Capitolo 16 - PERDONO

23 2 1
                                    

Capitolo 16 -

< Caspita,la piccolina ti ha fatto nero. Uno a zero per lei > mi canzona Davide divertito
< Cazzo,si. È proprio furiosa. > Gli rispondo .
< Oddio, Nicco perdonami, sono stata proprio una sciocca, mi sento così in colpa > interviene subito Benny raggiungendoci.
Che iena. Sono sicuro che l'ha fatto di proposito.
< Tu sparati. Sei una stronza Benny > la cheto subito, fulminandola con gli occhi.
< Si Benny, questa te la potevi anche risparmiare > mi fa eco Davide.
< E ora cosa pensi di fare? > Mi chiede il mio amico < Che ne so. Bella domanda. Non l'avevo mai vista così incazzata. Aspetto che le passi un po', poi più tardi in bagno vedo se riesco a farla ragionare >
< Amico mio io te lo auguro, ma per me stavolta la piccolina te la farà pagare cara. No dico, l'hai vista prima sulle scale? Boia che figura di merda che hai fatto davanti a tutti > e riprende a ridere alzando le mani in segno di scusa.
< Scusami davvero amico mio, lo so che sei in un gran casino, ma è stato troppo divertente > aggiunge per scusarsi ancora del fatto che non riesce a smettere di ridere per la scena delle scale.
Eh già, abbiamo proprio dato spettacolo. Ma non mi importa un fico secco di cosa pensano gli altri, voglio solo risolvere questo casino prima possibile.

Passa la prima ora e chiedo al Prof di andare in bagno. Quando abbiamo lezione sullo stesso piano il pomeriggio solitamente ci incontriamo in bagno dopo la prima ora, proverò a spendere questo tempo per parlarci e farmi perdonare di averle omesso il mio programma per Pasqua.

Non è venuta in bagno, l'ho fatta anche chiamare da un suo compagno di classe ma non è venuta comunque.
Ora sta proprio esagerando. Va bene ha ragione non le ho detto niente, ma l'ho fatto perché sapevo che non sarebbe stata contenta e che mi avrebbe dato del filo da torcere. E non mi sbagliavo.

                 -----------------------------------

È dentro quel tram, la riconoscerei tra mille . Spalle al vetro,sta parlando con la sua amica Domitilla. È proprio lei a indicarmi e un attimo dopo di volta incerta. È stupita, lo leggo nei suoi occhi fissano i miei attraverso la visiera del mio casco.

Mi ha lasciato. Lo ha fatto con un biglietto che mi ha portato in classe un suo compagno di classe.
Non posso credere che lo abbia fatto.
Sono furioso e perso.
Non può lasciarmi così. Non può lasciarmi.

Quando il tram arriva al capolinea, fermo la moto. Lei scende dal tram, si volta verso di me, ma resta ferma, resta distante da me.
Mentre la fermata del tram si svuota delle persone presenti e restiamo soli in quello spiazzo immerso nella campagna del paese dove abita, il cielo si fa più scuro anticipando il buio. La mia rabbia svanisce, lasciando spazio solo al sentimento di totale smarrimento e l'unica cosa che voglio è stringerla tra le mie braccia e sapere che resterà lì.

È passata una settimana dalla nostra prima grande lite e io sono in partenza per Lido di Camaiore con Benny, Davide e le due Barbare.
Alla fine Adelaide ha ceduto, io andrò al mare con i miei amici e lei a Montecatini dai suoi zii.
Ad essere sincero l'idea che uscirà con il cugino e relativo giro di amici non mi fa impazzire, ma non sono certo nella condizione di poter dire qualcosa.
Credo che la gelosia e la fiducia facciano parte di un rapporto serio e noi abbiamo deciso di imparare a nuotare insieme in questa relazione.
Ho sempre amato il mare per questo dopo la nostra grande lite, dopo aver creduto di averla persa per sempre ho capito che l'amore è come il mare, ci saranno pertanto tempeste, bassa marea, alta marea e io sono disposto a vivere tutto quello che verrà perché se un marinaio può morire senza il suo mare, io posso morire senza di lei.

IO e TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora