Capitolo 2: Terapia Oblivion

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Quella notte fu più agitata della precedente, per Tomwhell.

Nemmeno lui sapeva spiegare il perché. A dire la verità si era convinto che l'incubo della notte precedente fosse stato solo un caso. Un incubo come tanti, paure represse e pensieri segreti che, persi nel subconscio, gridano per uscire allo scoperto... urla che poi si disperdono e vengono dimenticate, come lacrime sotto a un acquazzone.

Ma quella notte ardeva in lui un senso di disagio a cui non riusciva dare risposta. E quando l'angoscia finalmente gli lasciava tregua, concedendogli di chiudere gli occhi, subito veniva trasportato all'interno di incubi terribili, riguardanti capsule di salvataggio in avaria, vaganti, senza una meta nello spazio inesplorato, e vedeva sangue, tanto sangue che, sgorgando, creava piccoli e macabri fiumi... Ma ogni volta che un incubo finiva, poco prima di essere ributtato urlante e sudato nel letto, appariva quella figura, o meglio... LA COSA.


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Non sapeva esattamente cos'era, ne tantomeno sapeva il perché la mente continuasse a fargli vedere quell'immagine.

Ma c'era qualcosa in quella ''cosa'', percepiva che non poteva essere umana. O almeno... non esattamente. Era qualcosa di pauroso, di malevolo, sembrava uscito direttamente da qualche girone infernale.

L'ultimo sogno era stato così vivido. A dire il vero sembrava la ''continuazione'' dell'incubo della notte precedente.

Nell'incubo la Dreamquest era in allarme. Tutte le luci erano accese, gli allarmi provocavano un suono sempre più lento e distorto a causa dei malfunzionamenti. La gente moriva di fronte a lui, intossicata, sfigurata dalle scintille dei sistemi ormai surriscaldati al punto di fondersi, producendo anche colate di metallo fuso provenienti direttamente dal soffitto. Dal computer di bordo arrivò una sorta di task sul dispositivo che teneva in mano: il suo compito era di ricollegare i cavi nel quadro elettrico generale... Ma mentre stava sistemando i cavi, un'ombra coprì la sua visuale.

Proprio nell'istante in cui comprese che la ''cosa'' era tornata, comparendo sotto la forma di un'astronauta con indosso una tuta nera, quest'ultimo alzò la visiera del casco, rivelando un volto sfigurato, quasi da morto.

Era impossibile che fosse ancora vivo, eppure era lì, che respirava, dinanzi a lui... E un'unica, tremenda consapevolezza lo avvolse in quel momento: presto sarebbe stato il suo CORPO SENZA VITA ad aver avuto quell'aspetto, giacendo inerme su quel freddo pavimento.

Il movimento fu molto veloce, in un nanosecondo l'astronauta piombò su di lui e una lama lucente lo colpì, squarciando di netto il petto di Tomwhell, che cadde agonizzante sul pavimento. 

Il dolore atroce, quasi reale, bastò a farlo svegliare con un forte mal di testa e la nausea. Si alzò, barcollando, trascinandosi verso lo specchio appeso alla parete. Guardò i propri occhi, lesse stanchezza e sofferenza. Gli attimi di terrore vissuti nel sogno erano ancora stampati sulla sua faccia.

Among Us: La nave dei morti (romanzo) (fan fiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora