgere, i più piccoli siete tu e Jongho. Non lamentarti più, Wooyoung o ti avveleno i pancakes.» gli risponde irritato Seonghwa.

Quei due, Wooyoung e Seonghwa, erano un po' come mamma e figlio in fase adolescenziale. Wooyoung non lo ascoltava mai e gli faceva i dispetti, Seonghwa lo sopportava e cercava di educarlo.

Hongjoong se la rideva nel frattempo, guardandoli bisticciare. Lui era il padre del gruppo.

Ad un certo punto sentirono delle risate dalle scale, e subito dopo videro scendere il resto dei membri.

«Buongiorno gente! Cosa c'è per colazione? Ho una fame...» Mingi si sedette subito al tavolo, e gli occhi gli si illuminarono quando vide i pancakes già pronti.

«Aspetta gli altri, Mingi!» lo rimproverò Yunho, che aveva preparato la colazione con Hongjoong, ma venne ignorato.

«Joong, hai già rovinato la giornata a Wooyoung?» chiese Jongho, riferendosi alla scuola, mentre si sedeva a tavola con Yeosang.

«Certo, non lo vedi?» indicò il biondo che beveva il latte con ancora quell'espressione incazzata, facendo ridere tutti.

«Dai Woo, non è poi così terribile...» cercò di consolarlo San.

«Facile dirlo per te! Non sei tu che dovrai alzarti presto per andarti a rinchiudere in quel carcere e tenere il culo fisso sulla sedia per ascoltare dei vecchi che parlano!»

«Uh che caratterino a prima mattina. San, ti conviene non far arrabbiare il tuo uomo!» sdrammatizzò Mingi.

«Quando inizierà questa tortura?» chiese sospirando il biondo.

«Oggi stesso. Muoviti che fai fare tardi a Jongho.» gli risponde Seonghwa, finendo la sua colazione.

«Oh scusa Seonghwa, Jongho non farebbe tardi se andasse da solo a scuola.» la frecciatina non sfiorò neanche il più grande, troppo impegnato a dare due zaini ai ragazzi.

«Guarda che carino il tuo Woo, ci sono le catene che ti piacciono tanto. L'ho scelto io apposta per te.» rise Seonghwa, facendo innervosire ancor di più il biondo, che ormai era rassegnato.

Si alzò dalla sedia, andando verso la porta d'ingresso con Jongho.

«Aspetta, vi accompagno io.» si offrì San, che prese le chiavi dell'auto di Seonghwa e uscì di casa con gli altri due.

Prima di uscire Wooyoung si girò, solo per vedere il sorriso soddisfatto sul volto di Seonghwa, felice di esserselo tolto davanti per l'intera mattinata, e per fargli il dito medio.

«Vi odio tutti.»

My Moon~TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora