LA GRANDE SPEDIZIONE

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Menelao voleva fare le cose per bene, quindi invece che assecondare suo fratello Agamennone, a cui prudevano le mani tanta era la smania di menare un troiano, mandò un'ambasciata a Priamo per chiedere la restituzione di Elena.

Il reclamo alla ditta non funzionò manco per il cazzo, naturalmente, dato che Paride faceva i capricci e pestava i piedi, perché lui alla sua Elena non rinunciava.

Comunque anche i Troiani se la volevano tenere: da quando era arrivata tutta la città era un festival del tubero e insomma, trovarsi una gran gnocca per strada fa sempre piacere.

Iniziarono poi ad odiarla quando ricevettero la dichiarazione di guerra da Menelao ben recapitata con carta profumata alla lavanda.

Allora, mettiamo subito in chiaro una cosa: a parte Agamennone, Menelao e forse Diomede, che era uno sempre pronto a menare le mani, sta guerra non la voleva fare nessuno.

C'era Ulisse, che stava benissimo su quei quattro scogli che formavano Itaca, con la moglie e un figlio appena nato. Per non andare fa sta furbata: si finge pazzo. E per dimostrare la demenza inizia a seminare sale sulla spiaggia. Credibilissimo per varie ragioni: solo un pirla va a seminare sale in spiaggia e poi il sale costava un occhio della testa all'epoca.

Tuttavia lo scoprono e lo reclutano anche per stanare gli altri renitenti alla leva. E Odisseo accetta soprattutto perché, cito l'originale, "Se devo andare io a fare sta pagliacciata, che ho appena avuto un figlio e sono già con un piede nella fossa, non vedo perché gli altri dovrebbero stare tranquilli col culo appiccicato alla poltrona per legame covalente."

Non ci crederete mai. Il più clamoroso tra i nascosti era Achille, il soldato per eccellenza, eletto mister ceffone di bronzo per 7 anni di seguito. Eppure la mamma non gli permetteva di andare ad ammazzare neanche due troiani.

Ma c'era anche una buona ragione: il solito oracolo aveva fatto una profezia bella cruenta. O una vita lunga e noiosetta da pantofolaio a Ftia, o una vita breve ma intensa a Troia.

Una madre come si deve assolutamente opta per la vita lunga, piena di figli, con la mogliettina che cucina il pasticcio la domenica, e pazienza se poi quello si deposita in formato ciccia sui fianchi regalando il rinomato effetto Gabibbo. Almeno sei vivo.

Comunque Achille bene o male lo trovano, nascosterrimo su un'isoletta abbastanza dimenticata dagli dei e vestito da donna.

E là Teti non può più dire nulla, perché altrimenti, rifiutandosi di partire, Achille si coprirebbe di ridicolo e diventerebbe lo zimbello di Grecia e dintorni.

Insomma, radunati tutti i disperati che si potevano radunare, la partenza viene fissata dal golfo dell'Aulide e il capitano dei capitani, re dei re e pirla dei pirla, alias Agamennone, fa una cazzata.

Ma una di quelle cazzate enormi, proporzioni mastodontiche, prodotto DOP del minchiatificio di Agamennone: il cretino commette ubris nei confronti di Artemide.

Praticamente commette il peccato dei peccati, ovvero si crede al pari degli dei. Poi sta roba proprio con Artemide, che è la dea più cattiva dell'Olimpo ed è pure arcomunita.

Naturalmente questa si incazza. Ma a bestia proprio.
Per cominciare zero vento in Aulide. ZERO. DELLA SERIE CHE O SI REMAVA FINO A TROIA O NON SI PARTIVA. E SE LA PRENDEVANO IN CULO COMUNQUE.

Poi, per far ritornare il vento, pretende un sacrificio. Cosa vorrà mai sull'ara sacrificale? Una vacca? Un capretto? Un cinghiale della Val di Lanza? No, la figliola di Agamennone.

E lui? Beh lui accetta, facendo qualche storia e pestando i piedi ma accetta.
Poi la fa venire in Aulide dicendole che Achille se la voleva sposare e invece TRAC SACRIFICATA AD ARTEMIDE.

Che poi devi essere anche un pelino deficiente per credere a una roba del genere. Voglio dire, Achille sta con Patroclo. Punto. Ed è gay fino al midollo, manco puoi pensare di avere una possibilità perché è bi, no lui è proprio sotto una ferrovia per Patroclo e basta.

Che poi alla fine Ifigenia, la tipa, si è salvata, nonostante l'intenso viaggio verso l'altare a culate sul sentiero mentre Odisseo la teneva per i capelli.

Perché Artemide di punto in bianco si è resa conto che la poveraccia non centrava nulla e lo stronzo era solo suo padre, quindi all'ultimo la preleva e se la porta in un tempio, dove la nomina sacerdotessa number one. Mica male per una disperatella come lei.




Spazio autrice
Beh insomma è un po' che non aggiorno, chiedo venia ma non ho tutto sto tempo per scrivere e mi stanno facendo fare la lotteria delle interrogazioni. In più sono fiorite le BETULLE E IO SONO ALLERGICA ALLA VITA SULLA TERRA.
Vabbè dai, al prossimo capitolo cari, lasciatemi una stellina anche solo per distrarmi dal naso che cola impazzito.
~Chiara

La guerra di Troia come (per fortuna) non ve l'hanno mai spiegata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora