Capitolo 5: FATTI VEDERE!

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Grey avrebbe dovuto essere allegro.

L'assassino, era stato scaraventato fuori dalla nave, nessuno sarebbe stato più ucciso. Ma il trauma rimaneva, come una ferita inflitta da un potente pugnale. Era come se l'impostore gli avesse tirato una coltellata, senza averlo fatto fisicamente, e provare a emarginare quella ferita faceva solo più male: si destò urlando, con uno strano presentimento.

Si ricordava il sogno come se fosse stato reale:
... si trovava in un condotto di ventilazione. Sì, esattamente come il presunto assassino. In realtà non era convinto di essere se stesso. Gli sembrava vedere attraverso la visuale di qualcun altro, sentiva come se quel corpo non gli appartenesse.

Stava guardando dall'alto la sua preda, Yellow, intento a eliminare alcuni asteroidi che bloccavano il cammino della nave su un' interfaccia quantica.

E fu in quell'esatto momento che provò una sensazione che in vita sua mai aveva provato: FAME.

Una fame inumana, fame di... SANGUE.

Poco prima di avventarsi su quella che stava per diventare la sua preda, un tonfo sordo lo richiamò all'attenzione, e girandosi a osservare il condotto di ventilazione che scendeva nel buio, in direzione del rumore, vide il suo stesso volto, sfigurato, senza casco... Aveva perso tutto ciò che lo rendeva umano. E quando una serie di immagini, urla e ricordi, gli si mise davanti, si svegliò.

- Che sogno -, fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di alzarsi. 

Era ancora presto, ma a breve si sarebbero celebrati i funerali delle due sfortunate vittime. Grey non riusciva a concepire che nella loro piccola famiglia, perché è così che lui la concepiva, che si era pian piano creata con gli anni, potesse esserci un traditore pronto a rinnegare anni di unità e amicizia solo per soddisfare... Soddisfare che cosa? Stupidi impulsi interiori? Voleva sentire cosa si provasse a uccidere? 

Solo in quel momento a Grey venne in mente che qualcosa effettivamente non quadrava, e non era solo un sospetto.

Innanzitutto, quale movente aveva spinto l'impostore-assassino?  White, per come lo aveva conosciuto, era sempre stato un pacifista e si era sempre tenuto lontano da qualsiasi tipo di litigata, anche minima... E non era nemmeno compatibile con la teoria che lui stesso aveva formulato il giorno prima: e cioè che l'impostore non poteva essere un normale Plasmus, ma doveva essere stato "aumentato", in qualche modo, altrimenti non avrebbe avuto la possibilità di sfruttare le ventilazioni come mezzo di fuga, e non avrebbe avuto l'impulso di divorare a quel modo il cadavere di Jeremy... 

Se White fosse stato l'impostore mutato, si sarebbe difeso sfruttando la sua mutazione, non si sarebbe lasciato prendere.

- Tu pensi troppo -, si auto rassicurò, cercando di scacciare via quei pensieri. Non aveva intenzione di accettare nemmeno per un secondo di aver fatto fuori un innocente e che l'impostore-assassino si annidasse ancora fra di loro, magari pianificando qualche omicidio.

Come ogni mattina, come se non fosse successo nulla, si preparò e corse in caffetteria per la colazione prima che il computer eseguisse automaticamente la distribuzione delle task.

Quel mattino però, al posto della solita tavola imbandita vi erano due casse.

Sembravano più dei bauli, ma erano due bare, e in cuor suo Grey provò un po' di rabbia nel vedere i corpi dei suoi amici costretti in un contenitore così piccolo..

Il funerale fu veloce. Purtroppo avevano ancora una missione da compiere: rimettere online tutti i sistemi dell'astronave deteriorati durante il periodo passato in criostasi, col risultato finale di rendere la nave di nuovo sicura e poter tornare al viaggio. 

Among Us: La nave dei morti (romanzo) (fan fiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora