I Mostri Esistono

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"Dove hai detto che stiamo andando?" chiede Dakota passandosi una mano tra i capelli biondi e mossi. "In Nebraska" risponde Lacey chiudendo il finestrino, dalla parte del guidatore, della sua GM Motorama del 57 di colore nero. "Ah sì è vero" ride la compagna continuando a guardare dei fogli stando attenta a non farli volare fuori dal finestrino che era ancora spalancato. "Posso chiudere o hai ancora caldo?" chiede Dakota incastrando i documenti tra le gambe, una volta avuto il consenso dell'amica chiuse il finestrino e riprese a leggere.

"Perché abbiamo scelto il Nebraska?" chiede Dakota corrugando le sopracciglia. "L'unico caso che ci avrebbe portato via poco tempo" risponde velocemente Lacey fermandosi ad un semaforo rosso. La conversazione cadde e l'unico rumore che si sentiva era il motore della macchina che Lacey tanto amava. "Qua c'è scritto che il signor Hill lavorava assieme ad altri 10 soci che sono entrati a far parte dell'azienda esattamente cinque anni dopo che lui ha aperto il suo bar" dice Dakota mordendosi il labbro. "Quindi ci saranno altri omicidi?" chiede Lacey spostando lo sguardo sull'amica. "Guarda la strada!" esclama Dakota spostandole il viso con forza. "Spero di no ma per ora si è fermato a 4, devo vedere se effettivamente li ha uccisi tutti" continua sfogliando i fascicoli velocemente. "Siamo quasi arrivate, guardiamo subito sul web se c'è qualcosa" dice Lacey con tono rassicurante, l'ultima cosa che voleva era che qualcun altro perdesse la vita per quel maledetto fantasma. "Motel?" sospira Dakota guardando l'edificio avvicinarsi. "Dai solo per due sere" sbuffa l'amica parcheggiando l'auto.

Arrivate presero tutta la loro attrezzatura ed andarono nella cosiddetta reception, un buco con un bancone per dirla breve. "Aria pulita" Dakota fa una smorfia sentendo un odore strano arrivare alle sue narici, ed anche a quelle di Lacey che tossì prepotentemente. Il baccano delle due ragazze fece entrare da una porta un ragazzo poco più piccolo di loro che sorrise avvicinandosi timidamente. "Prego" disse sedendosi e guardando il computer. "Abbiamo prenotato una camera qualche giorno fa a nome Martinez" Il ragazzo si mosse subito passando alle due un documento da firmare e due paia di chiavi con il numero quarantacinque. "Una firma qua e fanno in tutto novantasei dollari" dice il ragazzo sorridendo. Sembrava molto cordiale nei confronti di Lacey, forse sono i capelli neri lisci oppure i tatuaggi che le ricoprono il braccio destro, il che fece sorridere Dakota ed invece spazientire la diretta interessata che tirò fuori i soldi con arroganza per poi sbatterli di fronte a lui. "Grazie" disse lei prendendo le chiavi ed uscendo con l'amica. "Che ti ha fatto di male?" chiede Dakota ridendo. "Ha sorriso" sbuffa Lacey prendendo le borse, salirono le scale arrivano fino alla loro stanza.

Una volta di fronte alla porta mollarono un sospiro insieme per poi aprirla. "Per ora niente puzza" dichiara Lacey una volta dentro la stanza, la prima cosa che fa è andare verso il bagno e spalancare la porta. "Wow devo dire che è pulito" sorride soddisfatta sedendosi sul letto. "Non credo che mi stancherò mai di queste carte da parati schifose" sorride Dakota. "Ci portiamo via un souvenir anche qua?" chiede l'amica avvicinandosi al muro. "Ovviamente" risponde l'altra. Era oramai tardi per andare a fare domande in giro quindi decisero di stare in camera, ordinare del cibo d'asporto e fare altre ricerche. Non erano semplici ragazze apparentemente in cerca di qualche scoop per la testata giornalistica dove lavorano, erano due cacciatrici, cacciatrici di fantasmi per essere precisi. Non è propriamente un lavoro come un altro ma è il loro stile di vita. Dakota è ancora una sorta di apprendista in questo luogo, sta imparando molto in fretta secondo Lacey, che invece è nel campo da più tempo ed è abbastanza in gamba da andare a cacciare da sola.

"Finalmente!" esclama Lacey chiudendo la porta e portando sul tavolo la cena appena ordinata. "Ho trovato questo" Dakota si alza di colpo dal letto portando il laptop di fronte alla amica per farle vedere un documento con i dettagli dell'omicidio di cui si stanno occupando. "Quindi li ha uccisi tutti" conferma Lacey annuendo più volte. "Non capisco perché si è fermato, qua dice che sono scomparsi in un mese" Dakota si ferma continuando a leggere l'articolo. "Mentre ora sono due mesi che non fa niente" parla a bassa voce mordendosi il labbro e pensando a che cosa sia potuto succedere. "Dakota dai mangiamo, ci pensiamo dopo" si lamenta Lacey sedendosi a tavola dove tutto era ben impiattato e pronto per essere mangiato.

L'amica arrivò qualche minuto dopo godendosi qualche oretta di pausa, dopo tutte queste ricerche continue ci voleva, le stava scoppiando la testa. "Sai" la mora inizia un discorso fermandosi per deglutire. "Ho pensato" continua prendendo un goccio d'acqua. "Potresti venire con me sul palco ogni tanto" dice facendo andare di traverso il boccone di Dakota. "Scusa?" chiede lei bevendo dell'acqua per non tossire più. "Ma sono stonata!" esclama l'amica quasi in imbarazzo dalla proposta. "Non sai che ti perdi" sorride Lacey ridendo, Dakota scuote la testa alzandosi dalla sedia per buttare via una cartina, poi prese il computer e si sedette di nuovo al tavolo. "Che vogliamo fare domani?" chiede la mora andando a prendere il tabacco per farsi una sigaretta. "Domani andiamo alla centrale della polizia locale e chiediamo delle morti recenti" spiega l'amica scrivendo velocemente al computer. "Poi andiamo a parlare con" si ferma stiracchiandosi sulla sedia. "Alcuni parenti delle vittime qua vicino" continua guardando l'amica stare vicino alla porta. "Abbiamo tutto?" chiede indicando le borse con la testa, Dakota annuisce guardando dietro di sé. "Fumo una cicca ed arrivo" Lacey lasciò l'amica da sola nella stanza assieme ai suoi pensieri, a Dakota non piace molto stare da sola.

Dopo aver spento il computer uscì dalla camera con le chiavi in mano, non si sa mai che rimangano chiuse fuori. "Credevo ti desse fastidio il fumo" dice Lacey con un sorriso sul viso. "Infatti non mi piace" risponde l'amica incrociando le braccia. "Succede qualcosa?" chiede la mora buttando fuori una nuvola di fumo grigio, Dakota stette in silenzio per un momento. "Stavo pensando all'ultima caccia" dice infine sospirando. "Ancora?" chiede Lacey guardando l'amica. Entrambe sanno bene come è andata a finire, sembrava fosse un piccolo covo di licantropi che rapiva dei bambini per trasformarli e così ampliare il branco, una volta arrivate là hanno scoperto che i bambini erano stati mangiati da quei mostri, quello che rimaneva da fare era ucciderli. "Non è colpa tua lo sai" dice l'amica avvicinandosi e portando un braccio dietro la schiena di lei. "Ripenso a quei poveri bambini" sospira Dakota guardando in basso. "Non avevano nessuna colpa" continua passandosi una mano tra la chioma dorata. "E quei mostri li hanno mangiati per cena" continua con un filo di voce, l'amica per consolarla si avvicina facendo sfiorare le loro spalle. "Potevamo arrivare prima" dice con tono triste. "Potevamo farlo" risponde Lacey buttando a terra la sigaretta e calpestandola. "Ma sarebbe stato comunque tardi" continua mettendo le mani nelle tasche della felpa. "Erano giorni che quei bambini erano scomparsi" continua Lacey poggiando una mano sulla spalla dell'amica. "Ora dobbiamo concentrarci su questo nuovo caso" dice infine andando verso la porta. "Dovremmo riposarci" continua allungando la mano verso Dakota per le chiavi. Entrarono nella stanza andando a dormire, il giorno dopo sarebbe stata una lunga giornata.

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