Capitolo 8 - BELLISSIMO NOME

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                           ADELAIDE

Lunedì 30 novembre 1993

È il grande giorno,oggi Beatrice mi presenterà al Bertoni,.
Lei ancora non lo sa,ma sono due giorni che provo il discorsino da farle per convincerla e ci riuscirò.
Ad un tratto mi scopro stranamente determinata.
Ho incontrato Domitilla sul tram le ho raccontato un po'gli ultimi accadimenti . Mi ha liquidata con un sorrisetto compassionevole,secondo lei non ho speranza.
È distante negli ultimi tempi. Più la storia con Mirco si fa seria e più si erge a reginetta dell'amore dispensando consigli con fare saccente. Per lei sono una sciocca sempre all'inseguimento di un sogno che non si avvererà mai.
< Ade,falla finita. Lui non fa per te. Pensa a Samuele,cosa puoi volere di più. State bene insieme,siete fatti l'uno per l'altro e poi lui è il migliore amico di Mirco e tu la mia,usciremo sempre in 4 e i nostri figli andranno all'asilo insieme. Perfetto no? Dai la storia è già scritta,vivi il presente e smetti di sognare >
Sembra così convinta.
Ma io non sono convinta per niente.

Io e Domitilla siamo sempre state molto unite, inseparabili direi ,per molti anni .
Dalle elementari sino ad oggi abbiamo condiviso tutto dagli abiti ai sogni.
Uno dei nostri sogni è sempre stato quello di andare insieme in America. Fantasticando su questo viaggio Domitilla ha avuto la bella idea di creare un diario solo nostro in cui raccogliere i nostri sogni,le nostre idee ,le esperienze ,i nostri pensieri.
Me l'ha portato un giorno a casa, e mentre mi spiegava cosa era e cosa sarebbe stato e io lo tenevo tra le mie mani ho notato il disegno che aveva fatto sulla copertina. Aveva disegnato un grattacielo sul quale poi aveva scritto " NY ASPETTACI "
Aveva anche pensato a delle regole per la gestione di quel diario,lo avremmo tenuto quindici giorni a testa e in questi quindici giorni dovevamo trascrivervi tutto quello che non avevamo il tempo di dirci.
Il diario era do nostro ,nessuno avrebbe mai dovuto leggerlo.
Le pagine di quel quaderno furono riempite in fretta e nel tempo vennero attaccati altri quaderni,uno sopra l'altro ad oggi il nostro diario conta otto quaderni.
Al suo interno si trova il racconto di quella che sarà la nostra vita futura immaginata da lei e in risposta quella immaginata da me.
Entrambe le versioni ci vedono sposate con Mirco e Samuele,ma con differenze sostanziali.
Il suo racconto mi ritrae come la ricca moglie annoiata con due figli nella bella casa in cima alla collina e lei serena e soddisfatta al fianco del suo bellissimo marito desiderato da tutte che ha occhi solo per lei.
Il mio racconto invece la vede ritratta in una cucina dall'arredamento spartano ,tre figli di cui uno in braccio di pochi mesi,il viso stanco e preoccupato,il marito assente che passa le serate ubriaco tra le braccia vogliose di altre donne.
Indubbiamente lei è stata molto più magnanima di me, il mio ritratto del futuro è indubbiamente poco auspicabile ,l'ho scritto per provocarla, mi diverto a farlo. In ogni caso mi è sempre piaciuto pensare che non accadrà niente di tutto questo e talvolta mi chiedo cosa ci riserverà il nostro futuro ma sono certa che saremo sempre amiche.

Quando arrivo in classe Beatrice è già arrivata,la raggiungo < Ciao. Oggi devi assolutamente presentarmi il Bertoni alla ricreazione> le dico subito senza pensarci troppo.
< Ok> risponde subito
Wow , è andata meglio di quanto prevedessi.

Al suono della campanella ,come d'accordo scendiamo in cortile,dopo aver individuato il gruppetto formato da Davide,il Bertoni e le loro amiche ci dirigiamo verso di loro.
<Ciao> saluta Beatrice con disinvoltura come se appartenesse a quel gruppo da sempre.
< Questa è una mia amica,una mia compagna di classe >
Il Bertoni sta parlando con Davide e sembra non considerare la mia presenza. Benny mi saluta e si presenta < ciao ,piacere io sono Benedetta per gli amici Benny e tu come ti chiami? >
<Piacere Adelaide > dico guardando con la coda dell'occhio il Bertoni.
Al suono del mio nome lui si gira di scatto
<Come hai detto che ti chiami? > Mi chiede
Ok ,mi tremano ufficialmente le gambe. Già essere vicina a lui mi rendeva un po'nervosa ma adesso che mi ha rivolto la parola sto rischiando di svenire.
< Adelaide. Come Haidy le caprette che fanno ciao? Hai presente? Quella. >
Lui tiene i suoi occhi puntati sul mio viso,ha uno sguardo intenso, un espressione sicura sul volto. Il suo sguardo mi penetra. Accenna un sorriso.
< Bellissimo nome. Complimenti > risponde con voce calda e suadente.
Gli piace il mio nome! È già qualcosa,penso.

Ok ,il primo step è passato adesso mi attende la prova più grande ,devo chiedergli di portarmi a fare un giro in moto,ma lo farò all'ora del pranzo.

Al suono della campanella delle 13:10 io e Beatrice scendiamo al bar per il pranzo,quando arriviamo lo vedo subito. È appoggiato al frigorifero dei gelati,gambe incrociate, le braccia indietro appoggiate al frigo.
La maglietta bianca e la posizione assunta rivelano il suo corpo perfetto e i suoi muscoli.
Dio quanto è bello.
Raggiungiamo lui e i suoi amici e iniziamo a parlare del più e del meno. Davide e Beatrice ordinano il pranzo e ci divertiamo a fare la compilation dei panini più buoni che fa Manuela, che è la proprietaria del bar della scuola.
Mi rendo conto che il Bertoni tiene gli occhi puntati su di me,mi osserva.
Sono imbarazzata,non so come reagire.
Ma il mio imbarazzo aumenta quando inizia a fermare alcuni ragazzi e ragazze di sua conoscenza per dirgli come mi chiamo.
Divertito li blocca < Lo sai come si chiama lei? Adelaide >
Nessuno di loro oserebbe dire al Bertoni <  E a me cosa me ne frega? > Pertanto lo guardano perplessi,sorridono e se ne vanno. I più cortesi rispondono < Davvero? Bello >
Anche Davide il suo amico lo guarda un po' perplesso . Si ok il mio è un nome insolito ma non è necessario che tu lo faccia sapere a tutti.

Nel frattempo persa tra le chiacchiere e l'imbarazzo decido che è arrivato il mio momento < Mi porti a fare un giro in moto? > Gli dico guardandolo negli occhi. Il mio cuore inizia battere forte e penso che uscirà dal petto. Che mi prende? Come ho potuto anche solo pensare di provarci? Attenzione ,attenzione , è in arrivo la figuraccia più terribile della storia che mi costringerà a rinchiudermi in classe per i restanti quattro anni di liceo.
È un attimo ,il suo sguardo intenso mi penetra ancora una volta ,un sorriso vela la sua bocca
< Trova un casco > mi risponde

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